Ex Ilva, il comitato No forno elettrico: “Salis abbandoni narrazioni fuorvianti e difenda i genovesi”

  • Postato il 4 settembre 2025
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  • Di Genova24
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Generico settembre 2025

Genova. “Chiediamo alla sindaca Salis di abbandonare narrazioni parziali e rassicuranti, e di assumersi fino in fondo la responsabilità di difendere Genova e i suoi abitanti da un progetto che cambierebbe per sempre la città, riportandola indietro di decenni“. Con queste parole il comitato No forno elettrico Genova reagisce alle dichiarazioni della prima cittadina a margine dell’incontro col ministro Urso sul forno elettrico per l’ex Ilva di Cornigliano.

Si preannuncia una giornata calda nella delegazione del Ponente genovese: a partire dalle 17.00 ai giardini Melis scenderanno in piazza le realtà associative che si oppongono alla riaccensione della produzione a caldo nonostante le promesse di sostenibilità ambientale che arrivano in coro da Governo, Regione e Comune. E a pochi metri di distanza si terrà un volantinaggio dei sindacalisti della Fiom, fin da subito a favore del forno elettrico, con l’appoggio di un comitato per il sì.

La salute pubblica viene prima della ragion di Stato e non ha colori politici, ora più che mai c’è bisogno di tutti – l’appello circolato negli scorsi giorni –. Facciamoci sentire. Sono invitati i corniglianesi che hanno a cuore la salute dei propri cari e tutti i genovesi che per la città non vogliono il ritorno della siderurgia in mezzo alle case ma un futuro industriale pulito”.

L’attacco del comitato: “Dalla sindaca narrazioni fuorvianti e minimizzanti”

Intanto, nel mirino del comitato “no forno” presieduto da Daniela Malini finiscono le recenti dichiarazioni della sindaca di Genova Silvia Salis secondo cui “in Italia ci sono 34 forni elettrici in 26 città, anche molto vicini a luoghi densamente popolati”. Dichiarazioni bollate come “fuorvianti e gravemente minimizzanti rispetto alla realtà del progetto previsto per Cornigliano”.

Sono tre i punti contestati. Anzitutto le dimensioni: “Nessuno dei forni elettrici presenti in Italia ha una capacità di 2 milioni di tonnellate annue collocata a 200-300 metri dalle case, dalle scuole, dagli ospedali e da un quartiere densamente popolato come Cornigliano. Gli impianti citati dalla sindaca hanno capacità molto inferiori, oppure si trovano in aree industriali portuali o periferiche, ben più distanti dal tessuto abitativo”

Secondo punto: gli effetti sanitari e ambientali. “Dove esistono impianti siderurgici vicini alle città (come a Brescia o Terni), gli studi epidemiologici hanno documentato incrementi significativi di patologie respiratorie, cardiovascolari e oncologiche, con un pesante tributo pagato dalle popolazioni residenti. Portare a Genova un forno di scala senza precedenti, in un territorio già segnato da decenni di inquinamento, significa condannare i cittadini del Ponente genovese a nuove esposizioni e nuovi rischi per la salute”.

Terzo punto: “la verità nascosta“, come viene definito. “Paragonare Cornigliano a 26 città italiane è un’operazione di disinformazione. È come confrontare una ciclomotore con un tir da 40 tonnellate: entrambi hanno motori, ma l’impatto sulla strada è incomparabile. Cornigliano sarebbe un caso unico in Italia e in Europa: un forno elettrico da 2 milioni di tonnellate a ridosso di un quartiere abitato.

Il comitato “ribadisce con forza che la tutela della salute e del diritto a vivere in un ambiente sano non può essere subordinata a logiche industriali e occupazionali. Esistono alternative tecnologiche e localizzative, ma non esiste alternativa alla vita e alla salute dei cittadini”.

Il forno elettrico divide politica e cittadini

In realtà il fronte del no è diviso in molteplici rivoli. Una è quella rappresentata da Patrizia Avagnina, cofondatrice delle Donne di Cornigliano e del comitato Difesa Ambiente e Salute, presente martedì all’incontro in prefettura con rappresentanti di Legambiente e della Rete genovese e ligure dei comitati. Altri hanno deciso di non partecipare al vertice, ma saranno in piazza oggi pomeriggio. Una frattura diventata sempre più evidente e usata da chi è favorevole al ritorno della siderurgia a caldo per screditare la battaglia del no.

A dire il vero, però, anche le coalizioni politiche appaiono divise al loro interno. Nella maggioranza di Silvia Salis molti hanno espresso più di una perplessità – Avs con parole di netta contrarietà rispetto al forno elettrico – e forti mal di pancia si registrano anche in municipio dove non è stata gradita l’esclusione del presidente Fabio Ceraudo dal tavolo col ministro. Se nel centrodestra le voci dei partiti sono tutte allineate coi sì del governatore Marco Bucci non mancano gli esponenti locali – come Maurizio Amorfini e Mauro Avvenente – che dicono no.

 

Autore
Genova24

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