Garlasco, le accuse all’ex procuratore Venditti: “20/30mila euro per archiviare Sempio”. Il pizzino e le “omesse verifiche bancarie”
- Postato il 26 settembre 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
- 2 Visualizzazioni
.png)
“Venditti gip archivia per 20-30 euro”. Lo si leggerebbe in un biglietto sequestrato lo scorso 14 maggio in casa dei genitori di Andrea Sempio, unico indagato nel nuovo filone di indagine della Procura di Pavia sull’omicidio di Garlasco. Un appunto scritto a mano da cui – secondo i pm di Brescia che indagano per corruzione in atti giudiziari l’ex procuratore di Pavia Mario Venditti e che hanno disposto le perquisizioni scattate questa mattina – emergerebbe che all’inizio del febbraio 2017, quando Sempio era indagato la prima volta per l’omicidio di Chiara Poggi, “fosse stata proposta o comunque ipotizzata la corresponsione al procuratore aggiunto Mario Venditti di una somma di denaro correlata all’archiviazione del procedimento”. Il promemoria avrebbe la grafia di Giuseppe Sempio, padre di Andrea, ma porterebbe una data – “febbraio 2016” – erroneamente anticipata di un anno: l’archiviazione, ricordano i pm nel decreto di perquisizione, è stata richiesta il 15 marzo 2017 e accolta dal gip il 23 dello stesso mese. “I pizzini richiedono prima una perizia calligrafica per essere attribuiti a chicchessia”, ha commentato questa mattina l’avvocato Massimo Lovati, difensore di Sempio.
All’ex procuratore di Pavia nel 2017 sarebbe “stata proposta o comunque ipotizzata” “una somma indebita di denaro, nell’ordine di 20/30mila euro, per favorire Andrea Sempio”, si legge nel decreto firmato dal pm di Brescia Claudia Moregola e dal procuratore Francesco Prete che ha disposto le perquisizioni nei confronti dello stesso Venditti, dei carabinieri Silvio Sapone e Giuseppe Spoto, di Andrea Sempio, dei suoi genitori e di una serie di parenti.
A rinforzare l’ipotesi accusatoria, secondo i pm, contribuirebbe il passaggio non trascritto di un’intercettazione in cui il padre di Andrea Sempio farebbe riferimento alla necessità di “pagare quei signori lì” con modalità non tracciabile. Per i pm bresciani – competenti nelle indagini sugli eventuali reati commessi dai magistrati del distretto di Corte d’Appello di Milano – “appare necessario comprendere perché fu omessa la trascrizione di quelle frasi, di forte valenza indiziaria“, ma soprattutto perché allora “fu omessa ogni verifica bancaria“, per cercare di ricostruire chi fossero i beneficiari dei pagamenti a cui faceva riferimento Giuseppe Sempio.
Accertamenti bancari che la Procura di Brescia, nell’ambito dell’attuale indagine per corruzione, ha chiesto di fare alla Guardia di Finanza e da cui sarebbero emerse “una serie di movimentazioni anomale” tra il dicembre 2016 e il giugno 2017. In particolare le zie paterne di Andrea Sempio (oggi anche loro perquisite) avrebbero emesso assegni per un totale di 43mila euro in favore del fratello, che a sua volta insieme al figlio avrebbe prelevato in contanti un totale di 35mila euro “del tutto incongrui rispetto alle loro ordinarie movimentazioni bancarie”, sottolineano i pm nel decreto di perquisizione. Giuseppe Sempio avrebbe anche versato a un suo parente un assegno da 5mila euro, subito prelevati in contanti.
Oggi in casa dei genitori di Andrea Sempio e degli altri parenti coinvolti in queste “movimentazioni anomale”, oltre che nell’abitazione di Venditti e dei militari ora in congedo che indagarono nel 2017, carabinieri e fiamme gialle stanno cercando “ogni possibile elemento utile” a dimostrare la necessità di denaro da parte della famiglia Sempio 9 anni fa e il versamento di quei soldi agli inquirenti con l’obiettivo di “influire” sulle indagini. Lo cercano nei pc, nei tablet, sui telefoni e su supporti di archiviazione, ma anche tra gli appunti conservati in casa e nelle agende di allora.
L'articolo Garlasco, le accuse all’ex procuratore Venditti: “20/30mila euro per archiviare Sempio”. Il pizzino e le “omesse verifiche bancarie” proviene da Il Fatto Quotidiano.