Festival del Cinema di Venezia, le pagelle del decimo red carpet
- Postato il 5 settembre 2025
- Di Panorama
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Il decimo giorno della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia porta sul Lido un’intensa giornata dedicata alla musica italiana, raccontata attraverso tre documentari che esplorano creatività, introspezione e rigenerazione artistica: è il momento di Francesco De Gregori Nevergreen di Stefano Pistolini, Nino 18 Giorni di Toni D’Angelo e Piero Pelù – Rumore Dentro di Francesco Fei, opere che indagano rispettivamente il rapporto tra artista e pubblico, la dimensione familiare della musica e la resilienza dell’artista di fronte alle difficoltà.
Sul red carpet di Francesco De Gregori Nevergreen, il cantautore porta sul Lido l’intimità delle sue residenze milanesi: venti concerti in un piccolo teatro, con scalette selezionate di brani meno noti, trasformano ogni serata in un’esperienza unica per duecento spettatori. Il documentario cattura il dialogo con il pubblico e l’attenzione al dettaglio di un artista che trasforma ogni gesto e ogni nota in racconto personale.
Nino 18 Giorni segue invece il percorso di Nino, tra preparazione al ritorno in scena e dinamiche familiari, esplorando il legame tra vita privata e percorso artistico. Il documentario restituisce la vulnerabilità e la determinazione dell’artista, mostrando come la musica possa diventare ponte tra generazioni e momento di condivisione intima, capace di raccontare il quotidiano e le emozioni più profonde.
In Piero Pelù – Rumore Dentro, Francesco Fei racconta il dramma e la rinascita del rocker italiano dopo un grave svenimento in sala d’incisione che ha provocato un danno permanente al nervo acustico. Il documentario mostra come il silenzio forzato diventi occasione di introspezione e rigenerazione creativa, trasformando la difficoltà in nuovo impulso artistico e personale.
Il decimo giorno del festival conferma così la capacità di Venezia di dare spazio a un cinema italiano rigoroso e appassionante, capace di raccontare la musica non solo come arte, ma come esperienza emotiva e personale. Il Lido diventa ancora una volta teatro di storie che emozionano, riflettono e coinvolgono, offrendo al pubblico uno sguardo unico sul volto contemporaneo della narrazione musicale nazionale.
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