Francesca Albanese-choc: un comizio contro gli ebrei a Milano

  • Postato il 11 settembre 2025
  • Di Libero Quotidiano
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Francesca Albanese-choc: un comizio contro gli ebrei a Milano

E pensare che doveva essere solo una «semplice» mostra dedicata alle morti in mare, agli immigrati che non ce l’hanno fatta, alla solita retorica dei soccorsi negati e alla bontà indiscutibile (dal loro punto di vista, ovviamente) delle Ong, e via di questo passo. Invece la rassegna “Non è Stato il mare”, realizzata dall’organizzazione Sea Watch e allestita alla Fabbrica del vapore, spazio del Comune di Milano gestito dalla Direzione Cultura, Unità progetti speciali, si è rivelata essere una vera e propria testa di ponte dei pro Gaza, con il chiaro obiettivo di portare il verbo dei pro Pal (nel quale si annidano anche le ragioni di pro Hamas) nel cuore di Milano, alimentando ulteriormente il clima di antisemitismo che si respira in città, nonostante i reiterati appelli della Comunità ebraica.

E per fare ciò gli esponenti di Sea Watch hanno deciso di aprire le porte della rassegna alla relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, all’attivista e eurodeputata eletta, Carola Rackete, e all’immancabile Ilaria Salis, europarlamentare di Avs. A dare il via all’assalto contro Israele è stata l’esponente dell’Onu, in video collegamento con la Fabbrica del Vapore. Perla Relatrice speciale, in collegamento da Tunisi, Israele sta attuando una vera e propria «economia di genocidio e apartheid nei confronti dei gazaui», parlando di «sfacelo in Palestina». «Quello che Israele sta facendo è un crimine contro l’umanità, è un genocidio studiato da tempo per cancellare la Palestina e tutto ciò avviene grazie all’appoggio di altri Paesi», sostiene la Albenese, sfruttando la mostra e lo spazio del Comune per imbastire una vera e propria campagna contro gli ebrei.

 

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Ma non solo Israele. Anche «l’Italia sbaglia, negando il genocidio» e le «Nazioni unite sono fallimentari. Se non si torna al diritto internazionale si rischia la guerra mondiale», sostiene la Albanese, nettamente schierata contro il governo guidato da Giorgia Meloni.
«Su Gaza, il nostro Paese, è come i terrapiattisti», sibila. Il quadro tratteggiato dalla Relatrice speciale, da sempre schierata a fianco dei palestinesi, più che ad un racconto in presa diretta, assomiglia sempre più a un comizio contro Israele, e a un puntare l’indice, senza contraddittorio o prove certe, contro gli ebrei, condannandoli a priori. Come se la sua versione fosse la storia, e non una visione di parte. Quello che succede a Gaza è lo sfacelo del nostro tempo, chiunque si opponga al disegno israeliano-statunitense nella regione araba non è al sicuro, ce lo dimostrano i bombardamenti in Libano, Siria, Iraq, Yemen e Qatar».

Quanto alle ricette proposte, la delegata delle Nazioni Unite rimarca la necessità di «attivarsi per la difesa dei diritti umani in ogni singolo Paese. Serve una rete per tornare a far diventare il Mediterraneo un luogo divita», sostiene la Albanese, «si parla di un piano per la deportazione di massa dei gazaui in Libia». Ma il tema che appassiona maggiormente la relatrice riguarda ciò che sta avvenendo a Gaza, dove ci sarebbe un filo diretto tra ciò che accade e l’industria bellica. I palestinesi sono diventati il laboratorio per sperimentare armi e tecniche di sorveglianza», si spinge ad affermare la delegata, che attacca le aziende che sfruttano i territori palestinesi occupati, tirando in ballo Leonardo». Ovviamente il messaggio finale è lo stesso dei cortei pro Pal: «Bandire il made in Israele in Italia».

Lo show anti-Israele andato in scena alla Fabbrica del Vapore, con gli esponenti di Sea Watch che hanno rincarato la dose parlando di utilizzo dell’intelligenza artificiale per «attaccare la Palestina», è stato duramente contestato dal centrodestra, chiedendo conto di tutto ciò alla giunta comunale guidata dal sindaco, Beppe Sala, schierata a favore della Flotilla. «La deriva sinistra della giunta Sala ormai è sotto gli occhi di tutti, a ulteriore conferma l’evento ospitato alla Fabbrica del Vapore, istituto culturale di proprietà del Comune, per celebrare i 10 anni dell’ong Sea Watch», afferma l’eurodeputata Silvia Sardone, vice segretaria della Lega e consigliera comunale, «ospiti d’onore Ilaria Salis, colei che a Milano è stata occupante abusiva e coinvolta in scontri violenti contro le forze dell’ordine, e Carola Rackete, colei che nel 2019 al comando di una nave tedesca della stessa ong aveva scaricato una quartina di migranti a Lampedusa dopo aver forzato il blocco delle autorità italiane.

Presente anche Francesca Albanese, la relatrice speciale dell’Onu sui Territori palestinesi nota per le sue posizioni anti-Israele. È il solito teatrino: usare i migranti per attaccare il governo di centrodestra gridando al fascismo e al razzismo. Quello che stupisce è il Comune di Milano che fa da sponda a queste iniziative politiche in spazi pubblici», chiosa la Sardone. Non è da meno Riccardo De Corato, deputato di Fdi. «Mi auguro che le Istituzioni cittadine prendano le distanze da un’iniziativa che, invece di promuovere un confronto equilibrato e costruttivo, sembra sposare una lettura ideologica della realtà, che legittima i carnefici e criminalizza chi difende i propri cittadini. Milano non può diventare la cassa di risonanza per chi giustifica la violenza e fomenta l’odio», afferma l’esponente meloniano. Chissà se alla Fabbrica del Vapore, ora, daranno lo stesso spazio anche alla Comunità ebraica.
Come sarebbe giusto. In democrazia si fa così.

 

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Libero Quotidiano

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