Francia in rivolta: “Bloquons tout” sfida Macron, 200 arresti e città paralizzate

  • Postato il 10 settembre 2025
  • Di Panorama
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Non c’è pace per il presidente francese, Emmanuel Macron: al terremoto politico in Francia si è aggiunta oggi la protesta di «Blocchiamo tutto», che ha già portato in manette almeno 200 persone.

I manifestanti, che si prevede saranno 100.000, si sono infatti riuniti per protestare contro la classe politica, ma anche contro i tagli di bilancio. Il «Bloquons tout» è un movimento che ricalca per certi aspetti quello dei gilet gialli del 2018: sono entrambi nati online, il primo su Telegram a maggio di quest’anno, il secondo su Facebook, sono sprovvisti di una leadership e l’obiettivo è sempre quello di cacciare via il presidente francese dall’Eliseo.

La miccia per la creazione di «Bloquons tout» è stata accesa dall’imprenditore Julien Marissiaux e dal gruppo online Lesessentials: Marissiaux, sottolineando la situazione del degrado francese in cui «alcuni devono scegliere tra riscaldarsi e mangiare» e con «la gente che soffre e grida», aveva annunciato: «Vogliamo mettere fine a questo sistema, dimostrare che esistiamo, come fecero i gilet gialli».

Ma a differenza dei gilets jaunesche era composto prevalentemente da pensionatichi prende parte oggi alla manifestazione appartiene alla fascia più istruita e giovane. L’altra particolarità è che il «Blocchiamo tutto» è inizialmente nato negli ambienti della destra sovranista e dei no vax, ma poco dopo è stato abbracciato dal leader della sinistra radicale, Jean-Luc Mélenchon, che è riuscito a fare suo il movimento. Il fondatore diFrance insoumise (Lfi), con la presentazione ieri di una nuova mozione di destituzione nei confronti di Macron, riflette la volontà di chi manifesta oggi nelle strade. Se fino a poco tempo fa, i «Bloquons tout» chiedevano a gran voce le dimissioni dell’ex premier francese, François  Bayrou, criticato anche perché invitava il popolo francese a lavorare di più, dopo la caduta del governo, il target rimane il capo dell’Eliseo. Per ora la mozione «è stata firmata da oltre 80 deputati» ha affermato il coordinatore nazionale di Lfi, Manuel Bompard, convinto di raggiungere «i 100 firmatari».

Tornando alle proteste in strada, su larga parte del territorio francese sono stati bruciati i cassonetti, è stato interrotto il traffico e si sono già registrati diversi scontri con la polizia che ha usato i gas lacrimogeni. A Parigi i vigili del fuoco sono intervenuti per rimuovere oggetti bruciati da una barricata innalzata da alcuni studenti e sono stati arrestati oltre 130 manifestanti. A Nantes, l’autostrada è stata resa inagibile da alcuni bidoni della spazzatura dati alle fiamme, a Montepellier i manifestanti hanno cercato di bloccare il traffico di una rotatoria. Chi ha preso parte alla protesta sventola striscioni con scritto «Macron dimettiti». L’operatore autostradale Vinci ha poi fatto presente che disagi autostradali sono stati segnalati in diverse località francesi tra cui Marsiglia, Montpellier, Nantes e Lione. Un rappresentante della sezione dei trasporti pubblici Ratp ha avvertito: «I ministri sono un problema, ma è soprattutto Macron e il suo modo di lavorare, il che significa che deve andarsene».

Intanto il ministro dell’Interno francese, Bruno Retailleau, ha reso noto che 50 persone incappucciate hanno cercato di bloccare Bordeaux, invece a Tolosa è stato sospeso il traffico ferroviario a causa di un incendio. Ha poi specificato che sono ben 80.000 gli agenti di sicurezza che sono stati schierati sul territorio, di cui 6.000 solamente nella capitale francese. E la colpa, per il ministro è «dell’estrema sinistra» che ha «confiscato la mobilitazione». Mélenchon, su X, ha commentato: «Gli 80.000 agenti di polizia convocati da un ministro illegittimo dovrebbero schierarsi a loro volta dalla parte dei manifestanti contro il loro ministro e schierarsi a fianco del popolo in azione». Anche perché sono stati dispiegati «per proteggere Macron e la sua violenza sociale».

Autore
Panorama

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