Garlasco, la foto di Chiara Poggi insanguinata e la consulenza segreta riapparsa
- Postato il 25 novembre 2025
- Di Panorama
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Consulenze scomparse e poi ricomparse, foto di un volto insanguinato rivelata prima del necessario o forse no. Al centro delle discussioni sul delitto di Garlasco, fanno il loro ritorno due nodi cruciali: la controversa fotografia del corpo di Chiara Poggi mostrata ad Alberto Stasi durante i primi interrogatori e lo strano percorso della consulenza Linarello sul DNA sulle unghie della ragazza assassinata nel 2007, giunta nelle mani di Massimo Lovati, ex avvocato di Andrea Sempio.

La foto di Chiara
Secondo le ricostruzioni, gli investigatori mostrarono a Stasi la foto del corpo insanguinato di Chiara prima dell’interrogatorio, ponendo il dubbio che questo abbia influenzato il racconto dell’allora indagato sulla posizione del corpo e sulle condizioni del volto della vittima. Secondo il colonnello Gennaro Cassese, partecipe alla trasmissione Lo Stato delle Cose, all’epoca a capo delle indagini, dopo aver visto l’immagine Stasi avrebbe fornito una descrizione molto più dettagliata della posizione di Chiara e delle condizioni del volto rispetto a quanto dichiarato nel primo verbale.
Fu il maresciallo Francesco Marchetto a mostrargliela, ma, secondo Cassese, non verbalizzò mai il fatto. Marchetto, dal canto suo, respinge le accuse e rivendica la correttezza del suo operato, affermando di aver mostrato la foto per contestare a Stasi la frase secondo cui il volto di Chiara non mostrava sangue: «Quando Alberto Stasi mi disse che il volto di Chiara era pulito, io tirai fuori la foto: era completamente insanguinato». E precisa che questo episodio avvenne dopo il primo interrogatorio e non prima come ipotizzato.
Il fatto emerse solo nel 2013, quando la Procura delegò a Cassese l’indagine sulla possibile falsa testimonianza di Marchetto, poi condannato per aver mentito sulla questione della bicicletta nera da donna in possesso della famiglia Stasi: per giustificare la decisione di non sequestrarla, disse falsamente di avere assistito personalmente alla deposizione della testimone secondo cui la bici non fosse la stessa di quella vista di fronte alla villetta dell’omicidio.
La consulenza e i reperti a Zurigo
Il secondo nodo riguarda la consulenza realizzata dal genetista Pasquale Linarello, commissionata nel 2016 dalla famiglia Stasi: le analisi del DNA ritrovato sotto le unghie di Chiara ipotizzavano già all’epoca la presenza delle tracce genetiche di Andrea Sempio. Ma il documento rimase secretato per poi essere ritrovato nelle mani di Massimo Lovati, ex avvocato della difesa di Sempio, generando controversie sulla sua autenticità e sulle modalità di consegna non consono. Secondo l’avvocato, la consulenza gli è stata consegnata da uno «007» tramite il giornalista Giangavino Sulas, ormai scomparso, e «disse che i reperti analizzati erano andati a finire a Zurigo, in Svizzera. Avete capito? I reperti e la consulenza tecnica non sono genuini! Sempio è estraneo».
Molti nomi, una consulenza riapparsa e una foto controversa ruotano quindi intorno a due protagonisti, Alberto Stasi e Andrea Sempio. E forse queste non saranno le ultime polemiche e rivelazioni prima del 18 dicembre, la data chiave in cui si attende la perizia definitiva sul DNA ritrovato sul quel corpo insanguinato di Chiara.