Francia, Lecornu ci riprova. Ma repubblicani e socialisti mettono dei paletti alla formazione del governo: “Non sarò prigioniero dei partiti”
- Postato il 11 ottobre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Parte in salita, come da previsioni, il Lecornu bis. Sono passate poche ore da quando l’Eliseo ha annunciato di aver affidato nuovamente il compito di formare un governo a Sébastien Lecornu, fedelissimo del presidente francese, Emmanuel Macron, ed ex ministro delle forze armate. Si era dimesso lunedì scorso, appena 14 ore dopo aver annunciato la composizione del suo governo. Ma, di fronte a una delle crisi più laceranti della storia della Quinta Repubblica, “non c’erano molti candidati” alla carica di premier, come dichiarato dallo stesso Lecornu. Quindi l’Eliseo lo ha incaricato di nuovo, nonostante la “dichiarata indisponibilità”. Le Republicains hanno già dichiarato di non voler partecipare al nuovo governo, ma di essere disposti a collaborare su alcuni temi. E neanche il Partito Socialista intende garantirgli la fiducia in assenza di “una sospensione immediata e completa della riforma delle pensioni”.
I voti dei socialisti saranno decisivi per la sopravvivenza del nuovo governo. “Ricordiamo molto chiaramente al primo ministro che se nella sua dichiarazione di politica generale non ci sarà la conferma dell’abbandono del 49-3, oltre a misure per proteggere e rafforzare il potere d’acquisto dei francesi e una sospensione immediata e completa della riforma delle pensioni, lo censureremo”, ha dichiarato il segretario generale Pierre Jouvet. “Tutti i dibattiti sono possibili purché siano realistici”, ha risposto Lecornu, sottolineando che vuole nominare un governo “libero” e “non imprigionato dai partiti”.
La non partecipazione dei Repubblicani al governo è stata annunciata da una nota del partito, che però afferma di voler collaborare con Lecornu su determinati temi : “L’ufficio politico dei ribadisce la necessità di dotare la Francia di un bilancio: per questo motivo saremo responsabili e non saremo gli artefici del caos”, hanno spiegato i repubblicani. Ma “il sostegno al governo, sarà solo testo per testo”, perché non ci sono le condizioni e la fiducia necessarie per partecipare al governo “in questa fase”, viene specificato dalla nota.
“Quella che sta vivendo oggi la Francia non è solo una crisi politica, ma è anche una crisi del macronismo”, ha commentato Manon Aubry, deputata europea de La France Insoumise, partito di sinistra guidato da Jean-Luc Mélenchon, in una intervista a La Stampa. “Il problema è che abbiamo un pazzo scatenato alla guida dello Stato”, aggiunge l’eurparlamentare, prima di definire Macron “una sorta di piromane che sta dando alle fiamme il Paese”. “Macron nell’ultimo anno ha avuto più volte l’occasione di scegliere un capo del governo di sinistra ma non lo hai mai fatto, nemmeno quando abbiamo vinto le legislative (nel 2024 l’Alleanza del Nuovo Fronte popolare è arrivata in testa, ndr). La sola soluzione è che se ne vada. Se non lo farà lui, ci penseremo noi con una mozione di destituzione che ripresenteremo all’Assemblea nazionale insieme ad una di sfiducia se nominerà un nuovo governo proveniente dalla sua area”, sottolinea.
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