Famiglia dal Vietnam, residenza ad Albenga. L’assessore Gaia: “Comune dalla parte delle persone”. Il sindaco Canepa: “Calvario evitabile”
- Postato il 5 agosto 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Albenga. Dopo settimane di silenzi, rimpalli e ostacoli amministrativi, la famiglia Sarli – rientrata dal Vietnam nei mesi scorsi – può voltare pagina. Il Comune ingauno ha riconosciuto ufficialmente la residenza al nucleo familiare, rimasto per diversi mesi bloccato in un limbo burocratico nato dal braccio di ferro tra i Comuni di Albenga e Borghetto Santo Spirito.
“Il prendersi cura delle persone e supportare i bisogni dei cittadini va ben oltre le competenze amministrative specifiche di ogni singolo Comune. Albenga ha sempre dimostrato attenzione e sensibilità verso chi si rivolge ai nostri servizi sociali, mettendo al centro la persona e le sue necessità – spiega l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Albenga Marta Gaia a IVG -. Nel caso della famiglia Sarli, abbiamo scelto di procedere dando loro la residenza nel rispetto del diritto alla tutela sociale. Allo stesso tempo, abbiamo ritenuto opportuno richiedere un parere per chiarire meglio l’attribuzione delle responsabilità in situazioni simili“.
Marco Sarli, 70 anni, rientrato in Italia dal Vietnam a marzo insieme alla moglie, a una figlia adolescente e a una bimba di appena 16 mesi, ha ottenuto la residenza nel Comune dove effettivamente vive da mesi.
La vicenda, seguita da IVG fin dal principio, aveva creato un cortocircuito amministrativo tra Borghetto Santo Spirito e Albenga. Il primo, in quanto ultimo Comune di residenza AIRE di Sarli; il secondo, dove la famiglia effettivamente vive. “Non chiediamo privilegi, solo di poter vivere dignitosamente”, aveva spiegato Sarli, rivolgendosi ai sindaci dei due Comuni.
Per chiudere la questione, il sindaco di Borghetto Giancarlo Canepa aveva anche interpellato il Prefetto, quale “arbitro” di una partita burocratica che sembrava senza fine. La decisione di concedere la residenza ad Albenga per i Sarli segue – di fatto – la linea suggerita dal primo cittadino di Borghetto nelle scorse settimane. Canepa, tuttavia, commenta con tono agrodolce l’esito della vicenda: “In questi casi di solito si dice che tutto e bene ciò che finisce bene – afferma il sindaco ai microfoni di IVG -, ma resta l’amaro in bocca per la lunga odissea alla quale è stato, inutilmente, sottoposto il nucleo familiare quando era chiarissimo fin dall’inizio chi fosse l’unico soggetto titolato a concedere la residenza e a farsene, conseguentemente, carico. Un calvario che si sarebbe potuto, anzi dovuto, evitare“.
Conclude, infine, l’assessore ingauno: “Al di là del caso specifico è importante ricordare che l’attribuzione della residenza in ‘via del Comune’, rappresenta un livello essenziale delle prestazioni sociali. È un dovere che tutti i Comuni sono tenuti a garantire quando un cittadino, in condizione di fragilità, presenta una richiesta. Albenga c’è, e continuerà ad esserci, sempre dalla parte delle persone“.