Flat Tax, lusso e qualità della vita: i miliardari scelgono Milano (e lasciano Londra)

  • Postato il 10 giugno 2025
  • Di Panorama
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Fino a un paio di anni fa, per i milionari del Regno Unito l’Italia era solo il Paese della Dolce vita, dove trascorrere le vacanze, una delle poche mete al mondo dove tra arte, natura e gastronomia – e recentemente anche alberghi di lusso modernissimi – è concentrato il meglio che si possa desiderare per un soggiorno esclusivo.  Ora, invece, è diventata anche un paradiso fiscale per i ricchi portafogli su scala globale eguagliando – o potenzialmente superando – Svizzera, Grecia e Portogallo. Da quando oltre un anno e mezzo fa l’allora governo inglese di Rishi Sunak annunciò che avrebbe abolito il regime fiscale «non dom» (lo status di domicilio rimpiazzato da nuove regole basate sulla residenza), è cominciata la grande fuga dei Paperoni. 

Circa 1.500 tra imprenditori, ereditieri e chi ha patrimoni legati a un trust hanno fatto le valigie e si sono trasferiti nel Bel Paese. Ad attenderli non solo il sole e la buona tavola, ma un vantaggio fiscale importante: la flat tax sui redditi di fonte estera a 200 mila euro e il visto speciale per gli investitori stranieri. Prendete un personaggio come Nassef Sawiris, il patron dell’Aston Villa, l’uomo più ricco d’Egitto che, dopo aver goduto di tasse quasi nulle nel Regno Unito, all’improvviso si è trovato il fisco alla porta che gli chiedeva il conto. Jet privato, via nel Nord Italia e bye bye London. E non è solo. Tra i nuovi arrivati figurano Elio Leoni-Sceti (ex ceo di Emi Music), Bart Becht (ex ceo di Reckitt Benckiser), il magnate brasiliano Fersen Lambranho e Richard Gnodde, veterano di Goldman Sachs. Anche Bernard Arnault, fondatore di Lvmh, il re del lusso francese, ai primi posti nelle classifiche mondiali dei miliardari, starebbe pensando di spostare la residenza alla Casa degli Atellani di Milano, dimora rinascimentale celebre per la Vigna di Leonardo, da lui acquistata nel dicembre 2022.

L’operazione «acchiappa Paperoni» è scattata nel 2017 con una legge emanata dal governo Renzi. «A otto anni di distanza dall’entrata in vigore della normativa» spiega a Panorama l’avvocato Marco Cerrato, partner dello studio Maisto e Associati «sono davvero tante le persone arrivate in Italia; i dati ufficiali si fermano alla fine del 2022, ma dalle nostre stime, si parla di un totale di trasferimenti di circa 4.500 persone. Con loro ci sono i familiari e, spesso, anche il personale di servizio. Tendenzialmente scelgono Milano se arrivano da Londra o se sono in un’età relativamente giovane, mentre i senior preferiscono Roma o la Toscana, non escludendo la zona dei laghi, in Lombardia». Questo flusso nei prossimi anni potrebbe raddoppiare o triplicare rispetto al 2023, toccando anche quota 9 mila con un potenziale maggior gettito fiscale e indotto da oltre un miliardo. L’osservatorio di Immobiliare.it Insights, in collaborazione con Luxury Estate, dice che a livello nazionale la domanda di residenze di lusso nel 2024 è cresciuta del 4 per cento rispetto al 2023 e l’offerta del 17. Milano si conferma in testa con un valore dello stock in offerta di 7,7 miliardi, pari al 12,5 per cento del totale della Penisola. Sebbene la flat tax (elevata da 100 mila a 200 mila euro dal decreto legge 113/2024) sia l’attrazione primaria, vi sono anche altri elementi interessanti come l’estensione della contribuzione agevolata ai familiari dei neo residenti che possono includere nel beneficio coniugi, figli, fratelli, sorelle, genitori, suoceri, generi, nuore sottoposti a un’imposta sostitutiva di 25 mila euro ciascuno. 

Il reddito prodotto nel nostro Paese viene invece integralmente tassato al pari di qualsiasi residente italiano. Le agevolazioni annoverano esenzioni significative anche rispetto a successioni e donazioni, implicando la possibilità di trasmettere beni esteri in esenzione d’imposta o sottoponendo a tassazione i soli beni e diritti posseduti in Italia. Il governo inglese ha invece inasprito la tassa sulle successioni che in alcuni casi arriva al 40 per cento, colpendo anche i patrimoni prima schermati da trust.  Grazie a questi trattamenti fiscali, l’Italia ha avuto la certificazione dall’Henley Residence Program Index 2025, come il quinto Paese più attrattivo al mondo per i grandi patrimoni dopo Emirati Arabi, Stati Uniti, Singapore, Canada e Australia. Milano è diventata un hub internazionale, accogliendo circa il 50 per cento dei nuovi residenti facoltosi. 

Secondo i dati dell’ufficio anagrafe del Comune di Milano, a partire dal 2017 sono stati numerosi gli arrivi nella città della Madonnina, specie da Francia e Regno Unito: nel primo caso, dalle 343 iscrizioni da parte di cittadini d’Oltralpe nel 2017 si è saliti alle 456 nel 2021, per arrivare alle 577 nel 2023; per quanto concerne, invece, le iscrizioni di cittadini britannici, il numero è passato dalle 163 del 2017 alle 215 del 2023, con un picco di 402 iscrizioni nel 2020, anno di entrata in vigore della Brexit. Il capoluogo lombardo rappresenta la combinazione perfetta tra vantaggi fiscali, qualità della vita e accesso veloce a tutto il continente europeo. «Non è mai solo una questione fiscale», ha spiegato Marc Acheson di Utmost Wealth Solutions a Bloomberg, «ma anche di benessere familiare».

I ricchi stranieri che si trasferiscono a vivere a Milano, «sono relativamente giovani e lavorano prevalentemente nel private equity» spiega Cerrato. «E siccome hanno una capacità di spesa più alta della media, sono in grado di determinare una crescita del mercato immobiliare di pregio». Del resto, «questa particolare fascia di persone ha esigenze molto particolari, dal punto di vista del tipo di abitazione che vuole affittare o comprare; la tipologia più richiesta è di altissimo livello e non va certamente a influire sul mercato immobiliare delle fasce intermedie della popolazione». Quindi rappresenta un volano economico importante per la città che non confligge in alcun modo con le dinamiche delle compravendite tradizionali.

Per avere un’idea, secondo dati diffusi dall’agenzia immobiliare Engels & Volkers, nel 2023, malgrado il mercato residenziale di Milano abbia, nel complesso, scontato una battuta d’arresto, con 24.832 compravendite rispetto alle oltre 28 mila del 2022 (-13,2 per cento), la domanda degli immobili di lusso con quotazioni oltre i 2 milioni di euro situati in zone prestigiose e in buono stato di manutenzione ha registrato una crescita continua e costante; nel 2024, in particolare a partire da settembre, il settore del pregio ha impresso una accelerazione grazie al clima di fiducia innescato dalla diminuzione dei tassi di interesse. E per il 2025, si prevede un trend di stabilizzazione del numero delle compravendite. Nella classifica mondiale delle città per numero di persone residenti con un patrimonio di oltre 100 milioni di euro, Milano è 22esima.

Secondo l’agenzia Bloomberg, il Regno Unito conta ancora circa 75 mila non-dom, che generano oltre 8 miliardi di sterline in tasse ogni anno. Ma se la fuga dovesse continuare, l’impatto per l’economia britannica potrebbe essere pesante: fino a 111 miliardi di sterline persi in dieci anni, con oltre 40 mila posti di lavoro a rischio. Per Stefano Loconte, fondatore e managing partner di Loconte & Partners, basato a Milano ma con uffici anche a Roma, Londra e New York, con competenza soprattutto nel diritto dei trust, «Milano è oggi il principale hub per settori tecnologici e di servizi come quello bancario, finanziario, della moda e del design. È anche un luogo perfetto per crescere la famiglia. La città, infatti, offre un’ottima scelta di scuole straniere e internazionali e una serie di servizi ad hoc per gli stranieri ed è in continua espansione come offerta». Un mix di fattori che la rendono molto attrattiva e per tanti billionaires preferibile perfino a Montecarlo.

Autore
Panorama

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