Garlasco, le nuove analisi sulla spazzatura di casa Poggi e quei verbali «simultanei» che non tornano

  • Postato il 18 luglio 2025
  • Di Panorama
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A quasi vent’anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il mistero di Garlasco continua a riservare colpi di scena. Mentre gli investigatori danno la caccia al cosiddetto «Ignoto 3» — il profilo di Dna emerso sul tampone orale della vittima e ancora senza nome —, la magistratura riapre vecchie piste e dispone nuovi accertamenti sulla scena del crimine. Al centro dell’attenzione finisce nuovamente la spazzatura trovata in casa Poggi. Ma non è tutto: negli atti saltano fuori anomalie nei verbali dei testimoni, con interrogatori che — almeno sulla carta — si sarebbero svolti in contemporanea, a firma degli stessi due carabinieri.

Mercoledì prossimo, alle ore 11, avvocati e consulenti torneranno al tribunale di Pavia per il conferimento dell’incarico al perito Domenico Marchegiani, dattiloscopista della Polizia Scientifica. L’esperto dovrà analizzare le impronte digitali presenti sui sacchi della spazzatura prelevati all’epoca nella casa di Chiara Poggi.

Un’operazione che segue l’analisi già effettuata sui reperti in cerca di profili genetici: sul materiale erano stati rilevati il DNA della vittima su due vasetti di Fruttolo, e quello di Alberto Stasi — l’ex fidanzato, condannato in via definitiva a 16 anni — su una confezione di Estathè. I suoi legali, Giada Bocellari e Antonio De Rensis, avevano chiesto di integrare le analisi con l’esame delle impronte digitali, mai effettuato finora. Stessa istanza era stata presentata dalla Procura, guidata da Fabio Napoleone. Ieri, la gip ha dato il via libera.

L’esito dell’accertamento appare scontato agli inquirenti, ma il suo scopo è chiaro: chiudere ogni possibile zona d’ombra nella nuova inchiesta che vede indagato Andrea Sempio.

Ed è proprio sul nome di Sempio che torna ad addensarsi un elemento inquietante, segnalato dal Corriere della Sera. Nei verbali redatti dai carabinieri di Vigevano il 4 ottobre 2008, giorno in cui vennero ascoltati lui e tre amici — Freddi, Capra e Biasibetti, abituali frequentatori della casa Poggi e utilizzatori di biciclette — emergono incongruenze temporali non trascurabili.

Andrea Sempio fu interrogato nella caserma di Vigevano dal capitano Gennaro Cassese e dal maresciallo capo Flavio Devecchi. Il suo verbale, lungo due pagine e mezzo, risulta aperto alle 10:30 e chiuso solo alle 14:40. Fu in quell’occasione che Sempio, per la prima volta, parlò dello scontrino di Vigevano — il suo presunto alibi — e lo consegnò agli inquirenti. Secondo quanto emerso dalle nuove indagini, durante l’interrogatorio si sarebbe verificato anche un malore che richiese l’intervento del 118. Di questo episodio, tuttavia, non c’è traccia alcuna nel verbale ufficiale.

Ma ciò che lascia perplessi è un altro dettaglio. Sempre secondo gli atti, nello stesso arco orario in cui Sempio viene ascoltato dai due militari, gli stessi ufficiali redigono e firmano anche gli interrogatori degli amici. Il verbale di Biasibetti viene infatti aperto alle 11:25 e chiuso alle 12:10; quello di Capra va dalle 13:25 alle 14:20. Entrambi sono intestati e firmati da Cassese e Devecchi, gli stessi che, almeno formalmente, avrebbero dovuto essere impegnati ininterrottamente con Sempio.

Un’anomalia procedurale che ora rischia di gettare nuove ombre sulla gestione delle prime fasi investigative del caso Poggi.

Autore
Panorama

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