Gaza, altro massacro di Israele tra i palestinesi in fila per gli aiuti: almeno 59 morti e oltre 200 feriti a Khan Younis
- Postato il 17 giugno 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Dopo i morti di ieri, almeno 59 palestinesi sono stati uccisi dai militari israeliani a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, mentre erano in attesa di aiuti alimentari di prima necessità. Lo riferiscono il ministero della Salute di Gaza gestito da Hamas e l’ospedale locale. Il ministero della Sanità di Gaza ha precisato che le vittime si trovavano nei pressi della rotonda di al-Tahlia, dove un camion di aiuti era rimasto bloccato.
Secondo le autorità, “il pronto soccorso, la terapia intensiva e le sale operatorie” del Nasser Medical Complex di Khan Younis “sono sovraffollate a causa dell’elevato numero di feriti e morti”. Secondo un membro dello staff ospedaliero, quasi 300 palestinesi, tra morti e feriti, sono arrivati nella struttura dopo essere stati attaccati con “carri armati” mentre aspettavano il cibo. “La situazione è ormai fuori controllo. L’ospedale non è più in grado di gestire un numero così elevato di casi”, ha affermato il dottor Mohammed Saqer, responsabile infermieristico della struttura sanitaria.
Mahmoud Bassal – portavoce della protezione civile di Gaza – ha raccontato all’Afp la sua versione: “I droni israeliani hanno aperto il fuoco sulle persone. Pochi minuti dopo, i tank israeliani hanno sparato diversi colpi (…), causando un gran numero di morti e feriti”. L’attacco sarebbe avvenuto mentre migliaia di palestinesi attendevano di ricevere farina nel centro di distribuzione. Un testimone oculare, Yousef Nofal, ha raccontato ad Associated Press di aver visto molte persone immobili e sanguinanti a terra dopo che le forze israeliane hanno aperto il fuoco. “È stato un massacro“, ha dichiarato, aggiungendo che i soldati hanno continuato a sparare sulla gente mentre fuggiva dalla zona. Un altro testimone, Mohammed Abu Qeshfa, ha detto di aver sentito una forte esplosione seguita da raffiche di colpi d’arma da fuoco e colpi di tank. “Sono sopravvissuto per miracolo”, ha detto.
L’Idf ha confermato l’accaduto, dichiarando che “sono giunte notizie di diverse vittime causate dagli spari dell’esercito sulla folla” e che “i dettagli sono in corso di investigazione”. L’esercito ha aggiunto di “rammaricarsi per eventuali danni causati a persone non coinvolte” e di “lavorare il più possibile per ridurre al minimo questi incidenti, garantendo la sicurezza delle proprie forze”.
Hamas ha definito l’accaduto “un nuovo massacro di persone che cercano aiuto nelle trappole mortali create da Israele sotto la supervisione degli Stati Uniti”. In una nota riportata dal quotidiano palestinese Filastin, il movimento accusa l’esercito israeliano di aver “trasformato i centri di distribuzione degli aiuti in zone di sterminio di massa”. E denuncia altri cinque civili uccisi e numerosi feriti in sparatorie a Rafah. “Si tratta di un meccanismo inaccettabile dal punto di vista umano e morale – ha aggiunto Hamas – e di una diretta continuazione della politica genocida imposta alla popolazione di Gaza”. Il gruppo ha infine rivolto un appello all’Onu per l’istituzione di “un meccanismo sicuro e indipendente per la distribuzione degli aiuti” e ha chiesto alla Corte penale internazionale di aprire un’indagine urgente “per ritenere responsabili i leader dell’occupazione”.
I palestinesi hanno reso noto che, da quando il mese scorso è cambiato il sistema degli aiuti e sono stati aperti i centri per la distribuzione, le forze israeliane hanno ripetutamente aperto il fuoco sulla folla in attesa di generi alimentari. I funzionari sanitari locali affermano che decine di persone sono state uccise e centinaia ferite. In tutti questi casi, l’esercito israeliano ha ammesso di aver sparato ma ha detto che si è trattato di colpi di avvertimento contro persone che, secondo loro, si erano avvicinate ai soldati in modo sospetto. Dall’inizio delle operazioni condotte dalla Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), sostenuta da Israele e Stati Uniti, episodi simili hanno causato la morte di almeno 397 persone e il ferimento di 3.031 civili.
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