Fiat 500 storica, la leggenda italiana che unisce generazioni: il racconto dalla Valle di Susa
- Postato il 31 luglio 2025
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- Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – Al solo vederle sfilare, la gente si ferma, sorride, scatta una foto. Le FIAT 500 storiche, prodotte tra il 1957 e il 1975 negli stabilimenti di Mirafiori e Termini Imerese, continuano a emozionare. Simbolo della prima motorizzazione di massa in Italia, queste piccole utilitarie sono icone del Made in Italy e testimoni del boom economico che ha segnato la storia del Paese.
Alla leggendaria Nuova 500, nata nel 1957 per distinguersi dalle versioni Topolino e 500C del dopoguerra, è dedicata la nuova puntata della rubrica “Storie metropolitane”, curata dalla Direzione Comunicazione della Città metropolitana di Torino.
Un simbolo che emoziona ancora oggi
Per raccontare la forza evocativa di questa vettura, siamo andati a incontrare i soci del Coordinamento Valle di Susa del Fiat 500 Club Italia, guidati da Renato Breusa. Il club, fondato nel 1984 a Garlenda, conta oggi 23.000 soci ed è il più grande club monomodello al mondo, affiliato all’ASI dal 2000.
Con oltre 450.000 esemplari ancora circolanti, la 500 resta una passione trasversale: il 25% degli iscritti al club ha meno di 40 anni, segno che il mito non ha età. A Garlenda sorgono anche il Museo multimediale “Dante Giacosa” e un Centro di documentazione per l’educazione stradale, fiori all’occhiello del club, riconosciuto come testimonial dall’Unicef per il suo impegno sociale.
Raduni, ricordi e territorio
Il Coordinamento Valle di Susa, uno dei 180 nel mondo, ogni anno organizza raduni patrocinati dalla Città metropolitana di Torino, da Sestriere a Trana, da Bruzolo a Giaveno, unendo collezionismo e promozione turistica.
«Ogni anno in Italia organizziamo circa 200 raduni – racconta Renato Breusa – e constatiamo un crescente entusiasmo, soprattutto tra i giovani. La Fiat 500 è ancora registrata nel Pubblico Registro Automobilistico in oltre 300.000 esemplari».
Sulle rive del Lago Grande di Avigliana, Breusa e gli altri soci ci hanno raccontato le emozioni legate a questa piccola auto: i primi viaggi fuori porta, le vacanze in famiglia, episodi di vita quotidiana. «Alcune signore ci raccontano di aver avuto le doglie sulla 500, altre ci chiedono se le nostre auto siano in vendita», spiega Breusa. «Oggi come allora, per alcuni anziani è ancora l’auto di tutti i giorni».
Guidare una leggenda
Cosa significa, oggi, guidare una FIAT 500 d’epoca? Lo racconta Nico Argirò, autoriparatore di Sant’Antonino di Susa, che ha restaurato da solo la sua Nuova 500 del 1960 con portiere controvento:
«Significa essere al volante di un pezzo di storia. La manutenzione non è complessa: i ricambi si trovano e, con un po’ di manualità, si riesce a fare quasi tutto da soli».
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