Forse non sapevi che… il Castello di Brolio ha una storia millenaria e leggende affascinanti
- Postato il 21 maggio 2025
- Di Panorama
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La nobile famiglia Ricasoli si insediò a Brolio già nell’XI secolo, quando fu eretto il castello di Gaiole in Chianti. Nel 1141 un documento certificò la proprietà del castello alla nobile famiglia toscana, mentre il territorio di Gaiole passò a Firenze nel 1176, che lo strappò ai Senesi alleati del Barbarossa. Zona di produzione vinicola fin dai tempi degli etruschi, il Chianti fu anche una zona strategica durante i secoli delle lotte tra Siena e Firenze. Il castello di Brolio, fortificato, fu più volte al centro della contesa.
Assalito dai senesi nel 1252, fu nuovamente assediato nel 1434 da Antonio Petrucci, legato agli Albizzi di Firenze e appoggiato da Francesco Sforza e dal Papa. Al ritorno di Cosimo de’ Medici dall’esilio, Petrucci, che aveva scatenato il conflitto tra le due città, fu esiliato dagli stessi senesi per timore di un nuovo e più grave scontro. Il colpo più grave il castello di Brolio lo subirà poco più di 40 anni dopo, nel 1478. Tornati all’assalto dei territori fiorentini, questa volta i senesi usarono contro le mura del castello le bombarde, danneggiando seriamente le mura. E ancora nel 1529, il 29 settembre, Brolio fu attaccato in occasione dell’avvicinamento delle truppe di Carlo V che culminerà con l’assedio di Firenze.
I Ricasoli furono prima presi prigionieri e poi temporaneamente cacciati, e il castello fu bruciato. Sopravvissero soltanto le mura. Nel 1555 Siena fu conquistata dai fiorentini e il castello dei Ricasoli finì di essere tormentato dalla guerra. Tra il ‘600 e il ‘700, Brolio visse un’età dell’oro in termini di produzione vinicola, con una crescita costante delle esportazioni soprattutto in Inghilterra, dove il rosso toscano della «Lega del Chianti» era particolarmente apprezzato.
La figura leggendaria del Barone di Ferro
La figura più famosa legata a Brolio è sicuramente il «Barone di ferro» Bettino Ricasoli, due volte primo ministro nell’Italia postunitaria. Fu lui, agronomo innovatore, a importare a Brolio le uve di Sangiovese e a creare il Chianti conosciuto oggi in tutto il mondo. Nel castello il barone visse a lungo e vi morì nel 1880. La leggenda vuole che il suo fantasma si manifesti nel suo magnifico giardino, in sella ad un cavallo.
Il castello tra le guerre mondiali
La guerra nella tenuta dei Ricasoli tornò ancora una volta nel luglio 1944, quando il castello si trovò nel mezzo dello sfondamento della Linea Gotica da parte degli Alleati. Fu occupato dai tedeschi in ritirata per la posizione di dominio sulla zona circostante e fatto bersaglio, a partire dal 15 luglio, dell’artiglieria anglo-americana. Danneggiato dal cannoneggiamento, fu infine occupato da un contingente sudafricano. Il discendente del «Barone di Ferro», suo omonimo, vide dalla parte degli assedianti Alleati l’ultimo assalto al castello di famiglia, sede della più antica azienda vinicola italiana.