Ex Milan Rami: Mexes un pazzo, Pippo Inzaghi il peggior tecnico, quanti scherzi con Balotelli, Ibra faceva paura
- Postato il 17 agosto 2025
- Di Virgilio.it
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Ha visto di tutto nei suoi 12 anni da professionista, ha incontrato e conosciuto campioni e bidoni, tecnici illuminati e allenatori stravaganti. Da Siviglia a Valencia, passando per Lilla, Milan e Marsiglia, Adil Rami è stato un giramondo delle difese d’Europa e in una lunga intervista all’Equipe ha aperto il baule dei ricordi elencando il giocatore migliore con cui ha giocato e quello che ha affrontato, il più pazzo, il più festaiolo e tanti altri aneddoti.
- I tre compagni top di Rami
- La paura di affrontare Messi
- Il ricordo di Ibra
- Le bravate con Mexes
- La stroncatura di Inzaghi
I tre compagni top di Rami
Tra i tanti campioni con cui ha condiviso lo spogliatoio ne indica tre su tutti: Hazard, Banega e Robinho: “Ho giocato a lungo con Eden Hazard (2007-2011, al Lille) e ogni volta mi sorprendeva un po’ di più. A Valencia, Ever Banega è stato incredibile anche lui (2011-2013). Ogni palla che gli passavo non tornava mai indietro… Dopo, sarebbe troppo facile per me dirvi Kylian Mbappé per la Francia, o Ousmane Dembélé… Ce ne sono stati molti. Robinho, per esempio, al Milan (2014), che era a fine carriera ed era un po’ grasso … In allenamento, non avevo mai visto un ragazzo farmi così male in un uno contro uno senza toccare la palla. Era un ballerino, ma era molto difficile da marcare. Giocavamo 5 contro 5 ed era l’unico giocatore che non volevo vedere davanti a me. Era impressionante”.
La paura di affrontare Messi
Come avversario lo spauracchio era Messi: “Nella mia carriera, la domanda che mi è stata posta 2.000 volte è stata: meglio Messi o Ronaldo? E mi ha dato fastidio dirlo perché Cristiano Ronaldo mi piace molto. Sono due stili di gioco diversi, ma non sono paragonabili, è un dono, non ci puoi fare niente. Se dovessi scegliere una carriera tra quella di loro due, avrei scelto quella di Ronaldo , per l’immagine, per quello che è… Ma con Ronaldo ero felice perché sapevo che potevo toccarlo, fare fallo. Messi, anche se avessi voluto afferrargli la maglia per fare fallo, non ci sarei riuscito “, conclude.
Il ricordo di Ibra
Per quanto riguarda i giocatori più aggressivi che ha affrontato, Rami indica Diego Costa e Ibrahimovic , anche se ammette che fuori dal campo quest’ultimo non è lo stesso: “Durante una partita Svezia-Francia (2-0, nel 2012), ci ha fatto soffrire. Ho pensato: “Gli vado dietro, gli faccio male”, perché a un certo punto mi ha colpito. È stata una pessima idea. Ti sembra una forza della natura. Se vuole darti una gomitata, se gli viene voglia di colpirti, ti rompe la mascella… Fa quello che vuole. Ma alla fine, abbiamo scoperto di avere molti amici in comune perché aveva giocato nel Milan. Dopo, quando vedi quel ragazzo, anche da lontano, anche da calciatore, diventi un tifoso. Poi abbiamo giocato di nuovo contro di lui, in Champions League, e non è più successo niente”.
Le bravate con Mexes
L’ex difensore ha poi raccontato uno degli aneddoti più folli vissuti con il suo ex compagno di squadra, Mexès: “Philippe Mexès è pazzo. Durante Euro 2012, siamo andati a pescare nel lago vicino al nostro campo base in Ucraina. Siamo partiti a metà pomeriggio, quando avremmo dovuto fare un pisolino. Tutti i pesci che avevamo pescato, li avevamo messi nella fontanella dove dormivamo . La mattina, tutti si sono svegliati, c’era odore di pesce ovunque e tutti i pesci erano morti. È stato un vero disastro. Anche Emerson , con me, quando era al Lille (2006-2011), era un gran festaiolo. Poi Robinho, anche lui faceva un sacco di feste. E poi Mario Balotell (Marsiglia, 2019). In realtà, il più pazzo e quello che faceva più festa è Mario. Quel ragazzo faceva così tante cose… Un giorno, io e lui ci siamo incontrati a una festa e ci stavamo divertendo a schiacciare noci con la testa. Finché non mi sono spaccato la fronte e lui è morto dalle risate”.
Durante i festeggiamenti per il campionato con il Lille, il giorno dopo ha rischiato di non arrivare alla festa ufficiale con il resto dei suoi compagni di squadra: “Quando eravamo campioni di Francia con il Lille . Il problema è che era una festa così grande che non posso raccontarvela perché ero completamente distrutto. Siamo andati a La Fabrique a Lille e abbiamo fatto un piccolo tour con gli amici. Eravamo stati campioni di Francia a Parigi (2-2 il 21 maggio 2011). Siamo tornati a Lille in autobus, dove stavamo già festeggiando. Siamo arrivati direttamente in divisa del LOSC in discoteca.
Mi hanno detto: “Domani mattina ci vediamo a tale ora, in tale parcheggio per salire sull’autobus a due piani”. E, naturalmente, Adil Rami non c’era. Ma sono l’uomo più fortunato del mondo. Ci siamo incontrati verso le 8 e verso le 9:30 sono finalmente riuscito a contattarli: ” Dove siete?”. Tutti mi chiamavano e io pensavo: “Non so dove mi trovo”. Ho guardato il nome della via, ho dato il nome e il numero civico e loro hanno detto: “Non muoverti, dai, stiamo arrivando.” L’autobus a due piani è venuto a prendermi dopo tre minuti. “Non mi sentivo bene, avevo caldo… Mi hanno dato una sciarpa, una maglietta ed eccomi lì, via”, ha detto .
La stroncatura di Inzaghi
Unai Emery è stato l’allenatore che maggiormente ha lasciato il segno sia a livello professionale che personale su di lui, mentre in negativo parla di Pippo Inzaghi (Milan, 2014-2015): “Credo sia stato uno dei peggiori che abbia mai avuto in carriera. Ne ho avuti di brutti, potrei elencarli… Un giorno, dopo che avevo giocato diverse partite di fila, ho visto che non ero titolare. Ha chiamato 4-5 giocatori della squadra, ha detto: “Beh, farò delle scelte, dovrai accettarlo”. Sono intervenuto e ho detto che non capivo, avevo l’impressione che non avrei giocato. Mi ha detto: “Se non ti faccio giocare questa partita, è perché giochiamo contro la Fiorentina “.
Avevamo un difensore centrale che si chiamava Cristian Zapata, un colombiano. Mi ha detto: “ Non ti faccio giocare questa partita perché Zapata è colombiano e preferisco affidarmi a lui per questa partita perché affronterà Juan Cuadrado, anche lui colombiano “. L’ho guardato e ho detto: ” In questo caso, sono morto, non ci sono giocatori francesi in Italia !” Ma parlavo un pessimo italiano e non capì la mia frase. Era così ridicolo. E lì pensai: ” Sono di fronte al peggior allenatore che abbia mai visto in vita mia. Non avevo mai sentito quella scusa prima”.