Ex Juventus Esnaider non si dà pace per la morte del figlio 17enne: "Non mi riprenderò mai"
- Postato il 17 dicembre 2025
- Di Virgilio.it
- 9 Visualizzazioni
Juan Eduardo Esnaider, ex attaccante della Juventus, si è raccontato ai microfoni de “El Calefito”, ricordando la perdita del figlio Fernando, morto a soli 17 anni il 25 dicembre del 2012. Una chiacchierata a cuore aperto, nel corso della quale l’ex calciatore non si è dato pace.
- Esnaider, la perdita del figlio Fernando
- Esnaider, un lutto incancellabile
- La carriera di Juan Eduardo Esnaider
Esnaider, la perdita del figlio Fernando
Sono trascorsi quasi 13 anni dalla morte di Fernando Esnaider Ruiz, figlio di Juan Eduardo, ex attaccante della Juventus, sconfitto da una malattia a soli 17 anni. L’anniversario della scomparsa ricorre il giorno di Natale, un giorno che l’ex calciatore cancellerebbe volentieri dal calendario e dalla propria vita.
Fernando stava seguendo le orme del padre, ma in un ruolo diverso, il difensore. Non era forte tecnicamente, anzi, probabilmente non avrebbe continuato a giocare a calcio. Intanto era tesserato con le giovanili del Getafe: “Era un difensore centrale, ma tecnicamente scarso. Non so cosa vedessero in lui, ma continuavano a ingaggiarlo. Era un bravo ragazzo, una meraviglia, mi manca molto”, ha commentato Esnaider, intervistato da Josep Pedrerol per “El Cafelito”.
Esnaider, un lutto incancellabile
La vita ha sorriso a lungo ad Esnaider, attaccante prolifico negli anni ’90, passato pure per l’Italia dopo aver indossato entrambe le casacche madrilene, al Real e all’Atletico, e quelle di Zaragoza ed Espanyol. Una carriera importante, iniziata in Argentina; la costruzione di una famiglia serena, fino al tragico epilogo.
Fernando muore il 25 dicembre del 2012, il giorno di Natale. Un giorno come tutti gli altri da 13 anni a questa parte: “Ogni giorno è difficile, non solo il 25 dicembre. Dipende da come mi sveglio, dal mio umore, dalle cose che ho da fare. Ma sono tutte cose molto difficili”, ha confessato a cuore aperto, come riportato anche dal quotidiano “Marca”.
Il vuoto è incolmabile, lo sarà per tutta la vita. Esnaider non si dà pace: “La vita mi è stata dura solo una volta, è l’unica cosa difficile che ho vissuto nella mia vita, ma non lo perdonerò mai. Non ci si riprende mai da una situazione del genere. Io e mia moglie abbiamo parlato sempre di tutto, non siamo mai rimasti in silenzio e questa è stata una buona cosa. E se dobbiamo piangere, piangiamo…”.
La carriera di Juan Eduardo Esnaider
Esnaider, classe 1973, è stato un attaccante argentino di origini spagnole e tedesche. Un centravanti con un fisico importante, forte di testa, con uno spiccato senso del gol e un carattere spigoloso che lo ha portato, un po’ spesso, a non legare con compagni di squadra e allenatori.
Cresciuto con gli argentini del Ferro Carril, arriva in Europa nel 1991, acquistato dal Real Madrid e dirottato nella squadra B, prima di fare il debutto con i Blancos nella stagione 1992-1993. Quindi le esperienze al Zaragoza, all’Atletico Madrid e all’Espanyol.
Nel 1999 arriva la chiamata dall’Italia. La Juventus è alla ricerca di un attaccante per sopperire al grave infortunio subito da Del Piero nel novembre del 1998. La squadra arranca, Lippi si è dimesso ed è stato ingaggiato Ancelotti per provare a salvare una stagione tormentata, che si concluderà con la Juventus aggrappata alla qualificazione all’Intertoto.
I bianconeri versarono 12 miliardi di lire per inserirlo in rosa, ma l’esperienza fu deludente: neppure un gol in Serie A, appena uno in Coppa Italia e in Coppa Uefa, l’anno seguente, contro i ciprioti dell’Omonia Nicosia. Nel dicembre del 2000, dopo solo un anno in Italia arriva la cessione in prestito al Real Zaragoza, con il quale vince una Copa del Rey. Quindi vola al Porto, poi torna in Argentina, al River Plate e al Newell’s Old Boys dove terminerà la carriera dopo le parentesi in Corsica, all’Ajaccio e di nuovo in Spagna, al Real Murcia.