Falsi sui controlli di viadotti e gallerie autostradali: il processo ‘Morandi bis’ resta a Genova

  • Postato il 30 settembre 2025
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crollo galleria berte

Roma. Il processo “Morandi bis” resta a Genova. Lo ha deciso la Corte di Cassazione dopo l’istanza di incompetenza territoriale sollevata  dai difensori degli imputati che aveva portato a una sospensione del processo, che quindi ora riprenderà nella tensostruttura di palazzo di Giustizia il prossimo 27 novembre.

Lo stop al processo in forza della legge Cartabia

Secondo i difensori dei 45 imputati i reati più gravi contestati sarebbero stati  commessi non a Genova bensì a Roma dove è collocato il database informatico di Aspi. Per i pm Walter Cotugno e Stefano Puppo invece il reato si era concretizzato a Genova. In base alla legge Cartabia la querelle doveva essere decisa dagli Ermellini, che dopo l’udienza di questa mattina in serata hanno sciolto la riserva.

La nuova norma infatti ha lo scopo di evitare che questioni di competenza possano portare ad annullare un processo già definito – come accadde con la vicenda Carige –  e per questo lo stop al processo viene deciso subito, fino alla decisione della Cassazione. Se gli Ermellini daranno ragione alla Procura il processo riprenderà a Genova, in caso contrario dovrà ricominciare a Roma.

L’inchiesta nata dopo il crollo del ponte Morandi

Il cosiddetto processo Ponte Morandi bis è lo sviluppo dell’inchiesta nata dopo il crollo dei viadotto Polcevera, che verte sui falsi report per accertare le condizioni di gallerie e viadotti, sulle barriere antirumore pericolose e sul crollo di una parte della volta della galleria Berté in A26.

Quarantasei in tutto gli imputati, in parte gli stessi che sono già a processo per la strage del 14 agosto 2018 che costò la vita a 43 persone. Tra loro ci sono  Giovanni Castellucci e gli altri ex top manager di Aspi, Paolo Berti, Michele Donferri Mitelli, quadri e vertici della controllata Spea, l’azienda incaricata delle manutenzioni, oltre che funzionari del ministero delle infrastrutture. Sono tutti accusati di falso, frode, crollo colposo. Per i pm Stefano Puppo e Walter Cotugno tutta la manutenzione delle autostrade liguri era carente e i controlli fasulli.

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Genova24

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