Garlasco, niente Dna sulle impronte in casa Poggi: ecco cosa cambia per Andrea Sempio
- Postato il 2 luglio 2025
- Di Panorama
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Diciotto anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi, il mistero resta, ma le impronte non parlano più.
Nessuna traccia di Dna è emersa dai fogli di acetato che per anni hanno conservato silenziosamente impronte mai analizzate nella villetta di Garlasco. Quelle stesse impronte che, in passato, qualcuno aveva indicato come potenzialmente decisive. Ora, invece, gli accertamenti tecnici smontano una delle piste più promettenti per riscrivere la scena del crimine. E mentre la giustizia concede ad Alberto Stasi la semilibertà, per Andrea Sempio – il nuovo indagato – arriva una parziale ma pesante conferma: «Sempio non si trovava sulla scena del crimine», ribadisce la sua avvocata. La verità, ancora una volta, sembra allontanarsi.
Tra le impronte esaminate c’è anche la cosiddetta «impronta 10», rilevata sulla porta d’ingresso della villetta. Cinque anni fa, in una nota dei carabinieri di Milano indirizzata alla procura di Pavia, quella traccia era stata considerata «significativa» qualora «impressa nel sangue», ipotizzando potesse essere stata lasciata dall’autore del delitto. Tuttavia, già nei mesi scorsi gli inquirenti avevano cominciato a ridimensionarne il peso nell’ambito della nuova ricostruzione. Il recente test per verificare la presenza di sangue ha dato esito negativo, sebbene siano previste ulteriori analisi con tecniche differenti. Ora arriva anche la conferma: la quantità di materiale biologico è insufficiente per ogni tipo di confronto.
Secondo una consulenza disposta dalla procura, l’impronta in questione non appartiene né ad Alberto Stasi – condannato in via definitiva a 16 anni – né al nuovo indagato Andrea Sempio.
Nel frattempo, Stasi ha ottenuto un’importante vittoria sul piano giudiziario. La Cassazione ha rigettato il ricorso della Procura generale contro la semilibertà concessa ad aprile dal Tribunale di Sorveglianza di Milano, respingendo le critiche mosse per l’intervista rilasciata a Le Iene durante un permesso premio. Secondo la Suprema Corte, come sostenuto dai legali Giada Bocellari e Antonio De Rensis, il ricorso della Procura generale è «inammissibile». L’ex fidanzato di Chiara Poggi, che da tempo lavora fuori dal carcere di Bollate, continuerà quindi a beneficiare del regime di semilibertà.
Le indagini tecniche, però, proseguono. Venerdì è attesa una nuova riunione tra consulenti e periti a Milano per la terza tappa dell’incidente probatorio. Tra gli elementi ancora da analizzare ci sono il tappetino del bagno – dove fu trovata l’impronta della scarpa del killer, ritenuta compatibile con quella di Stasi –, i tamponi sul corpo della vittima e le tracce ematiche repertate nell’abitazione. Al centro dell’inchiesta guidata dal procuratore di Pavia Fabio Napoleone, dall’aggiunto Stefano Civardi e dalle pm Valentina De Stefano e Giuliana Rizza, resta il nodo centrale: l’utilizzabilità del Dna trovato sotto le unghie della vittima e il possibile confronto con il profilo genetico di Andrea Sempio.
Quanto emerso finora dalle analisi sulle sessanta impronte presenti nella casa Poggi sembra però andare in una direzione precisa. Solo due o tre fogli di acetato contenevano residui apparentemente utili, ma le quantità riscontrate erano comunque troppo basse. «Gli accertamenti scientifici sin qui svolti, confermano dunque la totale estraneità di Sempio», ha dichiarato l’avvocata Angela Taccia, difensore del giovane, già finito al centro dell’attenzione anni fa a seguito di un’indagine difensiva poi archiviata.
«Ad oggi, non solo l’analisi genetica dei reperti rinvenuti nella spazzatura, ma anche gli esiti emersi dalle analisi svolte sugli acetati, confermano ancora una volta che il mio assistito Sempio non si trovava sulla scena del crimine, come da anni lui stesso afferma», ha ribadito Taccia. In effetti, i valori riscontrati con i kit di estrazione non hanno superato nemmeno lo 0,1 su una scala che arriva fino a mille.
I risultati dovranno essere ora confermati da ulteriori test di “caratterizzazione”, vale a dire tecniche più mirate per tentare di recuperare Dna laddove possibile. Ma il percorso appare segnato.
Intanto, parallelamente all’incidente probatorio, prosegue anche l’analisi dattiloscopica fuori dal fascicolo principale. I carabinieri del Ris, con l’esperto Gianpaolo Iuliano e il consulente Nicola Caprioli, stanno lavorando su questa linea. La cosiddetta traccia «33», trovata sulle scale della cantina, è già stata attribuita ad Andrea Sempio, ma la sua rilevanza resta ancora da valutare nel quadro complessivo.
Il prossimo appuntamento per le attività tecniche è fissato per il 4 luglio, sempre nei laboratori della Polizia scientifica. Nel frattempo, la famiglia Poggi ha rotto il silenzio sulla vicenda. Il dolore resta vivo. Sul passato, una frase detta dai genitori di Chiara su Stasi continua a pesare: «Non disse mai: ‘Non l’ho uccisa’».