“Fiale di semaglutide vendute a 50 euro sul mercato nero. Prezzi bassi ma rischi enormi”: donna di 53 anni muore dopo un’iniezione illegale, l’allarme degli esperti
- Postato il 28 ottobre 2025
- Salute
- Di Il Fatto Quotidiano
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Nel Regno Unito cresce l’allarme per l’uso di farmaci dimagranti acquistati attraverso reti illegali online. Dopo il sequestro di migliaia di dosi di prodotti contraffatti contenenti semaglutide e tirzepatide, è emersa la storia di Karen McGonigal, una donna di 53 anni morta dopo un’iniezione somministrata in un salone di bellezza. Secondo quanto riportato dalle figlie a ITV News, Karen, residente a Salford (Greater Manchester), aveva deciso di sottoporsi a iniezioni di semaglutide acquistate sul mercato parallelo dopo che il suo medico le aveva negato la prescrizione ufficiale del Mounjaro (tirzepatide, prodotta da Eli Lilly) a causa dei criteri restrittivi del Servizio sanitario britannico.
Le dosi illegali le venivano somministrate in un centro estetico per appena 20 sterline a iniezione, senza garanzie igieniche né controllo medico. Dopo alcune sedute, la donna aveva effettivamente iniziato a perdere peso, ma poco dopo le conseguenze sono state tragiche. Karen si è sentita male: dolori addominali, difficoltà respiratoria, poi il collasso e il ricovero in terapia intensiva. È morta pochi giorni dopo. La polizia della Greater Manchester ha arrestato due persone con l’accusa di omicidio colposo e spaccio di sostanze soggette a prescrizione. Le figlie di Karen, Abbie e Ffion, hanno deciso di raccontare la vicenda per sensibilizzare l’opinione pubblica: “Vogliamo che nessun’altra persona viva quello che abbiamo vissuto noi. Se la nostra storia può salvare anche solo una vita, avremo fatto abbastanza”, hanno dichiarato.
Anna Maria Colao: “Prezzi più bassi, ma rischi enormi”
Ma perché molte persone ricorrono al mercato parallelo per ottenere questi farmaci?
“Principalmente per una questione di prezzo. Sul mercato nero o attraverso siti non ufficiali si trovano fiale vendute anche a 20 sterline a dose, mentre in Italia il prezzo regolare si aggira intorno ai 50 euro – spiega al FattoQuotidiano.it la professoressa Anna Maria Colao, già Presidente Sie (Società italiana di endocrinologia) e professore ordinario di Endocrinologia e malattie del metabolismo, cattedra Unesco di Educazione alla salute e allo sviluppo sostenibile, università Federico II di Napoli -. A questo si aggiunge la facilità di accesso: in rete basta un clic per acquistare un farmaco che invece richiede una prescrizione specialistica e un attento monitoraggio medico. È un fenomeno pericoloso, perché la gente pensa di risparmiare ma in realtà mette a rischio la salute”.
Molti pensano che, se il prodotto è autentico, non ci siano grandi rischi…
“Assolutamente no. Anche ammesso che il prodotto non sia contraffatto, l’assunzione senza controllo medico espone a rischi gravi. Questi farmaci, come semaglutide o tirzepatide, agiscono su ormoni che regolano l’appetito e la secrezione di insulina. Un dosaggio sbagliato può provocare nausea intensa, vomito, disidratazione, pancreatite, ipoglicemia e alterazioni della funzionalità epatica. Inoltre, chi li assume senza supervisione spesso non sa riconoscere i segnali d’allarme o non ha esami di controllo adeguati. In alcune persone possono insorgere anche effetti neurologici e cardiovascolari. Voglio sottolineare però una cosa: stiamo parlando di terapie efficaci, ma vanno gestite con prudenza e sotto il controllo dello specialista”.
Farmaci dimagranti: a chi possono essere prescritti
In Italia, chi può ottenere legalmente una prescrizione di semaglutide o tirzepatide per la perdita di peso?
“La normativa è molto chiara. Questi farmaci possono essere prescritti solo a persone con obesità documentata, cioè con un indice di massa corporea elevato e la presenza di comorbilità come diabete di tipo 2, ipertensione, ipercolesterolemia o apnea notturna. Non sono ammessi per chi vuole perdere pochi chili o per finalità estetiche. È un errore pensare che si tratti di ‘farmaci miracolosi’. Vanno inseriti in un percorso clinico, associato a dieta e attività fisica, e seguiti da medici specialisti”.
Cosa la colpisce di più in questo caso del Regno Unito?
“Che il desiderio di dimagrire, alimentato anche da modelli sociali irrealistici, possa spingere una persona a rischiare la vita. Questi farmaci hanno un’efficacia reale, ma sono strumenti medici, non cosmetici. Quando escono dal controllo sanitario diventano potenzialmente pericolosi. Il messaggio da dare è che non si gioca con gli ormoni, né con i metabolismi complessi del corpo umano”.
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