F1, Leclerc: ricordo da brividi per Jules Bianchi 10 anni dopo la morte, il rapporto fraterno e l'incidente a Suzuka
- Postato il 17 luglio 2025
- Di Virgilio.it
- 3 Visualizzazioni

Erano amici, forse qualcosa di più. Quasi fratelli. Charles Leclerc ha voluto ricordare a modo suo Jules Bianchi il compianto e sfortunato pilota francese morto tragicamente dopo un terribile incidente a Suzuka nel Gran Premio del Giappone 2014. E lo ha fatto con parole importanti, come ogni anno, lanciando un messaggio a chi lo ha preso per mano e come un fratello maggiore lo ha portato dapprima nel kart, poi nelle categorie minori fino alla soglia della F1 in quel mondo Ferrari che per Bianchi era un sogno che si stava avverando e che per Leclerc è diventato realtà
- Leclerc per Jules Bianchi: un rapporto stretto
- Leclerc ricorda l'inizio del rapporto con Bianchi
- Chi era e come è morto Jules Bianchi
- Leclerc e Bianchi come fratelli in pista e fuori
- Bianchi, cosa è rimasto 10 anni dopo: parla Charles
Leclerc per Jules Bianchi: un rapporto stretto
Un rapporto stretto, strettissimo tra Leclerc e Bianchi. Jules era più grande di Charles e lo prese sotto la propria ala protettiva sin dai tempi dei kart presso il circuito di karting di Brignoles gestito proprio dalla famiglia Bianchi. Jules ha fatto praticamente da meccanico al piccolo Charles.
E lo ha presentato al suo manager, Nicolas Todt che ha preso Charles sotto la sua ala protettiva portandolo come aveva fatto con Bianchi nella Ferrari Driver Academy. Leclerc ricorda spesso Jules nelle sue interviste e non solo. Dopo la vittoria di Monaco dello scorso anno, Charles ha voluto donare alla famiglia Bianchi il casco con cui ha corso il Gran Premio del Giappone a 10 anni dalla morte di Jules.
Leclerc ricorda l’inizio del rapporto con Bianchi
Leclerc non ha dimenticato il decimo anniversario della scomparsa di Jules Bianchi, morto in circostanze davvero tragiche al Gran Premio del Giappone 2014. Il pilota della Ferrari ha voluto ricordare il suo caro amico, condividendone alcuni pensieri, ricordi, momenti passati insieme in una lettera piena di emozione e commozione:
“I primi ricordi che ho di Jules non sono legati al Jules pilota – dice Leclerc – ma piuttosto alla Jules persona, poiché l’ho vissuto molto più come un essere umano che come un pilota. I primi ricordi che ho di Jules non sono legati al Jules pilota, ma piuttosto alla Jules persona, poiché l’ho vissuto molto più come un essere umano che come un pilota. Ho alcuni aneddoti di quel periodo, ad esempio il primo film horror che ho visto era in realtà con Jules”.
Chi era e come è morto Jules Bianchi
Jules Lucien André Bianchi era nato a Nizza il 3 agosto 1989. Dopo tutta la trafila dal kart in poi, nel 2009 entrò nella Ferrari Driver Academy. Nel 2012 divenne terzo pilota Force India disputando alcune sessioni di libere poi nel 2013 la grande occasione, sfruttando la spinta della Ferrari che ne forniva i motori divenne pilota ufficiale della Marussia che però non gli garantiva grandi prestazioni. Nel 2014 l’impresa, pochi mesi prima di morire, nel Gran Premio di Monaco, grazie ad un 8º posto (diventato 9° per una penalità di 5 secondi), prese i primi punti della carriera e della storia della Marussia.
Il 5 ottobre 2014, nel corso del Gran Premio del Giappone, disputato sotto una pioggia battente, Bianchi perse il controllo della sua Marussia uscendo di pista a grandissima velocità e andando a impattare violentemente contro una gru mobile, ferma nella via di fuga per rimuovere la Sauber di Adrian Sutil, uscito di pista il giro precedente. Bianchi fu trasportato al reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Yokkaichi dove subì un intervento per ridurre un ematoma cerebrale. A novembre fu trasportato all’ospedale di Nizza dove non riprese mai conoscenza per spegnersi tra il 17 e il 18 luglio del 2015.

I soccorsi dopo il terribile schianto di Bianchi contro un trattore che stava rimuovendo la Sauber di Sutil a Suzuka
Leclerc e Bianchi come fratelli in pista e fuori
Il papà di Jules gestiva un kartodromo e questo consentiva al figlio e ai fratelli Leclerc di girare ben oltre l’orario consentito: “Lo ammiravo, ci siamo divertiti tantissimo. Aspettavamo che la pista di kart chiudesse al pubblico per poter salire. Poi ci scatenavamo in pista per ore e ore. Questi sono probabilmente i ricordi più speciali che ho”.
[iol_placeholder type="social_instagram" id="DMNY_3gswXf" max_width="540px"/]Leclerc sottolinea la bravura e la meticolosità di Bianchi che lui apprezzava e che in parte ha ereditato: “Jules era la persona più competitiva che abbia mai incontrato e sento che questa competitività è dovuta a lui. Era anche molto ossessivo, al punto che ogni volta che non era abbastanza bravo in qualcosa, lo rivedevi dopo un mese, due mesi o tre mesi e lui si era allenato a ogni singola occasione che gli si presentava. Non si arrendeva mai, mai, e lavorava sodo per migliorare in qualcosa. In qualsiasi cosa facesse, dava il massimo.”.
Bianchi, cosa è rimasto 10 anni dopo: parla Charles
“Spero che Jules venga ricordato come un pilota di grande talento – conclude il suo pensiero Leclerc – che purtroppo non ha mai avuto la possibilità di far parte di un team di vertice con una vettura che lo aiutasse a dimostrare tutta la portata del suo talento. Ci sono persone che puoi vedere attraverso i loro occhi, attraverso il loro sorriso, quanto siano brave persone. E credo che Jules sia una di queste. Questa è probabilmente la cosa più importante che ricordo di Jules: quanto fosse una persona gentile e quanto fosse determinato a raggiungere i suoi obiettivi”.