Garlasco, nuova svolta nel caso Poggi: Dna maschile ignoto trovato nella bocca di Chiara
- Postato il 11 luglio 2025
- Di Panorama
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Un colpo di scena che riapre crepe mai chiuse. Diciotto anni dopo il delitto di Chiara Poggi, il caso Garlasco torna a scuotere l’opinione pubblica. In un frammento rimasto finora inascoltato – il tampone orale mai analizzato del corpo della vittima – è stato isolato un profilo genetico maschile «ignoto». Il materiale, di tipo Y, è stato individuato dai periti nominati dal Tribunale di Pavia durante l’incidente probatorio. Non appartiene né all’ex fidanzato Alberto Stasi, condannato in via definitiva, né ad Andrea Sempio, indagato nelle nuove fasi investigative.
Il Dna mai cercato prima: un profilo maschile ignoto nella bocca di Chiara
Il reperto, finora rimasto fuori dalle analisi genetiche, è stato prelevato nel 2007 dal medico legale Marco Ballardini, ma mai esaminato. È rimasto archiviato per anni, fino all’incidente probatorio disposto dalla nuova inchiesta. Lì, sulle garze utilizzate per il prelievo orale, è emersa la traccia genetica ora affidata alla genetista Denise Albani per l’amplificazione. Si tratterebbe di un contatto diretto con la vittima avvenuto nelle fasi del delitto.
Più persone sulla scena del crimine?
I nuovi rilievi rafforzano un’ipotesi sempre più concreta per gli inquirenti: Chiara Poggi non sarebbe stata aggredita da una sola persona. Oltre al profilo genetico trovato nella bocca, altri elementi emersi durante l’incidente probatorio supportano la presenza di più individui. Sulle unghie della giovane sono state rilevate tracce genetiche in parte riconducibili ad Andrea Sempio, ma anche un secondo profilo maschile ancora sconosciuto.
L’impronta sulla porta e la scarpa «a pallini»
Ulteriori indizi arrivano da altri reperti: sull’acetato dell’impronta a quattro dita trovata sulla porta della cucina è stato isolato un Dna maschile non riconducibile né a Stasi né a Sempio. Non si tratta però di una traccia ematica, dettaglio che suggerisce un contatto diverso ma potenzialmente cruciale. Si chiarisce, invece, il mistero sull’impronta di scarpa «a pallini» trovata sul tappetino del bagno: quel passo è stato attribuito al padre o al fratello della vittima.
Un’inchiesta che riscrive il passato
L’inchiesta condotta dal procuratore Fabio Napoleone e dal pool di Pavia apre una prospettiva inedita: se i nuovi elementi verranno confermati, il caso Garlasco potrebbe non solo riaprire scenari giudiziari, ma anche riscrivere la narrazione di uno dei cold case più seguiti d’Italia. Chi era davvero sulla scena del crimine quel 13 agosto 2007? E soprattutto: perché, dopo così tanti anni, quel Dna è rimasto in silenzio?