Furti d’acqua, prime denunce di Acquedotto lucano

  • Postato il 18 luglio 2025
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Furti d’acqua, prime denunce di Acquedotto lucano

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POTENZA – Sei «prelievi di acqua non contrattualizzati», più cento irregolarità contrattuali: è questo il bilancio dei controlli avviati all’inizio del mese da Acquedotto lucano d’intesa con la polizia locale di Potenza e diversi altri comuni lucani. Dopo l’allarme per i quantitativi di acqua stoccati negli invasi regionali, in calo anche rispetto a un anno già siccitoso come il 2024. Con l’unica eccezione della Camastra che sul finire dell’inverno è stata autorizzata ad accumularne un quantitativo maggiore dal Ministero delle infrastrutture.

Lo hanno reso noto, all’Ansa, fonti interne alla società di proprietà di Regione e 119 comuni lucani su 131, che gestisce il servizio idrico integrato in Basilicata. Al spa ha anche diffuso il numero di segnalazioni ricevute dopo l’attivazione di un apposito numero verde per ricevere segnalazioni, anche anonime, su «usi impropri» della risorsa idrica. Si parla di 18 “segnalatori”, che hanno indicato sprechi, e talvolta palesi violazioni all’ordinanza spiccata dal sindaco di Potenza per ridurre i consumi di acqua in città. Durante i controlli effettuati assieme ai carabinieri, però, sono stati scoperti anche veri e propri allacci abusivi che falserebbero, tra l’altro, anche i calcoli sulle perdite della rete. Ridimensionando, almeno in parte, quel dato del 70% di acqua dispersa che rappresenta un primato, ben poco inviabile, della città di Potenza.

«Dopo una prima ispezione dei luoghi e per dare compiuto supporto a questa indagine, si è provveduto a chiudere i rubinetti unidirezionali di arresto immediatamente a valle dei misuratori a servizio delle utenze ubicate in via – omissis- per verificare che dai punti di prelievo presenti nelle proprietà non vi fosse erogazione». Questo il verbale di uno di questi controlli che il Quotidiano ha potuto consultare. «Dalla successiva verifica è emersa la presenza di un punto di prelievo interno alla suddetta proprietà che continuava ad erogare risorsa idrica senza che questa venisse contabilizzata da alcun misuratore in quanto precedentemente chiusi». Prosegue il verbale. «Al fine di provare la compatibilità della risorsa erogata nel punto in questione con quella ordinariamente presente nelle condotte gestite da Acquedotto Lucano, è stato effettuato, nell’immediato e sul posto dal personale dell’area vigilanza igienica di questa società, un campionamento d’acqua sia dal punto individuato che da un rubinetto interno all’abitazione di uno degli utenti della proprietà. Da questa verifica si è riscontrata la presenza di cloro residuo in entrambi i campioni analizzati, confermando di fatto che la risorsa proviene dalla rete distributrice cittadina in quanto il parametro in questione indica l’avvenuta disinfezione dell’acqua come da prassi di questa societá».

Acquedotto lucano ha anche comunicato che a breve, «d’ufficio e previa comunicazione agli utenti interessati», si provvederà «allo spostamento dei misuratori di acqua al limite della proprietà privata ai sensi del Regolamento del Servizio Idrico Integrato». Molto meno gravi le cento irregolarità contrattuali riscontrate. Nella maggior parte dei casi si parla, infatti, di utenze commerciali registrate come utenze domestiche, o di utenze intestate a persone diverse dal loro reale beneficiario.

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