Femminicidio di Pamela Genini: la copia delle chiavi, la chiamata all’ex e la risposta ai poliziotti al citofono: “È glovo”

  • Postato il 15 ottobre 2025
  • Cronaca Nera
  • Di Il Fatto Quotidiano
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In una telefonata ha chiesto disperatamente aiuto al suo ex per paura che il suo attuale compagno potesse farle del male. Poi, all’arrivo della polizia, è stata lei stessa a rispondere al citofono provando a fingere che si trattasse di un rider per una consegna: “È Glovo“, ha detto al compagno. Tentativi però risultati inutili. Pamela Genini è stata uccisa dal 52enne Gianluca Soncin nel terrazzino di casa con 24 coltellate, alcune delle quali inferte anche davanti agli agenti.

Il 52enne originario di Biella, infatti, ha continuato a infierire su di lei anche durante l’irruzione della polizia, prima di puntare il coltello contro se stesso tentando il suicidio. Un femminicidio avvenuto nel terrazzino della casa della giovane, sotto gli occhi dei vicini che dopo aver sentito gridare aiuto avevano chiamato il 112. Sotto il palazzo di via Iglesias – nel quartiere Gorla di Milano – si era precipitato anche l’ex fidanzato della 29enne. Pamela lo aveva chiamato poco prima dell’aggressione mortale. L’uomo aveva già allertato le forze dell’ordine, ma è arrivato la giovane era già stata uccisa. I vicini di casa, allarmati dalle urla della ragazza, erano usciti sui balconi e ballatoi e l’hanno vista tentare di sfuggire a Soncin, mentre lui la tratteneva per i capelli. Hanno cercato di farlo desistere urlando di lasciarla stare, ma lui non si è fermato.

Prima di accoltellare Pamela, Soncin negli scorsi giorni si sarebbe procurato “copia delle chiavi dell’appartamento” della compagna. Circostanza che emerge dal fermo disposto dalla pm Alessia Menegazzo. Con quelle chiavi martedì sera avrebbe fatto irruzione in casa di Pamela, mentre lei era al telefono con il suo precedente fidanzato al quale aveva confidato i suoi timori, le aggressioni e le minacce di morte. Da quanto si è appreso, dalle audizioni è emerso che la modella-imprenditrice aveva avuto sospetti che lui fosse riuscito a fare una copia della chiavi della sua abitazione qualche settimana fa. Per questo aveva manifestato le sue paure, temendo il peggio

Il 52enne piemontese è accusato di omicidio volontario realizzato con “24 colpi” e commesso con “premeditazione” e con l’aggravante dello stalking per “averla ripetutamente minacciata di morte“. Deve rispondere anche di altre tre aggravanti: aver agito contro una persona con cui era legato da relazione affettiva, per futili motivi e con crudeltà. La premeditazione viene contestata perché Soncin si sarebbe presentato in casa di lei portando da fuori il coltello usato per ucciderla.

In quell’abitazione a Gorla, infatti, Pamela viveva da sola. L’uomo è residente a Cervia. Proprio nella città romagnola i due avevano convissuto per un periodo ma il 52enne aveva già minacciato di morte la ragazza e la sua famiglia. Per questo la ragazza era tornata dai suoi genitori, nella Bergamasca e poi si era trasferita a Milano in quell’appartamento dove martedì sera è stata da lui aggredita e uccisa.

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Il Fatto Quotidiano

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