Garlasco, al via l’incidente probatorio: tutto quello che c’è da sapere
- Postato il 17 giugno 2025
- Di Panorama
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Diciotto anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi, la villetta di via Pascoli torna al centro di una nuova, delicatissima fase giudiziaria. Non c’è più spazio per ipotesi, illazioni o suggestioni mediatiche: quello che si apre oggi potrebbe essere il capitolo decisivo per riscrivere — o confermare — la verità processuale su uno dei casi di cronaca nera più discussi d’Italia.
Alberto Stasi, l’ex fidanzato, è già stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere. Ma ora all’attenzione della Procura c’è Andrea Sempio, 37 anni, già indagato e archiviato nel 2017, oggi di nuovo sotto accusa per omicidio.
Al centro del nuovo incidente probatorio ci sono tracce di DNA, impronte e reperti mai analizzati o rivalutati alla luce delle più moderne tecniche forensi. Da oggi, in un confronto serrato tra periti, potrebbe iniziare una corsa contro il tempo per dare finalmente risposte definitive a un mistero lungo quasi due decenni.
I tre indizi contro Andrea Sempio
Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, è ufficialmente indagato per omicidio, in concorso con ignoti o con lo stesso Stasi. La Procura di Pavia ha riaperto il fascicolo puntando su tre elementi investigativi:
- Il DNA sotto le unghie di Chiara Poggi
Una traccia genetica rilevata dai margini ungueali della vittima è oggi attribuita a Sempio. Questo accertamento sarà uno dei fulcri dell’incidente probatorio appena iniziato. - L’impronta palmare numero 33
Un’impronta individuata sul muro delle scale che portano al seminterrato, luogo del delitto. I periti della Procura ritengono che corrisponda alla mano di Sempio per la compatibilità rilevata in 15 minuzie dattiloscopiche. - Il presunto alibi di Sempio
Gli inquirenti contestano la validità del biglietto di un parcheggio a Vigevano, ritenuto un alibi debole e privo di riscontri certi.
Al via l’incidente probatorio
Alle 10.30, nel laboratorio della polizia scientifica di Milano, prende il via l’incidente probatorio che potrebbe trasformare gli attuali elementi investigativi in vere e proprie prove processuali. Gli accertamenti sono stati affidati dal gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, ai periti Denise Albani e Domenico Marchigiani. Il tutto avverrà «in contraddittorio» con la partecipazione di legali e consulenti delle parti, in quello che si preannuncia uno scontro serrato tra alcuni dei migliori genetisti e dattiloscopisti italiani. Un confronto che rappresenta anche un banco di prova per le moderne tecnologie forensi, chiamate a lavorare su reperti vecchi di 18 anni.
Nella prima giornata non sono attese svolte clamorose. Si inizierà con la verifica della corretta conservazione dei reperti e della catena di custodia. Successivamente verrà stilato un calendario delle udienze. I periti avranno a disposizione 90 giorni, eventualmente prorogabili, per rispondere ai quesiti posti dal giudice. Dunque, i tempi si preannunciano tutt’altro che brevi.
Il DNA sotto le unghie: l’accertamento più atteso
L’attenzione principale si concentra sulla traccia di DNA estrapolata dalle unghie di Chiara. Gli esami finora hanno individuato due profili genetici maschili. Nel processo di appello contro Stasi, il genetista Francesco De Stefano aveva ritenuto il materiale troppo degradato per essere analizzato. Di parere opposto Carlo Previderé, consulente della Procura, secondo il quale uno dei profili sarebbe «sovrapponibile a quello di Sempio». È proprio questo il dato che ha riacceso le indagini nei suoi confronti. Se il test probatorio confermasse tale corrispondenza, si tratterebbe di un punto fermo per la nuova inchiesta. La difesa, però, ribatte che la presenza di quel DNA potrebbe essere spiegata dal fatto che Sempio frequentava abitualmente la casa dei Poggi. Resta da identificare l’identità del secondo profilo genetico.
Le nuove analisi sulle “para-adesive”
L’incidente probatorio prevede inoltre l’analisi delle 35 «para-adesive», le fascette collanti utilizzate per raccogliere impronte e residui sulla scena del crimine. Da queste si tenterà di isolare eventuali nuove tracce biologiche, da confrontare non solo con i profili di Stasi e Sempio, ma anche con quelli di altre persone che frequentavano abitualmente la villetta o che parteciparono ai primi rilievi: le gemelle Cappa, gli amici di Marco Poggi, gli investigatori.
Particolare attenzione sarà dedicata alla «traccia 10», un’impronta rinvenuta all’interno della porta d’ingresso e contaminata di sangue. Gli inquirenti ritengono che possa trattarsi della “firma dell’assassino” o di una traccia lasciata da un suo complice.
L’impronta palmare 33 e i reperti nella spazzatura
Non rientra invece in questa fase dell’incidente probatorio la valutazione della cosiddetta «papillare 33», l’impronta palmare rilevata sulle scale che conducono al seminterrato e che i periti dei pm attribuiscono a Sempio in quanto corrispondente in 15 minuzie dattiloscopiche. Di quella impronta oggi resta solo una fotografia ad alta definizione; il pezzo d’intonaco su cui fu repertata è andato perso o si è esaurito durante i precedenti esami, circostanza non formalmente documentata nei verbali.
Saranno invece analizzati i reperti recuperati dalla pattumiera della casa di Chiara Poggi: due vasetti di Fruttolo, un brick di tè, un cucchiaino, un piattino di plastica, una scatola di cereali, una confezione di biscotti e un frammento di tappetino da bagno con impressa l’orma insanguinata di una scarpa. Proprio su questi oggetti prenderà avvio il lavoro comparativo tra i periti, previa verifica che non siano avvenute contaminazioni successive alla raccolta.