Fed, mercoledì 18 tassi fermi ma sul dopo risalgono attese tagli
- Postato il 11 giugno 2025
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- Di Quotidiano del Sud
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Il Quotidiano del Sud
Fed, mercoledì 18 tassi fermi ma sul dopo risalgono attese tagli
Roma, 11 giu. (askanews) – Con l’inflazione in frenata negli Stati Uniti, fattore che si aggiunge al rallentamento del mercato del lavoro, si fa più scomoda la posizione della Federal Reserve, la Banca centrale Usa, nel mantenere ancora una volta lo status quo sui tassi di interesse. La prossima settimana, martedì 17 mercoledì 18 giugno si terrà un nuovo direttorio, il Fomc, e le attese prevalenti restano quella di una conferma sui tassi.
Ma anche senza considerare il probabile rilancio delle pressioni da parte della Casa Bianca – in questi mesi il presidente Donald Trump non ha certo risparmiato critiche al presidente della Fed Jerome “Troppo Lento” (come lo ha ribattezzato Trump) Powell – ora diversi esperti si chiedono che se l’istituzione non debba riconsiderare la sua impostazione, e riprendere la manovra di tagli al costo del danaro.
Soprattutto, nel mirino dei critici potrebbero finire le attese della Fed di pesanti contraccolpi in termini inflazionistici dai dazi commerciali decisi (e poi spesso rapidamente sospesi per portare avanti trattative) dall’amministrazione Trump.
Gli ultimi dati sull’inflazione, infatti, hanno mostrato che a maggio il caro via negli Usa è rallentato, come da attese, al 2,4% su base annua, un decimale in meno rispetto ad aprile. Ma l’aumento dei prezzi su base mensile, pari allo 0,1%, è stato inferiore al previsto, anche guardando all’indice di fondo (senza alimentari e energia). Quindi, almeno per ora, non si assiste a consistenti ricadute dai dati in termini di aumenti dei prezzi interni.
Secondo Richard Flax, direttore degli investimenti per Moneyfarm “almeno per il momento, la Federal Reserve manterrà un atteggiamento prudente, vista la continua incertezza sul piano delle politiche economiche”.
Previsione condivisa anche da Alexandra Wilson-Elizondo, di Goldman Sachs Asset Management, che tuttavia aggiunge: “i dazi non hanno avuto un grande impatto nell’immediato” e “se l’inflazione rimarrà sotto controllo o il mercato del lavoro mostrerà segnali di indebolimento, è probabile che la Fed prenda in considerazione un taglio dei tassi d’interesse in futuro”.
Queste attese sembrano la base di rinnovati indebolimenti del dollaro, con l’euro che nel pomeriggio risale di quasi mezzo punto percentuale a 1,1475 sul biglietto verde, mentre Wall Street è in rialzo.
John Lloyd, di Janus Henderson, ritiene probabili due tagli dei tassi prima di fine anno. Il 2026 “è certamente più difficile da prevedere, poiché l’economia e i mercati saranno influenzati dalle decisioni politiche del governo statunitense e di altri paesi”.
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