Garlasco, spunta un nuovo Dna sul pollice destro di Chiara Poggi
- Postato il 1 settembre 2025
- Di Panorama
- 5 Visualizzazioni


Nuove ombre e nuove piste sul delitto di Garlasco. A quasi vent’anni dall’omicidio di Chiara Poggi, emerge infatti un dettaglio che potrebbe riaprire scenari inattesi: un profilo genetico isolato sul pollice destro della giovane, repertato nel 2007 ma finito in secondo piano, torna oggi al centro delle attenzioni investigative. A riportarlo è Il Tempo.
Oltre ai due Dna già individuati sotto le unghie della vittima – uno dei quali attribuito ad Andrea Sempio, indagato dalla Procura di Pavia con l’accusa di omicidio in concorso – ad attirare ora lo sguardo degli inquirenti è un campione di Dna ricavato proprio con un tampone dal pollice destro di Chiara. La stessa mano, va ricordato, sulla cui unghia era stato rilevato un altro profilo, sempre riconducibile a Sempio.
Il nuovo codice genetico, contrassegnato con la sigla «MDX1» dal Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri, risale alle prime fasi dell’inchiesta. Già nel 2007 quella traccia aveva destato l’interesse degli investigatori, che avevano avviato un’analisi in contraddittorio alla presenza del genetista Matteo Fabbri, consulente di Alberto Stasi, all’epoca indagato e oggi condannato in via definitiva per il delitto.
Il Ris, allora guidato dal generale Luciano Garofalo – oggi consulente della difesa di Sempio – aveva inserito la traccia in un verbale datato 11 settembre 2007. L’esame la dichiarava non interpretabile, evidenziando «un effetto ladder presente in grossa parte nei marcatori studiati dovuto verosimilmente a un’amplificazione random e quindi casuale del Dna». A complicare il quadro, come scritto nella relazione biodattilo, «l’altezza dei picchi non è particolarmente elevata». Ciononostante, la tabella di amplificazione certificava un dato certo: il profilo era maschile.
Quel frammento genetico venne nuovamente esaminato nel 2014 dal professor Francesco De Stefano, lo stesso che estrapolò il Dna di “Ignoto 1” – oggi attribuito a Sempio – dal mignolo destro e dal pollice sinistro della vittima, e quello di “Ignoto 2” sull’anulare sinistro, rimasto senza identità. Anche in quell’occasione, però, l’analisi non portò risultati concreti.
Ora, con le nuove tecnologie a disposizione e i tracciati del 2007 ancora conservati, la possibilità che quel profilo genetico venga collegato a un nome torna concreta.
L’inchiesta in corso
La Procura di Pavia, guidata da Fabio Napoleone, attende ora le conclusioni della superconsulente Cristina Cattaneo, chiamata a rispondere su due snodi cruciali: l’arma del delitto e l’eventuale presenza di più persone sulla scena del crimine. «L’indagine non poteva essere riaperta senza l’ipotesi di più persone sulla scena, quindi per forza è così. La Procura ipotizza un concorso tra persone, quindi adesso cerca di scoprire chi sono i complici. Peccato che non si sappia ancora quali indizi sono a carico del mio assistito», ha dichiarato l’avvocato Massimo Lovati, difensore di Sempio.
Parallelamente prosegue l’incidente probatorio sulle analisi genetiche affidato alla perita Denise Albani: la data fissata per l’udienza in cui saranno resi noti i risultati definitivi è il 10 ottobre.
Le altre tracce (femminili) nella villetta di via Pascoli
Non solo il Dna maschile: gli atti riportano anche tre tracce biologiche presumibilmente femminili, isolate in punti distinti della scena del crimine già la mattina del 13 agosto 2007.
Gli esami condotti all’epoca non consentirono di risalire a un profilo completo, probabilmente per il numero troppo ridotto di marcatori genetici. La caratterizzazione, infatti, non fornì dati utili per un confronto. Tuttavia, quel materiale biologico avrebbe potuto essere comparato con le donne che frequentavano abitualmente la casa dei Poggi prima del delitto, considerato che quelle tracce si trovavano in zone considerate centrali della scena del crimine.
Anche questo filone investigativo, rimasto in sospeso, potrebbe ora essere riesaminato con le tecnologie attuali, riaprendo ulteriori interrogativi su chi fosse presente nella villetta di via Pascoli la mattina dell’omicidio di Chiara.