Forum Ambrosetti, Uil Liguria: “Fotografia ottimistica, ma si assiste ad un lavoro povero”
- Postato il 7 luglio 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Anche la Uil Liguria ha seguito l’evento del Forum Ambrosetti che ha restituito dati positivi sull’economia della Liguria e delle quattro province: nel 2025 il Pil ligure crescerà più della media nazionale (0,7% contro 0,6%), diminuisce il numero dei disoccupati (5%) e aumenta la produttività delle imprese (più 6%)
“Possiamo constatare che la Liguria è la regione del terziario, dei servizi e di un’industria che dà un valore aggiunto marginale. Bene che cali la disoccupazione, ma bisogna leggere il dato complessivo: lavorare un giorno non significa buona occupazione, anzi. Se aumenta la produttività come ci viene riferito, aumentano i salari? La risposta è no. Quanto le imprese hanno investito sul lavoro e ridistribuito ricchezza tra i lavoratori? Noi assistiamo a un blocco dell’ascensore sociale e a un lavoro che, pur impegnando addetti, rende la platea dei lavoratori povera, come ad esempio nel turismo”, dichiarano Riccardo Serri, segretario generale Uil Liguria e Roberta Cavicchioli, segretaria confederale regionale Uil Liguria con delega al mercato del lavoro.
“La politica deve prendere atto di questa economia fragile per recuperare i giovani e farli restare sul territorio – aggiungono i sindacalisti -. Va detto che nel 2042, solo per ragioni demografiche, la Liguria perderà il 13% della forza lavoro, ovvero circa 90.000 mila persone. Se vogliamo leggere i dati delle retribuzioni annue per comparto, possiamo notare che la fuga dal turismo, ad esempio, è ben comprensibile”.
Nel 2022 (fonte Inps) i dipendenti della ristorazione toccano quota euro 9.408,74 annui, nel commercio euro 17.213,39 annui, nell’hotellerie euro 13.044,29, contro – ad esempio – i 31.829,15 euro annui del settore manifatturiero o dei 43.464,35 euro annui del settore delle attività finanziarie ed assicurative
“Non possiamo rallegrarci del fatto che l’economia sul territorio vada bene perché ci sono le guerre, sicuramente quella della difesa può essere un’industria trainante ma dobbiamo guardare ai buoni accordi come per Piaggio e adoperarsi per il futuro di Ilva – chiudono Serri e Cavicchioli – Il contesto sociale attuale è complicato, assistiamo infatti ad una deflazione occupazionale del lavoro nel turismo: le aziende che cercano manodopera sono di più dei candidati disponibili. Dobbiamo dare continuità alla crescita e cogliere le sfide con una prospettiva temporale”.