Ex Ilva, 108 milioni per mantenere vivi gli impianti fino a febbraio. Fondo di 20 milioni per la cassa integrazione
- Postato il 21 novembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Dopo oltre 40 ora di presidio e bivacco per strada, ieri sera, verso le 19, i lavoratori ex Ilva hanno smobilitato il blocco stradale a Cornigliano a seguito delle notizie arrivate da Roma: il governo ha messo in calendario un incontro, il prossimo 28 novembre, presso la sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy per discutere sul futuro degli impianti siderurgici di Genova e non solo.
Ma non solo: il Consiglio dei ministri ha varato un nuovo decreto interamente dedicato all’ex Ilva, con l’obiettivo di assicurare la continuità operativa dello stabilimento almeno fino a febbraio 2026, data cruciale poiché arriverà la conclusione della procedura di gara indetta per individuare gli eventuali nuovi proprietari degli impianti e i relativi assetti. Per far ciò è stato autorizzata Acciaierie d’Italia, ora in amministrazione straordinaria, a disporre e utilizzare i 108 milioni di euro residui del finanziamento ponte.
Parallelamente al sostegno finanziario alla gestione, il decreto introduce misure a favore dei lavoratori. Sono stati stanziati 20 milioni di euro aggiuntivi destinati a coprire il biennio 2025-2026, volti a sostenere l’integrazione statale del trattamento di cassa integrazione straordinaria (CIGS). Questo intervento garantisce che l‘integrazione arrivi fino al 75% del trattamento complessivo, un costo che in precedenza era stato sostenuto direttamente da Acciaierie d’Italia.
Il decreto del governo
“Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Giorgia Meloni, del ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone e del ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ha approvato un decreto legge che introduce misure urgenti per assicurare la continuità operativa degli stabilimenti ex-Ilva – sono le parole della nota stampa emessa a seguito del Cdm – Il testo affronta contestualmente questioni finanziarie, ambientali e sociali. Si autorizza Acciaierie d’Italia Spa in amministrazione straordinaria a utilizzare i 108 milioni residui del finanziamento ponte – risorse indispensabili per garantire la continuità degli impianti – fino a febbraio 2026, data in cui è attesa la conclusione della procedura di gara per l’individuazione dell’aggiudicatario”
“I restanti 92 milioni – continua la nota – del finanziamento sono già stati destinati agli interventi essenziali sugli altoforni, alle manutenzioni ordinarie e straordinarie, agli investimenti ambientali connessi alla nuova Aia e al Piano di Ripartenza. Sul fronte dei lavoratori, il decreto stanzia ulteriori 20 milioni per il biennio 2025-2026, consentendo allo Stato di farsi carico dell’integrazione fino al 75% del trattamento di cassa integrazione giornaliera straordinaria, finora sostenuta direttamente da Adi”.
Palombo (Rsu Fiom): “Non è ancora una vittoria, meno corsi e più rotoli”
Armando Palombo, Rsu Fiom, chiarisce: “Non è una vittoria, le vittorie sono altre, ma è un passo avanti rispetto a una situazione che era di stallo, l’incontro ci darà l’opportunità di chiarirci le idee, perché a oggi sono molto confuse. La mobilitazione per ora è sospesa ma siamo pronti a ripartire con la protesta se non arriveranno delle risposte chiare”.
“Quello che vogliamo è che si sprechino meno soldi, che si investano per per fare arrivare lavoro a Genova, perché ce n’è tanto bisogno, sentire parlare di ciclo corto, cioè che Taranto può vendere direttamente i rotoli, senza far arrivare nulla qui, significa essere scollegati dalla realtà, non so quale mondo sindacale può parlarne. Lo diciamo chiaramente: meno corsi finti, più rotoli da lavorare, la popolazione di lavoratori ha un’età media di 52 anni, chi lavora a Cornigliano sta mantenendo in vita l’azienda”, le parole del sindacalista metalmeccanico in risposta al piano di formazione speciale prospettato per i dipendenti di cui, nelle ultime ore, hanno parlato i commissari di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria.
Armando Palombo ha voluto anche ringraziare la città solidale: “Un elenco lunghissimo di associazioni, ne dico una per tutti perché è quella con cui abbiamo lavorato di più negli ultimi mesi che è Music for Peace, che ci ha fornito la cucina da campo, ci ha fornito le tende, le coperte, e l’associazione Sole Luna, che ci ha fornito i pasti caldi, però ce ne sono tante altre, la dimostrazione che la Genova che conosciamo noi è per difendere l’industria e per difendere il lavoro buono”.
Le reazioni dei sindacati alla convocazione dell’incontro
“È arrivata la convocazione ufficiale per gli impianti del Nord che hanno necessità di essere alimentati e nel piano del governo rischiano di fermarsi – le parole Stefano Bonazzi, segretario generale della Fiom di Genova dopo l’incontro in prefettura – bene, lo riteniamo molto positivo, è quello che chiedevamo”.
“Vogliamo che il sito di Cornigliano venga valorizzato per le specificità che ha, per le grandi potenzialità su banda stagnata e zincatura – ribadisce Christian Venzano, segretario generale della Fim Cisl – abbiamo tante aree, si è parlato di un forno elettrico nel piano di rilancio. Non fermiamo i macchinari. Vogliamo che il governo si prenda la responsabilità di rilanciare la siderurgia. Se si fermano gli impianti vuol dire spegnere Cornigliano, questo è inaccettabile. Non si tratta così un settore trainante dell’economia. Dopo magari ci saranno acquirenti. Il mercato richiede l’acciaio e i nostri prodotti, banda stagnata e prodotto zincato”.
“Il distacco totale da Taranto Sarebbe una follia – commenta Antonio Apa, segretario generale della Uilm Liguria – un conto è stare complessivamente nel gruppo, un conto staccarsi perché si perde anche la capacità di stare uniti complessivamente. Credo che il ministro non abbia le carte in regola: tutta la strategia impostata da Urso per la vendita dell’Ilva si è dimostrata un fallimento. Genova è sempre stata un caposaldo dell’industria, ci sono tutti gli ingredienti per un rilancio”.
“Abbiamo preso atto della duplice convocazione, rimane intatta la preoccupazione – avverte Maurizio Rimassa, segretario generale della Usb Liguria – sono stati fatti molti tavoli nelle scorse settimane, gli ultimi si sono conclusi in modo drammatico. Dobbiamo capire se c’è un cambio di orientamento da parte del governo. Quello che oggi è sul tavolo conduce alla fine della siderurgia nel nostro Paese, una cosa inaccettabile. Abbiamo chiesto chiarimenti sul contenuto del decreto che dovrebbe discutere in questi minuti il consiglio dei ministri dedicato a Ilva. Speriamo di avere indicazioni di un mutamento di volontà politica”.
La politica, Bucci e Salis: “Acciaio è fondamentale”
“È stato un incontro positivo, abbiamo lavorato intensamente in questi giorni – le parole del presidente della Regione Marco Bucci – ho contattato personalmente il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso, ribadendo quali fossero le esigenze del territorio, delle istituzioni e dei sindacati, e mi è stata confermata la disponibilità per un incontro a Roma il 28 novembre. Ho sottolineato la necessità che almeno una parte dell’incontro fosse dedicata esclusivamente alla situazione del Nord Italia, e così sarà. Poi seguirà un incontro con le parti di tutti i territori coinvolti. Abbiamo trovato una soluzione che soddisfa tutte le parti”.
“Noi ribadiremo la nostra posizione: la fabbrica dell’acciaio a Genova è fondamentale per il nostro tessuto economico, per la nostra città e per la Liguria intera. Noi vogliamo difendere la fabbrica e i lavoratori, vogliamo che la fabbrica continui non solo a lavorare, ma che generi ricadute sul territorio, con un business che funziona, da cui ci aspettiamo, a cascata, effetti positivi a livello economico e occupazionale, e crescita. È essenziale che nell’attesa che la gara si concluda, con un acquirente ben definito, ci sia una possibilità di sostenere il mercato, e quindi la produzione e il lavoro”, ha concluso Bucci.
La sindaca di Genova Silvia Salis dichiara: “È molto importante che in questo momento si faccia quadrato intorno ai lavoratori dell’ex Ilva che hanno la paura legittima che lo stabilimento di Genova Cornigliano vada verso una chiusura. Sarebbe un dramma sociale per questa città, che non voglio neanche immaginare”.
“Ringrazio i lavoratori per la disponibilità e tutta la città di Genova che in questi due giorni ha subito disagi ma ha capito l’importanza della battaglia – prosegue la prima cittadina – chiediamo al ministro Urso che, come è venuto qui a Genova a chiedere una risposta netta sulla posizione dell’amministrazione comunale circa il futuro industriale dello stabilimento, così ora ci dica qual è il tipo di investimento che il governo ha in programma per il polo di Cornigliano.
Salis ribadisce: “ci aspettiamo delle risposte che non devono prevedere il progressivo smantellamento della produzione a Genova, perché qui si produce banda stagnata, della latta c’è bisogno: è un’eccellenza nazionale e su questo non bisogna disinvestire ma aumentare la produzione”.