Francia, Lecornu si salva per 18 voti: respinte le due mozioni di sfiducia. 7 socialisti votano contro il nuovo governo
- Postato il 16 ottobre 2025
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Il governo Lecornu 2 al momento è salvo. La mozione di sfiducia presentata da La France Insoumise è stata respinta con 271 voti sui 289 necessari per avere la maggioranza. Il premier scongiura il peggio con soli 18 voti di margine. Contrariamente a quanto deciso dal Partito socialista, 7 deputati hanno votato a favore della sfiducia. L’altra mozione – quella presentata dal Rassemblement National di Marine Le Pen – come prevedibili è stata, invece, battuta ampiamente con 144 voti a favore sui 289 necessari per l’approvazione. La sfiducia presentata dal partito di Jean–Luc Mélenchon, infatti, era l’unica che aveva possibilità di essere approvata, dal momento che oltre agli alleati di sinistra Verdi e comunisti, è stata votata anche dall’estrema destra del RN e del partito di Eric Ciotti.
La battaglia della La France Insoumise però non si ferma. Per la dirigente Mathilde Panot “il Partito socialista porta una responsabilità storica, si sono alleati con i macroniani e hanno rotto il patto del Nuovo Fronte Popolare“. Ha così rivolto un appello ai francesi: “Non vi rassegnate, questo governo cadrà, è illegittimo perché non rispetta il risultato delle urne”, ha presidente dei deputati di LFI. E annuncia anche la presentazione oggi stesso di una nuova mozione di destituzione del presidente della Repubblica: “Lecornu e Macron sono in bilico, più presto che tardi il presidente Macron se ne deve andare”, ha concluso. Il partito di sinistra chiede una “resistenza popolare e parlamentare per lottare contro questa manovra finanziaria crudele“.
Archiviate le mozioni di sfiducia, Sébastien Lecornu prova adesso a portare a casa una manovra da trenta miliardi per il 2026. Il governo – ha affermato in Senato confermando la linea espressa davanti all’Assemblée Nationale – proporrà a novembre di adottare un emendamento che prevede la sospensione della riforma previdenziale fino alle elezioni presidenziali del 2027. Con questa clamorosa decisione, invisa a molti suoi alleati, il neo-premier ha strappato l’impegno del Partito socialista a non votare le mozioni di sfiducia. Ma la situazione rimane complessa, il premier è infatti senza una maggioranza chiara in parlamento. Incassata per ora la vittoria sul fronte pensioni, il segretario socialista, Olivier Faure, mercoledì è tornato all’offensiva, annunciando che i suoi deputati proporranno un emendamento alla manovra con un’altra misura simbolo promossa dal suo partito: la cosiddetta “tassa Zucman“, quella sui super-ricchi. Parlando a BFM TV, Faure ha detto che “se la Zucman non sarà adottata, faremo tutta una serie di proposte che hanno nel mirino le grandi fortune, i grandi patrimoni e le grandi imprese“.
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