Figli di coppie omogenitoriali, sì della Consulta al riconoscimento. Salis: “Sentenza che mi impegno a seguire”

  • Postato il 22 maggio 2025
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Genova. È di giovedì la sentenza della Corte costituzionale fondamentale nella battaglia delle coppie omogenitoriali sul riconoscimento dei figli. La Consulta ha infatti dichiarato costituzionalmente illegittimo il fatto che la legge italiana non preveda il riconoscimento automatico di entrambe le madri che hanno avuto un figlio con la procreazione medicalmente assistita all’estero.

Un tema su cui si è espressa, sempre giovedì, anche Silvia Salis, candidata sindaca del campo largo alle elezioni comunali: “Io mi impegno a seguire la sentenza – ha assicurato Salis – e mi impegno a riportare Genova ai giorni nostri. Genova purtroppo ha vissuto delle pagine grottesche per quello che riguarda il tema dei diritti in questi otto anni. Chiaramente è solo un tema di uniformarsi a quello che è il mondo senza pensare di fare dei passi indietro”.

Salis si era già espressa sul tema della trascrizione sui registri anagrafici comunali di entrambi i genitori dei bambini figli di coppie omogenitoriali. In Italia, infatti, nonostante la legge sulle unioni civili, non c’è una legge che riconosca i figli di due mamme e due papà, ed è necessario in questi casi rivolgersi a un giudice, a meno che il Comune non decida di sua sponte di trascrivere l’atto. Anche questo però è discrezionale, e soltanto alcuni sindaci hanno deciso di farlo (un esempio sono Dario Nardella, a Firenze, e Beppe Sala, a Milano) violando tra l’altro la circolare emessa nel 2023 dal ministro dell’Interno Piantedosi.

Proprio a Genova, nel 2018, le avvocatesse Ilaria Gibelli ed Elena Fiorini avevano chiesto e ottenuto dal tribunale di Genova l’iscrizione sul certificato di nascita di una bimba del nome della mamma e della compagna. Il Comune aveva presentato ricorso, e nel frattempo il tribunale aveva intimato all’amministrazione di trascrivere altri due atti dello stesso genere.

“Io credo che la politica debba smettere di fare propaganda sulla pelle dei bambini – aveva detto Salis  e che sia una cosa vergognosa quella che è avvenuta in questi anni, perché penso che in uno stato laico bisogna prima rispettare il diritto dei bambini e quindi uniformarsi a quella che è stata la sentenza genovese”.

Autore
Genova24

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