Garlasco, l’incidente probatorio e il giallo dell’impronta 97F: «È del killer»
- Postato il 17 giugno 2025
- Di Panorama
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Si è aperto oggi a Milano il maxi incidente probatorio che segna una tappa cruciale nella riapertura del caso Garlasco. Davanti al gip Daniela Garlaschelli, nella sede della questura di Milano, sono arrivati avvocati e consulenti della famiglia della vittima, della difesa di Andrea Sempio — indagato nella nuova inchiesta condotta dalla procura di Pavia — e di Alberto Stasi, già condannato in via definitiva per l’omicidio.
L’accertamento si svolge all’interno degli uffici del gabinetto regionale di Polizia scientifica, dove i periti hanno iniziato l’esame dei reperti custoditi per quasi due decenni.
«Iniziamo le operazioni peritali. Oggi valuteremo la catena di custodia e credo apriremo i reperti e stabiliremo un calendario di analisi. C’è ottimismo, insomma. Credo che i reperti siano stati conservati come dovevano essere conservati», ha dichiarato l’avvocato Giada Bocellari, legale di Alberto Stasi.
Sulla stessa linea il consulente della difesa di Andrea Sempio, l’ex generale del Ris Luciano Garofano, che entrando in questura ha spiegato: «Stamattina apriremo alcuni reperti e su quei reperti valuteremo la catena di custodia e lo stato di conservazione e cominceremo a fare le campionature». Garofano ha poi aggiunto: «Credo nell’innocenza di Sempio».
Il compito dei periti nominati dalla procura, Denise Albani e Domenico Marchigiani, sarà quello di riesaminare il materiale biologico — o meglio, i risultati delle analisi svolte all’epoca — rinvenuto sotto le unghie di Chiara. Ma non solo: saranno esaminati anche numerosi altri reperti sequestrati 18 anni fa nella villetta di via Pascoli, teatro del delitto. Tra questi: un frammento del tappetino del bagno, confezioni di tè, un vasetto di yogurt, cereali, biscotti e diversi sacchetti, oltre ai circa sessanta “para-adesivi” usati per rilevare impronte.
Il giallo dell’impronta 97F
Un nodo centrale dell’incidente probatorio riguarda la cosiddetta impronta 97F, rilevata sul muro sinistro che costeggia la scala verso la tavernetta, luogo in cui venne rinvenuto il corpo di Chiara. Si tratta di una traccia catalogata come impronta di sangue strisciata, che potrebbe essere stata lasciata dalla mano sinistra di chi, con la destra, imprimeva contestualmente l’impronta palmare denominata “traccia 33”, attribuita ad Andrea Sempio dagli inquirenti.
Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano gli inquirenti sarebbero convinti che il profilo sul muro a sinistra della villetta, dove venne uccisa Chiara Poggi, potrebbe appartenere alla mano sinistra del killer.
Ma per Marco Radaelli, consulente della famiglia Poggi, «Non è attribuibile a nessuno». E ha aggiunto: «Noi sappiamo che la traccia 97F è quella che certamente ha toccato la maglietta del pigiama che Chiara indossava ma non è ovviamente attribuibile, si tratta di un’impronta su un tessuto e non è chiaramente classificabile».
Secondo la Bloodstain pattern analysis, la traccia sul pigiama «potrebbe essere riferibile alla mano insanguinata dell’aggressore che ha sporcato la maglietta sulla spalla sinistra nell’atto di sollevare e gettare la vittima a faccia in giù lungo le scale. Considerato che in quest’ultima fase l’aggressore è stato in posizione arretrata rispetto alla vittima, non si esclude che si tratti proprio della sua mano sinistra». E gli esperti dicono che quella stessa mano sinistra «potrebbe trovare riscontro anche nella traccia di swipe 97F presente sulla parete delle scale che, in ragione della sua dislocazione e morfologia, potrebbe essere riferita allo strofinio di una mano dell’aggressore».
Le nuove analisi serviranno a confrontare i profili genetici di diversi soggetti coinvolti nell’indagine: Andrea Sempio, Alberto Stasi, le gemelle Paola e Stefania Cappa (cugine di Chiara), Marco Panzarasa (amico di Stasi), nonché gli amici di Marco Poggi e Andrea Sempio — Mattia Capra, Roberto Freddi e Alessandro Biasibetti. L’obiettivo: individuare eventuali compatibilità genetiche che possano far luce sui tanti interrogativi ancora aperti.
L’audio inedito di Stefania Cappa con il padre
Mentre si attende l’esito degli esami, la trasmissione “Quarta Repubblica” ha diffuso in esclusiva un’intercettazione telefonica risalente al 28 settembre 2007, che coinvolge Stefania Cappa, una delle due cugine di Chiara, e il padre Ermanno. I due discutono della scarcerazione di Alberto Stasi, avvenuta in quel periodo.
Ermanno Cappa: «Pronto»
Stefania Cappa: «Ciao Bombo»
E: «Ci sono tutti i giornalisti perché mi ha detto Gianni che hanno scarcerato Stasi»
S: «No!»
E: «Sì, e allora ci sono tutti i giornalisti che rompono dalla zia Rita, da tutti. Quindi state lontano dai giornalisti, con educazione, ma lontano»
S: «Ma proprio scarcerato?»
E: «Sì»
S: «Ma va*******o»
E: «Ma no vabbè va*******o, cosa c’entra?»
S: «Ma scarcerato agli arresti domiciliari o proprio…»
E: «No, no scarcerato»
S: «Ma porca miseria»
E: «E… Quindi adesso ne parlo con Gianni. In questo momento non ti deve interessare. Insomma, povera famiglia, povero ragazzo se, se, se… Non è questo il problema, il problema sono i giornalisti. Capito?»
S: «No, no, no. Ok»
E: «Si riscatenano, nel paese è pieno di giornalisti»