Femminicidio, ok in Commissione al ddl del governo: ma il reato viene riscritto da un emendamento

  • Postato il 9 luglio 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Via libera della Commissione Giustizia del Senato al disegno di legge del governo che introduce il reato di femminicidio. L’ok è arrivato all’unanimità nel primo pomeriggio di mercoledì, con la conclusione del voto sugli emendamenti. Rispetto al testo varato a marzo dal Consiglio dei ministri, però, la nuova norma prevista al nuovo articolo 577-bis del codice penale è stata riscritta e ora recita così: “Chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di odio o di discriminazione o di prevaricazione o come atto di controllo o possesso o dominio in quanto donna, o in relazione al rifiuto della donna di instaurare o mantenere un rapporto affettivo o come atto di limitazione delle sue libertà individuali, è punito con la pena dell’ergastolo“. In tutti gli altri casi si applica l’articolo 575, cioè l’omicidio “semplice”, che come pena base (al netto delle eventuali aggravanti) prevede 21 anni. Nella versione originaria, invece, la formulazione era molto più generica: puniva “chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità“.

Il nuovo (e contorto) testo è frutto di un emendamento delle relatrici di maggioranza, la presidente della Commissione Giulia Bongiorno della Lega e Susanna Campione di Fratelli d’Italia, approvato all’unanimità. La riscrittura va incontro alle critiche espresse in audizione dagli addetti ai lavori (tra cui il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Cesare Parodi e il professore di Diritto penale Gian Luigi Gatta) sull’eccessiva indeterminatezza del reato. L’emendamento è stato a sua volta riformulato rispetto a una prima versione depositata nelle scorse settimane, molto più incentrata sul concetto di “rifiuto”, che avrebbe rischiato di tenere fuori casi come il femminicidio di Giulia Tramontano ad opera di Alessandro Impagnatiello.

La legge è “una svolta in diritto che segna anche un salto di qualità nella lotta alla violenza sulle donne”, esulta Bongiorno. “Riconoscere che il femminicidio è frutto di discriminazione significa inquadrare correttamente il fenomeno. Esprimo la mia soddisfazione come presidente della Commissione per l’ok a un testo che rappresenta anche una battaglia della Lega, che portiamo avanti da tempo”, afferma. “Ci tenevamo che si arrivasse ad un provvedimento condiviso. Ce l’abbiamo fatta, è stata una dura battaglia”, commenta invece la senatrice Campione di FdI. Durante l’esame in Commissione sono stati approvati, con riformulazione, anche gli emendamenti delle opposizioni che escludono i reati di violenza sulle donne – compresi nella disciplina del cosiddetto “codice rosso” – dalla “tagliola” di 45 giorni per le intercettazioni, diventata legge a marzo.

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Il Fatto Quotidiano

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