Ex Ilva, sei offerte tra acquisizione in blocco e “spezzatino”: Marcegaglia punta su Cornigliano

  • Postato il 27 agosto 2025
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  • Di Genova24
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Genova. Sono sei al momento le offerte arrivate fino ad oggi sul tavolo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy per quanto riguarda l’acquisizione dell’ex Ilva, il gruppo siderurgico italiano – oggi in amministrazione straordinaria – che vede nel suo pacchetto gli impianti di Taranto, Novi Ligure, Racconigi e Cornigliano.

La procedura di vendita, riaperta dai commissari straordinari, ha attratto l’attenzione di una serie di attori internazionali e italiani. Tre di questi, la Baku Steel, l’indiana Jindal e l’americana Bedrock Industries, hanno espresso la volontà di rilevare l’intero perimetro aziendale. Gli altri tre pretendenti sono italiani e sono Marcegaglia, Eusider e Sideralba. Questi ultimi punterebbero all’acquisizione di specifici asset, riaprendo quindi concretamente l’ipotesi dello “spezzatino”, nonostante le recenti dichiarazioni del ministro Adolfo Urso sul tema, ministro che sarà a Genova il prossimo 2 settembre.

Lo scenario della vendita in blocco, quindi, vede oggi in corsa il consorzio azero-statunitense Baku Steel, l’indiana Jindal Steel e il fondo di private equity statunitense Bedrock Industries. In caso di assegnazione ad uno di questi tre soggetti, quindi, l’impianto di Cornigliano rimarrebbe legato ai destini di Taranto, vincolato da un processo di decarbonizzazione i cui contorni ad oggi però restano ancora da definire nel dettaglio e sul quale pendono ancora diverse incognite tra cui la localizzazione della nave rigassificatrice necessaria all’utilizzo del gas per i processi produttivi.

Gli altri tre offerenti, Marcegaglia, Eusider e Sideralba, hanno invece manifestato interesse per singoli asset. Questa opzione è particolarmente dirimente per il futuro di Cornigliano, visto il forte interesse di Marcegaglia per gli impianti del Nord Italia. L’azienda, che ha già acquisito un sito in Francia a Fos-sur-Mer, potrebbe voler integrare lo stabilimento genovese nella sua rete produttiva. Un’eventuale acquisizione da parte di Marcegaglia segnerebbe la fine dei legami con Taranto e l’inizio di una nuova fase per l’impianto genovese, che potrebbe diventare un tassello cruciale nella strategia del nuovo gruppo. E, soprattutto, potrebbe aprire concretamente la via al ritorno delle lavorazioni a caldo a Genova, con la costruzione del forno elettrico ad arco.

La definizione di questa fase si avrà però solo dopo il 15 settembre, quando terminerà la manifestazione di interesse. I commissari solo allora potranno avviare le apposite trattative legate sostanzialmente al completamento della decarbonizzazione e alla gestione degli impatti ambientali. Ma non solo, sebbene la cassa integrazione guadagni straordinaria sia stata prorogata per tre anni, le garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali saranno decisive.

 

Autore
Genova24

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