Gaslini, presidio dell’Rsu unitaria: “L’ospedale deve rinnovarsi ma restare pubblico”

  • Postato il 5 novembre 2025
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Generico novembre 2025

Genova. Mentre è in corso, oggi, mercoledì 5 novembre, il presidio della rsu unitaria dell’ospedale Gaslini, pubblichiamo il volantino che spiega le ragioni della protesta. In allegato una foto e il volantino che trovate anche di seguito:

Il Gaslini deve rinnovarsi, ma restare pubblico.

“La RSU è pienamente consapevole che i padiglioni del Gaslini hanno bisogno di un profondo rinnovamento; decenni di incuria (di cui sono stati testimoni molti delegati RSU, lavoratori “storici” del Gaslini) hanno portato alle condizioni evidenti in cui versano le strutture, condizioni che non possono garantire elevati livelli di assistenza e adeguati standard di sicurezza.
Contrariamente a quanto affermato dal Direttore Generale, la RSU ha ben chiaro il valore e l’importanza del progetto di ammodernamento: non lo contesta, anzi, ne riconosce la bontà e l’urgenza. Ma proprio perché ben conosce il valore del Gaslini, la RSU vuole che continui ad essere un’eccellenza pubblica, e non può non esprimere la forte preoccupazione per le modalità con cui questi interventi stanno prendendo forma.
Il ricorso crescente ai partenariati pubblico–privato comporterà per l’Ospedale canoni altissimi, di decine e decine di milioni di euro l’anno per decenni, è questo che allarma la RSU.
Nel lungo periodo, questi oneri potrebbero mettere a rischio la sostenibilità economica del Gaslini e, di conseguenza, la sua natura pubblica.
Cosa accadrà se e quando l’Ospedale non riuscirà più a sostenere questi canoni milionari? Chi ne pagherà le conseguenze?
Sicuramente i lavoratori, primi fra tutti quelli in somministrazione – magazzinieri, amministrativi – e più in generale i precari, rischieranno di farne le spese.
Inoltre, la ricaduta sarà pesante anche sui contratti pubblici: il personale dipendente della logistica, ad esempio, all’applicazione del partenariato pubblico privato, sarà destinato a funzioni diverse per le quali non sarà molto probabilmente ritenuta necessaria l’integrazione dell’organico a seguito del pensionamento.
I nuovi progetti comunicati ufficialmente dalla Direzione circa la destinazione dei padiglioni non oggetto di riqualificazione edilizia (pad 12, pad 1, e altri) descrivono la realizzazione di un campus universitario, di una struttura destinata ad “attività sanitaria residenziale” per i pazienti psichiatrici, di una foresteria per le famiglie dei pazienti. Ma con quali finanziamenti saranno attuati? Chi gestirà le attività all’interno di queste strutture? Quali condizioni contrattuali saranno applicate al personale che lì opererà?
La RSU teme che, in caso di mancato pagamento dei canoni, il Gaslini dovrà cedere (magari “solo” in concessione) gli edifici pubblici ai creditori privati, dando origine così a una sorta di “privatizzazione differita” dell’ospedale.
Siamo qui oggi per dire no a un modello che rischia di svuotare dall’interno la sanità pubblica e per ribadire le nostre richieste chiare e concrete:
– stabilizzazione dei lavoratori interinali e precari.
– nuove assunzioni di infermieri, OSS, fisioterapisti, ostetriche, amministrativi e tecnici, ormai indispensabili per garantire i servizi.
– condizioni di lavoro adeguate e sostenibili, per chi ogni giorno tiene in piedi questo Ospedale.
Il Gaslini è di tutti.
Difendere la sua identità pubblica significa difendere la salute, la dignità e il futuro del lavoro”

Autore
Genova24

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