Formula 1, a Ferrari non serve seguire Hamilton: deve solo costruire un’auto vincente
- Postato il 9 giugno 2025
- Formula 1
- Di Virgilio.it
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Ferrari ha due super piloti. Una coppia che non può essere messa in discussione. Da una parte il veterano Charles Leclerc, oramai abituato a guidare Rosse alquanto problematiche da bene 7 mondiali. Per questo ha sviluppato una sorta di “antivirus” per aggirare parte dei problemi e rendere al massimo. Dall’altra c’è Lewis Hamilton, preso per vincere subito, mettendogli tra le mani una monoposto che doveva lottare al vertice.
Ferrari, la rivalità interna che non serve a nulla
Nessuno dei due ferraristi è contento. Quando un’annata parte male è sempre difficile tirare le somme, e forse non è neppure così utile parlare dei piloti. A livello individuale ognuno vorrebbe battere l’altro. Ma quello che realmente conta è il lavoro di gruppo per superare le difficoltà della squadra nella correzione dell’auto. Eppure i paragoni tra i due si sprecano. Ne abbiamo parlato pure noi, tempo fa, con un parallelismo ipotetico su Sainz.
Il dubbio era se fosse stato meglio tenere lo spagnolo. Probabilmente avrebbe saputo interpretare meglio la SF-25. Tutto vero. Ma come detto, quello che davvero importa è crescere come squadra. Sotto questo aspetto, il sette volte campione del mondo di F1 è decisamente preparato. Se non altro per la sua grande esperienza a 360 gradi nella massima categoria del motorsport.
A tal proposito esistono varie correnti di pensiero, più o meno valide. Oggi ne riportiamo una legata a chi ha sempre diviso il pubblico quanto correva. Ci riferiamo a Juan Pablo Montoya, che con la Williams ha sfidato le Ferrari di Michael Schumacher dopo il nuovo millennio. Battaglie epiche in pista. Una rivalità molto accesa nei primi anni Duemila, quando il Kaiser dominava la scena con la Rossa.
Il colombiano, preso dal team di Grove dal 2001, da subito ha dimostrato di non avere alcun tipo di timore reverenziale nei confronti dell’asso di Kerpen. Un pilota molto veloce e aggressivo, che non le ha mai mandate a dire. Oggi il suo atteggiamento fuori dall’abitacolo non cambia, e quando si trova davanti ai microfoni esprime liberamente i suoi pensieri senza censure. Parla spesso della Ferrari, in questo caso dei suoi alfieri.
La promessa non mantenuta
Hamilton è l’uomo giusto su cui puntare. Bisogna affidarsi a lui per la stagione 2026, mondiale in cui andrà in scena il nuovo corpo normativo. È questo il pensiero di Montoya. Secondo il due volte campione della 500 Miglia di Indianapolis, le vetture di F1 disegnate per andare incontro ai voleri di Charles non sono in grado di lottare per un campionato. Possono vincere 2 o 3 gare, al massimo.
Ecco perché consiglia vivamente alla Rossa di appoggiarsi al visto di Hamilton. Secondo il quarantanovenne di Bogotá, il team di Maranello deve forgiare l’auto che parteciperà al prossimo campionato secondo le indicazioni del britannico. Cucire attorno a Lewis il progetto 678. Dimenticare in fretta l’attuale campagna agonistica e fare un po’ quello che ha suggerito lo stesso inglese nel fine settimana della Spagna.
Ferrari aveva fatto diverse promesse a Hamilton che evidentemente non ha mantenuto. Anche e soprattutto per questo, Lewis pensa che d’ora in poi le cose possano cambiare. È inutile girarci attorno: il Re Nero si aspettava tutt’altro scenario, altrimenti non avrebbe mai firmato un contratto con il Cavallino Rampante. Il britannico è deluso, lo abbiamo visto e appreso di persona nei due ultimi appuntamenti iridati.
Lo spirito di gruppo verso il 2026
Serve una sterzata sul piano politico, perché, sebbene mettere in discussione il talento di Leclerc sia assolutamente sbagliato, per Montoya affidare le chiavi della regia al monegasco non porterà alla vittoria. Questa la sua convinzione. Decisamente più saggio fare affidamento sulle doti dell’ex Mercedes. Pablo fornisce pure una sorta di spiegazione relativa all’ego che mettendosi in mezzo non ha assecondato l’inglese.
Senza entrare nel merito dell’opinione del colombiano, possiamo sommare un ragionamento alle sue congetture. Se Ferrari sarà in grado di costruire una macchina vincente per il 2026, ambedue i piloti titolari saranno in grado di giocarsi le proprie carte nella lotta al titolo. Se poi sia giusto o meno seguire i consigli di uno piuttosto che dell’altro è difficile dirlo. Forse sarebbe più intelligente seguire le consulenze di entrambi. D’altronde, se la Rossa si è lasciata scappare Newey, è proprio per fare un gioco di squadra no?