Furti componenti auto, allarme in Italia: modelli e pezzi nel mirino dei ladri
- Postato il 26 ottobre 2025
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- Di Virgilio.it
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Il costo delle auto continua ad aumentare, la tecnologia all’intero cresce e l’interesse dei ladri con esso. Il mercato dei pezzi di ricambio originali è diventato una miniare d’oro, e la criminalità organizzata si muove di conseguenza.
In una manciata di secondi si riesce a smontare parti che valgono migliaia di euro, facili da rivendere e piccole da trasportare, inaugurando una nuova tendenza dei furti, ormai focalizzati principalmente nei pezzi di ricambio. Cosi i furti parziali aumentano e sempre più spesso i malcapitati si ritrovano con l’auto privata di pezzi fondamentali e costosi.
I numeri degli ultimi anni
A confermare il trend è LoJack Italia, società specializzata nel recupero dei veicoli rubati, che racconta numeri impressionanti riguardo i furti parziali: nel 2024 sono stati registrati quasi 14.000 interventi di riparazione legati a furti di componenti, con un incremento del 3,5% rispetto all’anno precedente. Una crescita silenziosa ma costante, che conferma come la criminalità si stia spostando sempre più verso questo tipo di business, meno rischioso ma estremamente redditizio.
Quali sono le auto più ricercate
A finire nel mirino sono soprattutto i modelli più diffusi, quelli con una maggiore richiesta di ricambi sul mercato parallelo, oppure le vetture di fascia alta con componenti particolarmente costosi. La geografia del fenomeno racconta due Italie: al Sud, i ladri prediligono vetture italiane come Fiat Panda e 500, mentre al Nord i furti si concentrano su marchi tedeschi e giapponesi, spesso appartenenti a segmenti premium.
Tra i brand più colpiti figurano Fiat, Audi, Smart, Ford, Volkswagen, Land Rover, Alfa Romeo, Peugeot, Renault e Citroën. Le ibride Toyota e Lexus fanno storia a sé: nel loro caso, a essere particolarmente appetibili sono le batterie, vendute a peso d’oro sul mercato nero.
Le componenti più rubate
I pezzi più ambiti sono quelli facili da smontare e di alto valore commerciale:
- telecamere e sensori di parcheggio, sempre più sofisticati e richiesti;
- monitor e display, diventati il “cuore” elettronico dell’auto moderna;
- paraurti e fanali, spesso oggetto di furti “su commissione”;
- cerchi in lega, facilmente rivendibili;
- catalizzatori, ricercati per i metalli preziosi come platino e palladio.
Tutti elementi che, sul mercato parallelo, possono fruttare in pochi giorni migliaia di euro.
Un furto che dura 80 secondi
La rapidità con cui questi furti vengono eseguiti è impressionante: in circa 80 secondi un’auto può essere privata dei suoi componenti principali. Cerchi, fari e paraurti sono i bersagli preferiti perché facilmente accessibili. Ma la tecnologia ha aperto la strada a nuovi metodi: i ladri sono oggi in grado di sbloccare le vetture senza lasciare segni di effrazione, accedendo al sistema CAN bus e simulando la chiave elettronica. Una manciata di secondi, e l’auto è già smontata o caricata su un furgone pronto a sparire nel nulla.
La Lombardia guida la classifica
A livello territoriale, la Lombardia resta la regione più colpita, con circa il 40% dei furti parziali registrati in Italia. Seguono Lazio (27%) e Campania (18%), con Milano e Roma che si confermano le città più a rischio.
Allarmante anche la situazione in Puglia, dove il tratto tra Manfredonia e Cerignola è ormai noto come “il triangolo delle Bermuda dei furti d’auto”: un’area in cui spariscono interi veicoli e si concentrano centrali di smontaggio destinate alla rivendita dei pezzi rubati, spesso anche all’estero.
Un fenomeno che mostra un volto sempre più organizzato e professionale, segno di un mercato parallelo che non conosce crisi. E che, ancora una volta, mette alla prova non solo gli automobilisti, ma anche le forze dell’ordine chiamate a inseguire un’economia criminale che corre — anzi, smonta — più veloce che mai.