Finale Ligure istituisce una nuova Destination Management Organization: una rete strutturata per il turismo sostenibile e condiviso
- Postato il 3 giugno 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Finale Ligure. Uno strumento innovativo e partecipato per la gestione e lo sviluppo del turismo locale, con l’obiettivo di rendere la destinazione turistica ancora più attrattiva, organizzata e sostenibile. Con questi presupposti, il Comune di Finale Ligure ha definito e attivato un nuovo modello organizzativo per la gestione del turismo locale: la Destination Management Organization (DMO).
La nuova DMO rappresenta una svolta strategica, non solo dal punto di vista organizzativo, ma soprattutto come espressione di una visione di lungo periodo, basata su collaborazione, sostenibilità e competitività.
Perché una nuova struttura di gestione
Questa nasce da una riflessione strutturale sul ruolo che il turismo riveste oggi per la città: Finale Ligure non è solo una località turistica di eccellenza, ma un sistema complesso di attrattori, servizi, professioni e persone. Un ecosistema dinamico composto da attori diversi – pubblici e privati – ciascuno portatore di interessi, competenze e prospettive differenti, spesso non coordinati tra loro. Questa frammentazione ha reso evidente la necessità di creare un modello di governance integrato, capace di coordinare le energie del territorio verso una strategia comune. Da qui nasce la DMO: una rete formalizzata, in cui ogni soggetto ha un ruolo chiaro, funzionale e relazionato agli altri, all’interno di una visione condivisa della destinazione.
Il riferimento è al principio del cosiddetto approccio PPC (Pubblico, Privato, Comunità), che prevede la partecipazione attiva e congiunta delle amministrazioni pubbliche, delle imprese del comparto turistico e dei cittadini residenti. L’obiettivo non è solo gestire l’offerta turistica, ma costruire una comunità che vive, comprende e partecipa alla propria vocazione turistica in modo consapevole e responsabile. La crescita qualitativa e quantitativa dell’offerta turistica, la necessità di affrontare mercati sempre più dinamici, la complessità dei servizi offerti al visitatore e l’importanza di preservare l’equilibrio ambientale e sociale del territorio impongono una governance efficace e trasparente, che coinvolga tutti gli attori del settore.
Per costruire questa rete, è stato necessario un lavoro articolato su più livelli: concettuale, operativo e strategico. La prima fase ha richiesto una definizione condivisa degli obiettivi: creare una destinazione accogliente, capace di offrire esperienze autentiche, ben distribuite nel tempo e nello spazio, che valorizzino le specificità del territorio e migliorino la qualità della vita dei residenti.
La struttura della nuova DMO: un sistema integrato e partecipato
La nuova Destination Management Organization di Finale Ligure è concepita come un sistema articolato ma perfettamente integrato, che mette in relazione amministrazione pubblica, operatori economici, comunità locale e professionisti del settore. Al vertice della governance è istituito uno Steering Committee, organo strategico che definisce le linee guida e coordina le attività dell’intero sistema.
Un ruolo centrale è svolto dalla Destination Management Company (DMC), partner operativo incaricato di gestire la promozione della destinazione, le strategie di marketing, la comunicazione e lo sviluppo dei prodotti turistici. La DMC opera in sinergia con figure specializzate nei settori digitali, nelle relazioni pubbliche, nella consulenza strategica e nella creatività visiva, garantendo un approccio professionale e innovativo alle dinamiche del turismo contemporaneo.
La struttura comunale, attraverso l’Ufficio Turismo e lo staff degli IAT (Informazione e Accoglienza Turistica), mantiene un ruolo attivo sia nella gestione amministrativa che operativa, supportando l’organizzazione di eventi, curando l’aggiornamento delle informazioni turistiche e svolgendo un ruolo di connessione tra operatori e visitatori. Gli operatori IAT non si limitano più a offrire informazioni di base, ma diventano veri e propri “travel assistant”, capaci di supportare i turisti nella costruzione del proprio soggiorno grazie a un’offerta sempre più integrata e tematizzata.
Il Comitato Locale del Turismo (CLT), composto da rappresentanti delle principali categorie economiche che versano la tassa di soggiorno, svolge una funzione chiave nella pianificazione e approvazione degli investimenti. La Consulta Comunale del Turismo, organismo consultivo formato da associazioni, imprese e altri soggetti portatori di interesse, garantisce invece il confronto costante con il tessuto economico-sociale della città. Entrambi questi organismi rappresentano la voce del territorio e contribuiscono alla costruzione di un modello turistico condiviso e aderente alle esigenze locali.
Questo impianto organizzativo si distingue per la sua visione sistemica: non si limita a eseguire azioni isolate, ma agisce come piattaforma collettiva, capace di far dialogare i diversi soggetti, armonizzare gli interessi e rispondere in modo coordinato alle sfide esterne e interne.
Dal coordinamento alla co-progettazione: un cambio di paradigma
La DMO non è solo uno strumento di coordinamento, ma un laboratorio permanente di co-progettazione. È l’ambiente in cui si elaborano scenari, si tracciano strategie, si misurano i risultati e si correggono le rotte. L’organizzazione non agisce in modo centralizzato e autoritario, ma abilita i diversi soggetti a lavorare insieme, offrendo regole, obiettivi e strumenti comuni.
Si tratta, in sostanza, di una “rete con regia”, in cui il Comune ha un ruolo di garante e facilitatore, mentre la DMC si configura come partner tecnico operativo. La rete si fonda su fiducia, trasparenza, reciprocità e sulla convinzione che il turismo sia un bene collettivo: un fattore di sviluppo economico, culturale e sociale.
Una destinazione che sa differenziare, innovare e cooperare
Un altro pilastro della nuova DMO è il principio della differenziazione: dei prodotti, dei mercati e delle strategie. Il turismo a Finale Ligure non può più dipendere da una sola stagione o da un solo segmento. Occorre moltiplicare le esperienze proposte, intercettare target diversi, valorizzare l’entroterra e la cultura locale, puntare sull’outdoor e sul turismo esperienziale, evitare sovraffollamenti ma anche periodi di deserto.
Il nuovo modello favorisce inoltre una gestione proattiva dei dati (tramite il Destination Management System), l’integrazione tra comunicazione digitale e territoriale, l’uso strategico delle tecnologie e una promozione mirata e intelligente. Tutto questo con un occhio costante alla sostenibilità, non come slogan, ma come metodo: ambientale, sociale, economica.