Francia, la missione impossibile del premier Lecornu: sopravvivere alla sfiducia dei deputati, alla piazza arrabbiata e al prossimo sciopero generale dei trasporti
- Postato il 12 settembre 2025
- Mondo
- Di Il Fatto Quotidiano
- 2 Visualizzazioni
.png)
Appena nominato a Matignon, ancora senza una bozza di esecutivo, il neo premier francese, Sébastien Lecornu, è già impopolare: stando ad un sondaggio Toluna-Harris Inter per LCI, solo un terzo dei francesi si sente di accordargli la sua fiducia. Lecornu “settima personalità politica a occupare Matignon sotto la presidenza di Emmanuel Macron – scrive l’istituto di sondaggi – è il primo ministro che inizia il suo mandato con la più debole fiducia tra i francesi (34%, cioè 6 punti in meno di François Bayrou e 17 in meno di Michel Barnier).
Conquistare la fiducia dei francesi non è il solo scoglio che deve affrontare l’“amico di Macron”, 39 anni, ex ministro della Difesa artefice della Legge di programmazione militare da 413 miliardi di euro che raddoppia la spesa militare della Francia in dieci anni (2017-2027). Di lui, chi lo conosce, mette in evidenza l’“abilità al dialogo” e l’atteggiamento “umile”, qualità che dovrebbero aiutarlo, secondo loro, nella missione di sanare la nuova attuale crisi politica e sociale. Ma pure per certi centristi alleati di Macron, questo di Lecornu appare soprattutto come “il governo dell’ultima chance” per il presidente che insiste sulla continuità, mentre si moltiplicano gli appelli alle dimissioni, al voto anticipato, nonché alla sua destituzione (difesa da La France Insoumise).
La prima sfida per Lecornu sarà dunque di sfuggire alla sorte dei suoi predecessori, caduti sulla sfiducia dei deputati, a nove mesi di distanza l’uno dall’altro, e tutti e due sulla legge di Bilancio, del 2025 e del 2026. Una mozione di censura sarà senza dubbio presentata da LFI a tempo debito. L’obiettivo è dunque di sopravvivere alla sfiducia e far votare la manovra 2026 nei tempi. Sono due giorni allora che il neo premier sta consultando i capi dei partiti e i leader sindacali (almeno quelli che sono disposti a dialogare con lui), facendo promesse di “rottura”. Ha prima consolidato i suoi appoggi di centro e quindi ha inviato un messaggio rassicurante a destra, incontrando l’ex presidente Nicolas Sarkozy. Alcuni ministri Repubblicani in carica allora potrebbero essere riconfermati: si parla di Bruno Retailleau agli Interni, di Rachida Dati alla Cultura e pure di Gérald Darmanin alla Giustizia.
“O la rottura o la censura”, ha intimato Marine Le Pen, attendendo di essere invitata a Matignon. Per quanto riguarda i socialisti, come pervenire all’“accordo di non-censura” con loro, come vorrebbe Lecornu, ma partendo da queste basi, è un altro discorso: “Un accordo con noi costerà molto caro”, ha osservato il segretario Ps Olivier Faure, che si era candidato per Matignon. I socialisti chiedono un vero cambio di politica economica e sociale e l’introduzione della tassa Zucman sui super ricchi. Lecornu potrebbe essere pronto a cedere sulla soppressione dei giorni festivi proposta dal piano di Bayrou. Per molti osservatori, il futuro governo non avrà in ogni caso nessuna possibilità di sopravvivere senza questo accordo col Ps. Lecornu ha un po’ di tempo: il suo discorso di politica generale è atteso il 2 ottobre in Assemblea.
L’altro scoglio che Lecornu deve affrontare è quello delle piazze. La sua nomina alla vigilia del movimento Bloquons tout!, che ha portato almeno 200 mila persone nelle strade, con raduni, cortei e operazioni puntuali di sabotaggio o blocchi, è stata colta come minimo come una provocazione da parte di Macron. Se una calma relativa è tornata in Francia dopo mercoledì, la protesta è pronta di nuovo ad esplodere il 18 settembre, giorno di sciopero generale contro le minacce di austerità. E si annuncia molto seguito. Il ministro dei Trasporti uscente, Philippe Tabarot, avverte che la mobilitazione sarà “molto più forte di quella del 10”, una vera “giornata nera”, almeno nei trasporti, dove spera, senza alcuna garanzia, di poter organizzare almeno un servizio minimo.
Gli appelli allo sciopero si moltiplicano. Riguardano innanzi tutto treni, aerei e metropolitane. Tabarot non esclude che si possano ripetere “azioni violente di sabotaggio, invasioni delle infrastrutture ferroviarie e stradali” come il 10. Lo sciopero si annuncia importante anche tra gli insegnanti e i lavoratori del settore energetico. Le farmacie dovrebbero restare chiuse. Stamattina Lecornu ha accolto a Matignon Marylise Léon, segretaria della CFDT, primo sindacato in Francia: chiede la sospensione della riforma delle pensioni del 2023. I sindacati hanno accolto freddamente l’arrivo di Lecornu a Matignon. Per la CGT il 10 settembre “è stata una prima tappa”: “La decisione del presidente di nominare a Matignon un’altra persona di sua fiducia conferma, ancora una volta, il suo obiettivo: cambiare solo la faccia per poter portare avanti la sua politica economica al servizio dei più ricchi e delle grandi imprese”.
La nomina di Lecornu, si legge anche in un comunicato di Force Ouvrière (che ha rifiutato l’invito a Matignon) “lascia pochi dubbi. Lecornu, che è ministro dall’inizio del primo mandato di Emmanuel Macron, ha votato a favore di tutte le proposte di legge finanziaria di che riducono i nostri diritti e il nostro potere d’acquisto, e ha sostenuto la riforma delle pensioni. Possiamo quindi contare solo su di noi. Tocca a noi, collettivamente, imporre scelte diverse”.
Un’altra tegola pesa sulla testa di Lecornu. E la ricorda il giornale online Mediapart: un’inchiesta giudiziaria per favoritismo aperta nel 2023 contro di lui dalla Procura nazionale finanziaria (Pnf) per fatti accaduti nel 2020 e 2022, quando Lecornu era ministro dell’Oltremare. Il Pnf lo sospetta di aver “affidato l’organizzazione di mostre commemorative”, finanziate da fondi pubblici, ad un amico ex giornalista, senza passare per un regolare bando pubblico. Mediapart, che aveva rivelato il caso due anni fa, ricorda che il neo premier è stato convocato e interrogato nell’aprile 2025.
L'articolo Francia, la missione impossibile del premier Lecornu: sopravvivere alla sfiducia dei deputati, alla piazza arrabbiata e al prossimo sciopero generale dei trasporti proviene da Il Fatto Quotidiano.