Furto al Louvre, «Lupin» diventa realtà: i ladri copiano la serie Netflix e la polizia brancola nel buio

  • Postato il 22 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Immaginate un operaio del Louvre che architetta un piano geniale per rubare i gioielli di Napoleone. No, non è solo la trama della prima stagione della serie tv «Lupin» (con protagonista Omar Sy nei panni di Assane Diop): è praticamente la fotografia del colpo reale che si è consumato il 19 ottobre 2025 al Musée du Louvre di Parigi.
A colpire non sono solo i gioielli andati perduti, ma le somiglianze quasi da fotocopia con la fiction, che fanno sorridere — ma anche sobbalzare.

Il copione cinematografico – con qualche variante

In «Lupin», Assane Diop è un ex addetto alle pulizie del Louvre che si ispira alle gesta del celebre ladro gentiluomo Arsenio Lupin: travestimenti, astuzia, conoscenza del museo e… il colpo: la collana di diamanti dell’imperatrice Maria Antonietta.

Nella realtà, invece, una banda di finti operai con gilet gialli, dotata di montacarichi (una piattaforma elevatrice) arriva sul fianco del museo e forza una finestra del Louvre con una sega circolare o un disco da taglio, all’altezza della «Galerie d’Apollon» — la stessa in cui era ambientato il colpo della serie.
Il risultato? Nove preziosi gioielli rubati — tra cui una tiara dell’imperatrice Eugenia — in appena sette minuti.

Furto al Louvre, «Lupin» diventa realtà: i ladri copiano la serie Netflix e la polizia brancola nel buio
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I punti in comune

Una prima affinità è certamente quella del travestimento: i ladri sono vestiti come operai, con gilet fluorescenti e strumenti da cantiere. Una singolare somiglianza risiede anche nell’esecuzione lampo: circa sette minuti. Il tempo di un «mini-episodio». Una pianificazione degna di un thriller, nella fiction così come nella realtà. Tanto che persino il sindaco del centro di Parigi (che comprende i quartieri 1, 2, 3 e 4) Ariel Weil ha commentato: «Sembra di essere in Arsenio Lupin».

Sebbene la somiglianza con la serie sia stupefacente, il colpo reale ha una dimensione ben più tragica: il valore storico, culturale e simbolico dei gioielli rubati.
Non è finzione, è successo davvero. La sicurezza del museo più visitato del mondo è stata seriamente messa in discussione. Anzi, a essere sinceri è stata ridicolizzata dai rapinatori.

Tra ironia e riflessione

In ogni caso, la storia del museo, della bellezza, della vulnerabilità e del furto non è più solo un racconto da fiction — oggi è cronaca. Diciamo con un pizzico di ironia che i ladri del 19 ottobre 2025 hanno probabilmente «guardato troppe serie». O forse hanno visto quella più adatta a loro. Dalla quale un episodio ha preso vita.

Resta il problema che gli operai erano falsi, ma i gioielli sono veri, e di un valore inestimabile. Per ora, tuttavia, la polizia brancola nel buio. «Lupin» sembra averla fatta franca un’altra volta.

Autore
Panorama

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