Funivia del Lagaccio, il Mit al Comune: “I lavori possono partire”. Ma Genova non la vuole più

  • Postato il 18 giugno 2025
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Generico giugno 2024

Genova. “Il Comune di Genova può provvedere, previe le valutazioni di competenza, ad avviare le attività propedeutiche e le lavorazioni iniziali per la realizzazione” della funivia tra la stazione marittima e forte Begato anche se “ha rilevato che le sue attività richiederanno approfondimenti progressivi anche con verifiche sulle parti di impianto realizzate al fine del rilascio del rilascio del nulla osta tecnico“.

La lettera dalla commissione Sicurezza del ministero delle Infrastrutture e inviata alla direzione di area progettazione e pianificazione territoriale del Comune di Genova nonché al rup è protocollata 6 maggio 2025, 20 giorni prima delle elezioni amministrative, settimane in cui – di funivia del Lagaccio – il centrosinistra parlava come di un’opera da fermare e il centrodestra non parlava più. Sparita dai programmi elettorali.

Il sostanziale ok del Mit alla partenza dei lavori arriva dalla commissione istituita nel 2023 e di cui fa parte anche l’Ansfisa, l’autorità sulla sicurezza delle Infrastrutture, cui – secondo quanto spiegato dal ministro Salvini nell’ottobre 2024 – il Comune si era rivolto per un parere sull’opera. Al tempo era stato affermato che quel parere, per essere elaborato, avrebbe avuto bisogno di sei mesi e qualcuno aveva malignato che la soluzione era perfetta per tenere a cuocere un progetto poco convincente, al di là dei proclama, in maniera bipartisan.

Funivia del Lagaccio, sullo stop l’ombra delle penali

Ad ogni modo, oggi, la palla è passata nelle mani della nuova amministrazione. Una delle tante “patate bollenti” per l’amministrazione di centrosinistra. Che, intanto, ha fatto chiedere al Mit chiarimenti sulla comunicazione e su un parere che, di fatto, non sembra essere stato redatto.

La sindaca Silvia Salis, già in campagna elettorale, ma anche all’indomani dell’elezione ha chiarito che è sua intenzione rispettare le promesse e non dare seguito alla costruzione della funivia – “Io, dei piloni alti 60 metri in mezzo al Lagaccio, non li metto” – ma, così come per il più complesso dossier Skymetro, tornare indietro avrà delle conseguenze.

Paradossalmente, al di là delle cifre in ballo, ben diverse, lo stop all’iter per la funivia del Lagaccio è anche più complicato. Perché diversamente dallo Skymetro, il progetto funivia vede un contratto già siglato con l’impresa (Doppelmayr/Collini) a cui andrà comunque riconosciuto un indennizzo che si aggira attorno al 10% del valore dell’appalto (40,5 milioni di euro). Per risolvere il contratto, in ogni caso, dovranno essere dimostrati motivi di interesse pubblico in assenza dei quali potrebbe profilarsi un danno erariale.

Inoltre i soldi già spesi a carico del finanziamento ministeriale dovranno essere sostituiti da fondi del bilancio comunale. A meno che Salis, come ha già dichiarato di voler fare, non riesca a far dirottare tutti i fondi Pnc assegnati dal ministero della Cultura ad altri capitoli del più ampio piano di valorizzazione del parco dei forti di Genova.

Funivia del Lagaccio, a che punto siamo

Allo stato attuale, comunque, nonostante un “cantiere zero” mai veramente partito nella zona di Principe, non ci sono ancora né un progetto definitivo né uno esecutivo ma solo un piano di fattibilità economico finanziaria approvato dalla conferenza dei servizi. Ma nel frattempo c’è stata una modifica agli aspetti estetici dell’impianto a causa di alcune prescrizioni della sovrintendenza.

Diversamente dall’affaire Skymetro comunque il Comune di Genova ha tutto il tempo per studiare le proprie mosse. In base alle scadenze del fondo complementare al Pnrr i lavori, semmai dovessero partire, devono essere completati nel 2028.

Sul progetto della funivia pendono quattro ricorsi dei comitati. L’ultimo dei ricorsi è incentrato sul via libera (condizionato) concesso dalla Sovrintendenza speciale per le opere Pnrr a cui il Comune ha inviato la documentazione aggiornata sul progetto.

Ma tra i dubbi avanzati dal fronte del no alla funivia, oltre a quelli legati all’impatto dell’impianto sul quartiere del Lagaccio – un pilone all’altezza dell’Asl e uno nei pressi della ex caserma Gavoglio, dove è in corso di realizzazione un asilo nido – anche quelli sull’efficienza di un’infrastruttura del genere in una delle valli più ventose del territorio genovese.

Autore
Genova24

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