Francia, ennesimo omicidio a scuola: la violenza minorile diventa un problema, destra e sinistra si scontrano sulle soluzioni
- Postato il 25 aprile 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“Un’esplosione di violenza”, ha reagito il primo ministro François Bayrou. La Francia è sconvolta dopo l’ultimo episodio violento che ieri ha coinvolto dei minorenni del liceo privato Notre-Dame-de-Toutes-Aides di Nantes: Lorène, 15 anni, è morta dopo essere stata aggredita in aula, poco dopo mezzogiorno, da un compagno di scuola, che si è gettato su di lei con un coltello, colpendola una quarantina di volte. Justin P., 16 anni, è poi entrato in un’altra classe e ha ferito altri tre studenti, due ragazzi e una ragazza. Uno di loro è ricoverato in prognosi riservata.
La lista dei fatti di cronaca accaduti nelle scuole in Francia dall’inizio dell’anno si allunga. Il 25 gennaio scorso, Elias, 14 anni, è morto all’ospedale dei bambini Necker, a Parigi, dopo essere accoltellato davanti al Collège Montaigne, nel XIV arrondissement della capitale, mentre usciva dall’allenamento di calcio con un amico. È stato aggredito da due ragazzi di 16 e 17 anni, residenti nello stesso quartiere, perché aveva rifiutato di consegnare loro il cellulare. Il 4 febbraio, un giovane di 17 anni è stato attaccato con un coltello nel cortile del liceo di Bagneux, nella regione di Parigi. Due studenti sono stati fermati e indagati per tentato omicidio. Il 17 marzo, un fatto simile è accaduto nei pressi della scuola media di Tomblaine, in Mosella, dove un ragazzo di 15 anni è stato aggredito con un martello e gas lacrimogeni. Due minorenni, di 14 e 16 anni, ex studenti dell’istituto espulsi per altri fatti di violenza, sono stati fermati.
Una settimana fa, è stato vittima di un’aggressione un diciassettenne del liceo Marie-Curie di Échirolles, vicino a Grenoble, anche in questo caso durante la pausa di mezzogiorno. Quattro individui sono poi fuggiti. Ognuno di questi drammi riaccende in Francia il dibattito sulla criminalità minorile, sulla sicurezza nelle scuole e la presenza in classe delle armi da taglio: secondo dati del ministero dell’Educazione, le segnalazioni di questo tipo sono aumentate del 15% in un anno, tra febbraio 2024 e febbraio 2025. Altri dati di stampa indicano che, nell’anno scolastico 2023-2024, sono stati registrati a Parigi 74 attacchi con il coltello nelle scuole medie, 38 nelle scuole secondarie superiori e 18 nelle scuole primarie.
Lo scorso febbraio, dopo la morte di Elias, Elisabeth Borne, ex premier e attuale ministra dell’Educazione, ha annunciato due prime misure: l’introduzione, prima della fine dell’anno, di controlli degli zaini realizzati da agenti di polizia all’ingresso delle scuole, e la modifica del codice di procedura penale per ridurre la presenza delle armi da taglio nelle scuole. All’interno delle scuole, “la detenzione di un coltello deve essere sistematicamente denunciata ad una commissione disciplinare e segnalata al pubblico ministero ai sensi dell’articolo 40”, e non più lasciata alla descrizione dell’istituto. “Non bisogna lasciare nulla di intentato”, aveva detto. A marzo il Senato ha adottato un progetto di legge, presentato dall’ex premier macronista Gabriel Attal, sulla delinquenza minorile “per restaurare l’autorità della giustizia”. Il testo era stato elaborato dopo la morte, nel giugno 2023, di Nahel, un diciassettenne ucciso da un poliziotto a Nanterre, dopo essere stato fermato al volante di un’auto. Settimane di rivolte dei giovani si era scatenate in tutta la Francia.
Il testo, appoggiato dai Repubblicani di destra e dal Rassemblement national di Marine Le Pen, prevede tra l’altro l’introduzione di una procedura penale di giudizio immediato per i minori dai 16 anni per reati gravi e la soppressione della riduzione della pena per i minori recidivi, a meno che il giudice non decida altrimenti. Il testo prevede anche sanzioni più severe per i genitori, con multe per chi non risponde alle convocazioni per le udienze. La riforma della giustizia penale sui minori è fortemente criticata dalla sinistra, che accusa il governo di seguire le orme dell’estrema destra, ma anche dall’ordine degli avvocati e dalle associazioni per i diritti dei minori.
Dopo il dramma di Nantes di ieri, la stampa francese si chiede ora cosa si deve fare per “arginare” la violenza minorile, riprendendo le parole di François Bayrou. Il premier ha annunciato “un’intensificazione dei controlli” nelle scuole e ha chiesto che vengano elaborate “entro quattro settimane” delle misure “concrete in materia di prevenzione, regolamentazione e repressione” delle aggressioni commesse da minori con armi da taglio, a cominciare da misure “relative alla vendita, al trasporto e alla detenzione di armi da taglio”. Una “pista” per Bayrou potrebbe essere l’installazione di portici per i controlli di sicurezza all’ingresso degli istituti. Éric Ciotti, alleato della Le Pen, non esclude l’uso di dispositivi di riconoscimento facciale, mentre i sindacati degli insegnanti puntano l’attenzione soprattutto sui disagi psicologici dei giovani. Justin P. oggi viene sottoposto a perizia psichiatrica: quando è stato fermato, ha chiesto ai poliziotti di sparargli e si è saputo che aveva scritto e inviato all’istituto un lungo “manifesto” in cui condannava la “mondializzazione” e l’“ecocidio globalizzato”.
Bayrou ha affidato l’elaborazione delle proposte alla vice-presidente dell’Assemblea Naïma Moutchou, del partito Horizons, alleato di Macron, e all’ex prefetto della Savoia François Ravier. “Questa tragedia illustra ancora una volta la violenza endemica che esiste tra alcuni dei nostri giovani – ha detto il premier -. Ci porta a porci domande fondamentali in termini di educazione, gerarchia dei valori e rispetto della vita umana”.
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