F1, Ferrari: 18 anni senza una vettura vincente, serve un leader
- Postato il 7 luglio 2025
- Formula 1
- Di Virgilio.it
- 1 Visualizzazioni

Ferrari non riesce a produrre una vettura vincente da ben 18 stagioni. Quasi quattro lustri in cui le promesse non mantenute hanno preso la ribalta. Una situazione immutabile, a quanto pare, benché gli sforzi per redimere la Rossa da questa inguaribile patologia non siano mancati. Anno solare 2025, stessa storia: il Cavallino Rampante parte bene solo nelle parole per poi affossare ogni attesa ancor prima di partire.
Dove sta il leader della Ferrari quando serve?
Vasseur cavalca il team nel ruolo di leader da più di tre annate, eppure non sembra comportarsi come tale. L’ennesimo esempio arriva dopo la qualifica di Silverstone. Le due SF-25 non erano in grado di gestire bene l’attivazione delle gomme. Mancava grip, e lo abbiamo visto specie nei tratti guidati del percorso d’oltremanica. Ed è così che guidare l’auto modenese non era più “semplicemente impegnativo” come nelle libere.
L’handling è divenuto troppo complicato nelle curve lente, e pure nei curvoni veloci, vedi Maggots-Becketts-Chapel, l’aderenza disponibile per volare nel secondo settore non c’era più. Per chiarire: il rendimento era comunque buono, ma non più insuperabile dalla concorrenza. Gli alfieri della Rossa con questo hanno dovuto combattere. Tenere ferma e stabile la SF-25 era quasi impossibile in due cambi di direzione.
Parliamo di curva 3-4 e 16-17. Un aspetto che tra l’altro ha lenito l’efficacia della trazione. I ferraristi hanno dato tutto cercando di guidare sopra questi problemi. E lo hanno fatto. Tuttavia, quando devi spingere come un forsennato in dei punti dove la vettura non ti asseconda affatto, la percentuale di errore cresce a dismisura. Sbavature che sul riscontro cronometrico sono pesate ai fini della classifica finale.
Il pistolotto era per situarci all’interno dello scenario. Ora che lo abbiamo fatto pensiamo ancora a Vasseur. Lui, Fred, il presunto leader, parla di frustrazione per il risultato mancato. Poi fa da scaricabarile perché secondo la sua disamina la SF-25 aveva il potenziale per colorare di rosso la prima fila. Così riduce tutto agli errori dei piloti, perché se nel recente passato era il rendimento a mancare, sabato la colpa era di chi ha guidato. Badabum!
Il morale dei piloti ringrazia e porta a casa. Leclerc, sulla distanza dei 300km era in netta confusione. Sabato ha dato di matto dopo la Q3 perché ci teneva come non mai, eppure via radio nessuno gli ha detto nulla quando si è dato da solo della me**a in mondo visione. Il supporto serviva, ma dall’altra parte solo silenzio. Idem nel dopo qualifica, dov’era più importante far notare che il vantaggio su Mercedes e Red Bull stava aumentando. Leader cercasi.
Il politicamente corretto che ha un po’ rotto
Vasseur è sulla graticola. Le conferme sono parecchie e non potrebbe essere altrimenti dopo un avvio di stagione così nefasto. Promesse iperuraniche sbugiardate in ogni singola sessione 2025. Così, il Cavallino Rampante inizia a nutrire dubbi riguardo al ponte di comando. Senza dubbio non pare saggio defenestrare un team principal alla vigilia di un nuovo corpo normativo. Un regolamento dove tutto cambia, o quasi.
Tuttavia, in nome della continuità non ci si può sempre e comunque tappare gli occhi. A luglio nulla è ancora deciso, esattamente come un mese fa. In attesa di qualche novità vale la pena ricollegarsi al discorso di prima. Questo Vasseur è il leader che serve alla Ferrari? A livello tecnico abbiamo già la risposta, basta guardare le due vetture prodotte nel suo mandato. Mentre come “manager psicologico” le sue continue uscite non sembrano aiutare.
E dulcis in fundo ecco Vigna, Benedetto di nome e pure dalla fortuna, in quanto gestisce i conti di una multinazionale che fa soldi a palate. Vista la sua presenza a Silverstone, gli viene fatta domanda diretta su Vasseur, ma lui svia le indagini e parla di risultati sportivi, sebbene sino all’altro ieri non sapesse quante ruote aveva una F1. La nostra provocazione è chiara, tanto per ribadire che “il nostro” non risponde all’unica domanda interessante e di sua competenza.