Ex Ilva, all’orizzonte una settimana storica: Genova guarda al futuro con o senza Taranto

  • Postato il 12 luglio 2025
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aree ex ilva cornigliano centrale

Genova. La prossima ha tutta l’aria di essere una settimana storica per il futuro dell’ex Ilva. La giornata clou sarà quella di martedì 15 luglio: al ministero delle Imprese e del Made in Italy potrebbe arrivare la firma sull’accordo di programma per la decarbonizzazione dell’acciaieria di Taranto, mentre a Genova la Fiom organizza un convegno per presentare l’ipotesi di un forno elettrico a Cornigliano, in uno scenario che potrebbe anche sancire la separazione dei destini industriali della siderurgia tra Puglia e Liguria, finora legati a doppio filo nel bene e soprattutto nel male.

Ex Ilva, verso l’accordo a Taranto: cosa succede a Genova?

Martedì scorso, dopo un incontro di otto ore con le istituzioni pugliesi, il ministro Adolfo Urso ha parlato di “giornata storica”. Due le ipotesi uscite concretamente dal tavolo. La prima, quella che prevede la costruzione di tre forni elettrici a Taranto alimentati da altrettanti impianti per la produzione del Dri (direct reduced iron, il cosiddetto preridotto). La seconda manterrebbe i forni elettrici a Taranto, ma con l’impianto Dri delocalizzato altrove, probabilmente a Gioia Tauro e comunque nel Mezzogiorno per ragioni logistiche. Il problema degli impianti Dri è che richiedono grandi quantità di gas (o in alternativa idrogeno) e quindi, nella maggior parte dei casi, la presenza in prossimità di una nave rigassificatrice che possa garantire un approvvigionamento costante. E a Taranto “nessuno la vuole”, ha ribadito il sindaco Piero Bitetti.

E Genova? In questo risiko industriale tutto concentrato nel Sud Italia il sito ex Ilva di Cornigliano rimarrebbe nuovamente ai margini. Da giorni il presidente ligure Marco Bucci sta lavorando sottotraccia col ministro Urso per quelli che definisce “piani B, C e D”, anticipando solo che “per Genova ci sono cose importanti sul terreno, appena ci daranno la luce verde ne parleremo”. L’accordo in vista a Taranto, però, non sembra preoccupare più di tanto il governatore. Anche perché negli ultimi giorni ha iniziato a farsi strada l’ipotesi dello spezzatino, cioè una vendita separata per gli impianti del Nord, che a questo punto potrebbero diventare totalmente autonomi dalle vicende pugliese.

Asse Fiom-Danieli per il forno elettrico

È anche in questo contesto che il 15 luglio, dalle 17.00 al Genova Airport Hotel, si terrà il convegno La siderurgia a Genova: quale futuro? organizzato dalla Fiom e moderato da Armando Palombo, storico membro della Rsu dell’ex Ilva. A illustrare l’ipotesi di un forno elettrico nelle aree di Cornigliano sarà il ligure Antonello Mordeglia, membro del board di Danieli, che ha contribuito a inventare il primo e unico alimentatore di potenza al mondo per il controllo e la fusione nei forni elettrici ad arco con azzeramento della potenza reattiva. Ci saranno Marina Begotti, responsabile della comunicazione di Acciaierie d’Italia, il viceministro Edoardo Rixi, la sindaca Silvia Salis e il consigliere regionale delegato allo Sviluppo economico Alessio Piana, ma anche Luca Barigione, presidente di Federmanager che aveva già avviato un’alleanza coi sindacati dei metalmeccanici per il rilancio dello stabilimento.

Ad oggi l’unicità dello stabilimento genovese, che dal 2005 ha chiuso il ciclo a caldo in base all’accordo di programma, è la banda stagnata. Quello di Cornigliano è l’unico sito in Italia in grado di produrre lattine e, coi livelli di produzione attuali, è completamente insufficiente a soddisfare le esigenze dell’Italia, che risulta il maggiore importatore europeo. La sfida, oltre a potenziare le linee esistenti, è puntare sul riciclo completo del materiale, ma anche avviare nuova produzione a partire dai rottami. Ed ecco allora che un forno elettrico diventerebbe cruciale per fare il salto di qualità, senza dipendere più dai rotoli imbarcati a Taranto ed eventualmente anche senza preridotto.

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Lo stabilimento ex Ilva visto dalle alture di Cornigliano

Il futuro di Cornigliano e i dubbi sull’ambiente

Tutti temi da approfondire, tenendo conto anche dello scetticismo naturale della delegazione ponentina dopo decenni di morti per colpa della siderurgia. E tenendo conto anche dei diversi appetiti su quelle aree, 0ltre un milione di metri quadrati vincolati alla siderurgia ma con meno di mille occupati, in un’area strategica vicino al porto e alle principali vie di comunicazione, con interessi privati che spaziano dalla logistica alla cantieristica. Aree che in ogni caso dovranno mantenere una “vocazione industriale“, come hanno chiarito la sindaca Salis e la sua giunta, finora piuttosto cauti sul ritorno della produzione a caldo che solleva diverse questioni in tema ambientale.

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Genova24

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