Garlasco, nuove rivelazioni: Mattia Capra rompe il silenzio su Sempio e compaiono le foto inedite di Marco Poggi
- Postato il 28 giugno 2025
- Di Panorama
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Nuovi sviluppi nel caso Garlasco. Dopo mesi di indagini riaperte, con perquisizioni e interrogatori incrociati, è Mattia Capra – amico di Andrea Sempio e di Marco Poggi – a rompere il silenzio. Intervistato da Quarto Grado, Capra ha voluto prendere le distanze da quella che alcuni media avevano definito una “squadra del silenzio”, un gruppo coeso di amici che avrebbe condiviso segreti legati al delitto.
«Volevo prendere le distanze dal concetto di ‘avete fatto fronte comune’ – ha dichiarato – perché sembra che ci dobbiamo coprire le spalle a vicenda. Non mi piace che si parli come se fossimo un blob. C’erano occasioni in cui uno c’era e l’altro no. Andrea non era interessato a Chiara».
Gli amici, le perquisizioni e la casa dei Poggi
Capra, mai coinvolto ufficialmente nell’inchiesta, è stato oggetto di perquisizione insieme all’altro amico comune Roberto Freddi. I tre – Capra, Freddi e Sempio – frequentavano casa Poggi all’epoca del delitto, avvenuto il 13 agosto 2007, per il quale Alberto Stasi è stato condannato in via definitiva a 16 anni. La nuova indagine, tuttavia, vede Andrea Sempio formalmente indagato, dopo il ritrovamento di nuovi elementi ritenuti meritevoli di approfondimento da parte della procura di Pavia.
Nel corso di questi mesi, i carabinieri del nucleo investigativo di Milano, su delega dei magistrati pavesi, hanno condotto perquisizioni mirate non solo presso l’abitazione di Sempio ma anche nelle case degli amici e conoscenti più vicini al ragazzo. Un tentativo chiaro: ricostruire quella rete di rapporti e presenze che ruotava attorno a via Pascoli nei giorni del delitto.
Le foto di Marco Poggi: la vacanza in montagna è confermata
Nel corso della stessa puntata del programma di Rete4, la redazione ha mostrato in esclusiva alcune fotografie di Marco Poggi, fratello della vittima, scattate il giorno dell’omicidio. Le immagini, inedite, lo ritraggono in vacanza in montagna con i genitori, smentendo le recenti insinuazioni secondo cui non si trovasse realmente lontano da Garlasco il 13 agosto 2007.
Una risposta mediatica netta a una delle tante ombre che hanno aleggiato sulla famiglia Poggi nelle ultime settimane, con dubbi e sospetti rilanciati dai social e da alcune ricostruzioni parallele.
Il mistero degli attrezzi: cosa nasconde la roggia di Tromello?
Intanto, sul fronte investigativo, rimangono centrali gli oggetti sequestrati in maggio a Tromello: una pinza da caminetto, la testa di una mazzetta, un manico di ascia e la lama di un’ascia, recuperati da un carpentiere egiziano. L’uomo ha ammesso di averli raccolti nel 2018 da un canale, proprio in corrispondenza della zona indicata da un supertestimone.
La soffiata aveva ricondotto il punto esatto alla zona dove, secondo alcune dichiarazioni, Stefania Cappa – cugina di Chiara – avrebbe gettato un oggetto pesante la mattina del delitto. A confermare l’interesse per quella roggia c’è il fatto che, il 14 maggio scorso, i carabinieri e i vigili del fuoco avevano avviato ricerche con mezzi speciali proprio nei pressi dell’abitazione della nonna della ragazza, dove all’epoca viveva anche il fratello Cesare, all’epoca del delitto in Croazia.
Dubbi e interrogativi ancora aperti
Gli inquirenti stanno cercando di capire se tra quegli strumenti possa celarsi l’arma del delitto, anche se la lunga permanenza degli oggetti all’aperto rende quasi impossibile una perizia risolutiva. Il carpentiere ha spiegato di averli conservati per anni perché “pezzi di ferro possono sempre servire”, ma ora la loro origine e la loro compatibilità con il delitto diventano un elemento cruciale.
Ma è evidente che qualcosa, nella ricostruzione ufficiale, ancora non torna. La testimonianza di Capra in televisione sembra segnare l’inizio di una nuova crepa nel muro costruito attorno al caso Poggi. Una crepa che, a distanza di quasi vent’anni, continua ad allargarsi.