Garlasco, è scontro tra periti all’incidente probatorio: ecco su cosa di discute
- Postato il 18 giugno 2025
- Di Panorama
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A 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, si è aperto a Milano il maxi incidente probatorio che potrebbe riscrivere la storia del caso Garlasco. Il 17 giugno, nella sede del gabinetto regionale di Polizia Scientifica della questura milanese, sono iniziati gli accertamenti disposti dalla gip Daniela Garlaschelli. Presenti avvocati e consulenti della famiglia Poggi, di Andrea Sempio — indagato nell’indagine bis condotta dalla procura di Pavia — e di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata.
L’intonaco grattato
Uno dei primi elementi emersi è l’assenza del reperto relativo all’intonaco grattato dal muro della villetta di via Pascoli, accanto al quale fu ritrovato il corpo senza vita della ventiseienne. L’intonaco, prelevato nel 2007 dai carabinieri del Ris di Parma, conteneva l’impronta palmare 33, quella trovata sulla parete destra della scala. Già allora risultata negativa all’Obti test — il metodo più affidabile per rilevare sangue umano — la scomparsa dell’intonaco impedisce ora ulteriori approfondimenti, se non su base fotografica. La procura di Pavia attribuisce quell’impronta ad Andrea Sempio.
Le fascette para-adesive
Dagli scatoloni esaminati sono emersi anche altri dettagli rilevanti: le fascette para-adesive non ci sono, al loro posto sono stati ritrovati fogli di acetato contenenti impronte digitali. Tra queste c’è la traccia numero 10, rilevata sulla parte interna della porta d’ingresso della villetta, rimasta senza attribuzione. La presenza delle impronte su fogli di acetato complica ulteriormente gli accertamenti.
La traccia numero 10
Un altro risultato cruciale arriva proprio dalla traccia 10: non contiene sangue. Si tratta di un elemento considerato rilevante dalla procura, che aveva ipotizzato che l’assassino fosse uscito dalla casa senza lavarsi le mani. Tuttavia, la scienza ha smentito questa ricostruzione. L’esame Obti — ripetuto su richiesta della difesa Stasi — ha confermato l’assenza di sangue, e un nuovo esito positivo appare improbabile, poiché è stata analizzata una quantità di campione più consistente.
Il mistero dell’impronta 97F
Al centro degli accertamenti c’è anche l’impronta 97F, repertata sul muro sinistro che costeggia la scala verso la tavernetta, dove fu trovato il corpo di Chiara. Secondo gli inquirenti, potrebbe essere stata lasciata dalla mano sinistra mentre la destra produceva la traccia 33, attribuita ad Andrea Sempio. «Non è attribuibile a nessuno», ha dichiarato Marco Radaelli, consulente della famiglia Poggi. «Noi sappiamo che la traccia 97F è quella che certamente ha toccato la maglietta del pigiama che Chiara indossava ma non è ovviamente attribuibile, si tratta di un’impronta su un tessuto e non è chiaramente classificabile».
Le dichiarazioni dei legali
«Iniziamo le operazioni peritali. Valuteremo la catena di custodia e credo apriremo i reperti e stabiliremo un calendario di analisi. C’è ottimismo, insomma. Credo che i reperti siano stati conservati come dovevano essere conservati», ha dichiarato Giada Bocellari, avvocato di Alberto Stasi.
I profili genetici da confrontare
Cosa succede ora
Nell’udienza di mercoledì proseguiranno le verifiche su impronte ancora da esaminare. Tra i reperti non presenti in questa fase, figura proprio la «papillare 33» — l’impronta palmare destra vicina al corpo di Chiara — di cui manca il frammento di intonaco asportato dalla parete. Non esiste alcun verbale che ne attesti la distruzione o l’eventuale consumo completo durante gli esami passati.
Giovedì, la squadra di avvocati e consulenti — tra cui Giada Bocellari, Ugo Ricci e Oscar Ghizzoni (per Stasi), Luciano Garofano (per Sempio), Luigi Tizzoni, Marzio Capra, Dario Redaelli e Calogero Biondi (per la famiglia Poggi), Carlo Previderè e Pierangela Grignani (per la procura) — procederà all’esame di ulteriori reperti: il tappetino macchiato di sangue, un cucchiaino, la scatola dei cereali, i tamponi prelevati sulla vittima e il contenuto della spazzatura trovata in cucina. Proprio sul sacchetto dei rifiuti si è verificato martedì il primo vero scontro fra le parti, dovuto inizialmente alla mancanza del decreto di sequestro — poi recuperato — di alcuni oggetti come due vasetti di Fruttolo, un brick di tè freddo, l’incarto di biscotti e un piattino. Questo ha causato il rinvio dell’esame al giorno successivo.
Il Dna sotto le unghie di Chiara Poggi
L’incidente probatorio si concluderà probabilmente con l’analisi delle tracce di Dna rilevate sotto le unghie di Chiara. Una di queste appartiene a un «ignoto», l’altra, secondo i consulenti della procura di Pavia, ha già dato un match positivo con Andrea Sempio, allora 19enne e amico del fratello della vittima. Proprio questo riscontro genetico ha riaperto, dopo 18 anni, il giallo di Garlasco.