Formula 1, il trucco delle ali flessibili potrebbe essere la temperatura

  • Postato il 8 maggio 2025
  • Formula 1
  • Di Virgilio.it
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La teoria è questa: dalla Spagna ci si attende un gruppo più compatto tra le scuderie di testa. Lo stesso team principal della Ferrari lo pensa. O forse sarebbe meglio dire che lo spera, in quanto conoscere a priori l’impatto di una direttiva tecnica è sempre complicato. Lo attesta la storia stessa della Rossa, che negli ultimi dieci anni ha patito enormemente le varie DT introdotte dalla FIA, perdendo terreno sugli avversari.

Il lavoro dei team sulle ali flessibili supera la conoscenza della FIA

In questo caso parliamo di ali flessibili, una tematica che oramai da circa due anni sta tenendo banco. La Federazione Internazionale ha inasprito parecchio i regolamenti in tal senso, senza riuscire mai a sistemare le cose. Il direttore FIA delle monoposto è parecchio deluso e arrabbiato con le squadre. Parliamo di Nicholas Tombazis, che assieme al suo pool di tecnici ha deciso di cambiare passo dal 2025.

Ferrari, come il resto delle scuderie, si presenterà con una nuova versione dell’ala anteriore. Va sottolineata l’importanza di questo componente che, di fatto, è il primo della vettura a incaricarsi di indirizzare e disciplinare la massa fluida attorno alla monoposto. Tornando al presente, sebbene a livello statico i test della FIA siano già piuttosto severi, a livello dinamico la situazione è differente.

Da circa tre stagioni, le diverse scuderie hanno proposto trovate ingegnose per gestire al meglio l’aeroelasticità. Parliamo di un fenomeno fisico che consente una flessione extra delle ali, quando il carico aerodinamico applicato nelle condizioni di marcia è molto alto nei tratti rettilinei. Come risultato si ottiene una resistenza all’avanzamento minore e le velocità di punta aumentano, mentre in curva le specifiche tornano nella posizione originale.

Nelle ultime ore abbiamo appreso alcune informazioni interessanti che vale la pena condividere. Partiamo da un presupposto: è parecchio complicato ottenere una flessione controllata a proprio piacimento. Possiamo definirla una vera e propria opera d’arte a livello ingegneristico, poiché rappresenta una sfida che prevede complessità decisamente elevate, molto più di quello che si possa pensare. Tuttavia si può fare.

Attivazione termica per aumentare la flessione

Gli studi relativi alla rigidezza delle componenti possono offrire grandi benefici, ed è proprio per questo che i tecnici si sono spesi parecchio attorno a questa tematica. Oltre alla disposizione delle pelli di carbonio per creare una flessione localizzata, abbiamo appreso l’importanza della loro matrice. Ci riferiamo pertanto alla resina utilizzata in fase di progettazione per compattare le fibre utilizzate.

La rigidezza di questo punto di origine può cambiare a seconda della temperatura, in quanto lo scambio di calore è in grado di modificare la rigidità dell’elemento. Il tutto considerando il coefficiente di smorzamento sperimentato a monte. Per essere più chiari, ipotizzando questo fenomeno legato alle ali flessibili, la particolare matrice potrebbe incaricarsi di variare la rigidezza delle componenti.

Il tutto si tradurrebbe in una maggiore flessione alare per accedere ai vantaggi di cui sopra, senza però risultare irregolari ai controlli. Parliamo di attivazione termica e/o chimica, in quanto il calore può innescare la reazione voluta. A questo punto vale la pena chiedersi in che modo si può produrre un aumento localizzato della temperatura: con ogni probabilità, alcune geometrie sono progettate per alzare la pressione statica.

Tuttavia non dobbiamo dimenticare che le fibre di carbonio posseggono una conduzione termica ridotta, almeno a livello teorico, limitando il trasferimento di calore durante la compressione dell’elemento. Per questo, la risposta va ricercata nei materiali utilizzati per costruire l’ala, in grado di aumentare lo scambio termico e, di riflesso, ottenere un’aeroelasticità superiore.

Autore
Virgilio.it

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