Fine vita, Antonio Tajani: «Non esiste un diritto al suicidio, ora la legge del centrodestra»
- Postato il 11 giugno 2025
- Di Panorama
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«Non esiste il diritto al suicidio, noi siamo per le cure palliative». Così, il vice premier, Antonio Tajani ha spiegato il lavoro che il centrodestra intende svolgere per una legge che risponda alla questione fine vita, «rispettando i dettami della Corte».
In Senato, la discussione del ddl «Disposizioni in materia di morte medicalmente assistita» è fissata per il 17 luglio, «quindi andremo avanti con una proposta unitaria. Adesso stanno lavorando per raffinare le cose», ha precisato il segretario nazionale di Forza Italia.
Nella riunione di maggioranza a Palazzo Chigi, tra i temi affrontati c’era l’urgenza di regolamentare la domanda di anticipazione della morte. Con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con Tajani e l’altro vice premier, Matteo Salvini, attorno al tavolo erano riuniti i ministri della Giustizia, Carlo Nordio, della Famiglia, Eugenia Roccella, della Salute, Orazio Schillaci, e alcuni esponenti dei gruppi parlamentari.
Tra le ipotesi su come procedere nella stesura del testo unificato, quella che vedrebbe più d’accordo la maggioranza è la creazione di un Comitato etico nazionale, composto da membri nominati con decreto della presidenza del Consiglio dei ministri. «È una mia proposta» che «avevo formulato da tempo ai diversi partiti» e «mi pare che venga condivisa da tutti», anche perché i casi che si prospettano dovrebbero «essere limitati», ha tenuto a precisare il senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin, secondo il quale il disegno di legge «è ancora in alto mare».
La prossima settimana dovrebbe essere convocato il penultimo comitato ristretto. Non sembra invece trovare consenso unanime l’idea di coinvolgere un giudice tutelare perché decida, secondo il singolo caso, se autorizzare il trattamento di fine vita che andrebbe somministrato a spese e con personale del Servizio sanitario nazionale.
Lo schema del disegno di legge vuole conformarsi al dettato delle sentenze della Corte costituzionale del 2019 e del 2024, quindi i primi due articoli stabiliscono il «diritto inviolabile e indisponibile» alla vita e i limiti dell’intervento, ovvero le condizioni della patologia irreversibile, della sofferenza intollerabile, della capacità di decisioni libere e consapevoli e del trattamento di sostegno vitale. Molta attenzione viene posta alle cure palliative che devono essere offerte al paziente.
«Tra l’accanimento terapeutico e l’eutanasia, ai quali personalmente dico no, c’è la terza strada, quella delle cure palliative: danno dignità al malato. È una questione di civiltà e di democrazia», ha ricordato ieri il vicepresidente Cei, monsignor Francesco Savino, sottolineando che «su questo percorso legislativo serve la corresponsabilità di tutti».
Per la sinistra, sul fine vita è un atto un blitz della maggioranza. Invece di essere un tema «lasciato alla libertà di coscienza dei parlamentari» ci vorrebbe «metter mano» il governo, protesta il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia. Così, «arriverebbe in Senato un testo blindato che non sarà modificato. Siamo di fronte a una scelta intollerabile, siamo di fronte all’irrisione del Parlamento, alla presa in giro dell’opposizione», ha tuonato, sostenendo che «questa destra ha in mente una sorta di regime teocratico».
Nel vertice di martedì non si è parlato di terzo mandato «ma noi rimaniamo contrari, non cambiamo posizione», ha precisato quanto al resto Tajani, aggiungendo che «poi devi farlo anche per i sindaci e diventa una cosa troppo complicata». Nemmeno si è discusso delle candidature alle prossime Regionali. Alla domanda se il candidato per il Veneto sarà scelto prima dell’estate, il ministro degli Esteri ha risposto: «Vediamo, ci sono talmente tante cose. Sono alle prese con guerre e guerre commerciali. Tra domani e dopodomani (oggi e domani per chi legge, ndr) arrivano in Italia circa 80 palestinesi, compreso il piccolo Adam, che sarà curato al Niguarda di Milano».