Fermato il presunto assassino di Charlie Kirk: Trump chiede la pena di morte
- Postato il 12 settembre 2025
- Di Panorama
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La caccia all’uomo durata quasi due giorni per trovare l’autore dell’omicidio di Charlie Kirk si è conclusa nella tarda serata di ieri. Le autorità statunitensi hanno preso in custodia un ventiduenne dello Utah, sospettato di essere il responsabile della sparatoria che ha ucciso l’attivista conservatore durante un evento alla Utah Valley University.
Ad annunciarlo è stato direttamente il presidente Donald Trump in un’intervista a Fox News: «Con un alto grado di certezza possiamo dire di avere la persona sospettata dell’assassinio», ha dichiarato il capo della Casa Bianca, ponendo fine alle speculazioni e alla paura che l’aggressore potesse essere ancora in fuga.
Il sospetto e l’arresto
Fonti citate dal New York Post hanno rivelato che il sospettato si chiama Tyler Robinson, 22 anni, originario dello Utah. Sarebbe stato il padre a convincerlo a consegnarsi, dopo che il giovane avrebbe confessato l’omicidio. Secondo la ricostruzione, l’uomo avrebbe contattato le forze dell’ordine e promesso di tenere il figlio sotto controllo fino al loro arrivo. La cattura è avvenuta a St. George, circa 400 chilometri a sud-ovest del campus, intorno alle 23 ora locale, come riportato dal New York Times.
Trump ha raccontato che un sacerdote, messo in contatto con la famiglia dagli investigatori, ha avuto un ruolo decisivo nel persuadere il ragazzo ad arrendersi. «Le forze dell’ordine hanno svolto un lavoro eccellente, la collaborazione è stata totale», ha commentato il presidente, definendo la vicenda un atto isolato, non collegato a reti terroristiche o organizzazioni più ampie.
La dinamica dell’attacco
Secondo le prime ricostruzioni, l’attentatore sarebbe entrato nel campus alle 11.52 di mercoledì, mescolandosi tra gli studenti accorsi per assistere all’incontro con Kirk. Dopo essersi diretto verso una scalinata interna, avrebbe raggiunto il tetto di un edificio, da cui ha aperto il fuoco alle 12.20, circa mezz’ora dopo.
Le testimonianze parlano di una scena di caos: oltre tremila partecipanti hanno cercato di fuggire mentre i colpi riecheggiavano all’interno della struttura. Kirk è stato colpito gravemente e trasportato d’urgenza in ospedale, dove è deceduto poco dopo.
Per rintracciare il sospettato, l’FBI aveva diffuso quattro nuove immagini tratte dalle telecamere di sicurezza della Utah Valley University. Le foto mostravano chiaramente lo zaino e alcuni dettagli dell’abbigliamento del killer, elementi che hanno consentito di stringere il cerchio attorno al ventiduenne.
Il ricordo di Trump
Donald Trump, che conosceva personalmente Kirk, ha voluto esprimere la sua vicinanza durante l’intervista televisiva. «Charlie era come un figlio per me», ha affermato commosso. Lo ha descritto come «un ragazzo brillante» che aveva contribuito ad avvicinare i giovani elettori al Partito Repubblicano. «Mi ha aiutato persino con TikTok», ha aggiunto il presidente, sottolineando quanto fosse raro che un volto conservatore riuscisse a parlare con efficacia a quella fascia di pubblico.
Il presidente ha inoltre dichiarato di non voler vedere il video della sparatoria, circolato rapidamente sui social network: «Non voglio ricordarlo in quel modo, ho sentito che quelle immagini sono terribili».
L’impatto politico e simbolico
La morte di Charlie Kirk rappresenta un trauma non solo per il movimento conservatore americano, ma anche per il dibattito politico complessivo negli Stati Uniti. Fondatore di Turning Point USA, Kirk era divenuto negli ultimi anni uno degli influencer più seguiti della destra statunitense, capace di mobilitare migliaia di giovani nei campus e sui social.
Per Trump, la sua figura aveva assunto un valore strategico: un ponte con quella generazione di elettori che spesso guarda con diffidenza al Partito Repubblicano. La sua perdita potrebbe lasciare un vuoto difficile da colmare proprio in un momento in cui la campagna elettorale si avvicina ai passaggi decisivi.
Il presidente ha già invocato la pena di morte per l’assassino, definendo «imperdonabile» l’attacco: «Charlie non meritava quello che gli è successo». Una posizione che si inserisce nel suo tradizionale approccio duro in materia di sicurezza, ma che rischia anche di alimentare ulteriori divisioni in un Paese già profondamente polarizzato.
Un Paese sotto shock
Nelle ultime ore, messaggi di cordoglio sono arrivati da numerosi esponenti politici, ma anche da studenti e attivisti che avevano seguito Kirk negli anni. Sui social si moltiplicano i tributi e i ricordi, mentre all’esterno del campus è stato allestito un memoriale improvvisato, con fiori, candele e messaggi scritti a mano.
L’omicidio di Kirk solleva nuove domande sul livello di sicurezza all’interno delle università e sugli episodi di violenza politica che, negli Stati Uniti, continuano a segnare il dibattito pubblico. Per ora, resta il dramma di una comunità sconvolta e il silenzio interrotto solo dalle parole di Trump: «Tutto si è sistemato».