Gaza, Cacciari: “Quella di Israele è la follia nera del demonio. Netanyahu come Hamas, vanno cacciati entrambi”
- Postato il 7 giugno 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“Da tragedie come quella a Gaza e in Ucraina non se ne esce se non sentiamo alcuna empatia con l’altro e se non si comprende che dobbiamo compiere ogni sforzo per perdonarci. Il mio è un discorso puramente laico, non ha nulla di sentimentale o di religioso. Queste tragedie hanno seminato una grandissima quantità di odio disperato e incarnato in se stesso. Se di fronte a quello che avviene a Gaza, le nostre viscere non vanno a pezzi, com’è possibile pensare di superare tutto questo? Quello diventerà un odio infinito“. È il grido d’allarme del filosofo Massimo Cacciari, ospite della trasmissione Amici e Nemici, su Radio24, a proposito del mancato cessate il fuoco in Ucraina e a Gaza.
Prendendo spunto dal suo ultimo saggio, “Van Gogh. Per un autoritratto” (ed. Morcellana), Cacciari cita proprio il celebre pittore olandese come esempio supremo di empatia umana. “Quello di Van Gogh – spiega il filosofo, che nel suo libro ha riproposto e aggiornato un suo articolo del 1983 – è il desiderio di donarsi completamente, di uscire da sé per fondersi con l’altro. È proprio questa tensione che emerge con forza dai suoi quadri: dai colori accesi, dai tratti intensi e spesso ingenui, primitivi. E quindi, se non torniamo ad amare Van Gogh e se non lo sentiamo davvero, non siamo neanche in grado di affrontare con l’animo giusto queste tragedie”.
Tornando all’attualità, Cacciari osserva: “Quelle situazioni d’odio si stanno ormai incancrenendo e sono destinate a essere infinite. Non c’entra Trump, né Zelensky, né Putin: se non si decide di farla finita, se non si sceglie di avere qualcosa in comune, se capisci solo il tuo odio, se non senti più nulla in comune con l’altro, se non te ne frega più niente delle donne e dei bambini che vengono massacrati, violentati e uccisi, non se ne esce. Non puoi continuare a vivere odiando nella convinzione che ci sia solo il tuo ombelico come se fosse il centro della terra – continua – mentre del resto non te ne importa niente. Continui coi tuoi Festival di San Remo e i tuoi giri d’Italia ma intanto a Gaza e in Ucraina continuano le tragedie. Se non sentiamo tutti la necessità di far finire queste stragi perché abbiamo qualcosa in comune tutti, allora sarà una guerra infinita. Forse ci sfangheremo la guerra atomica o la catastrofe planetaria, ma quella guerra infinita è ancora peggio, perché è appunto il vivere nell’odio“.
E aggiunge: “La nostra civiltà ha contrapposto al tema del dono gratuito e del perdono la logica dello scambio in base all’interesse individuale, che è l’interesse della singola persona o del singolo Stato. Ormai si ragiona così: secondo una prospettiva che, di fatto, alla radice elimina ogni possibilità di costruire delle comunità sovranazionali e degli organismi che possono anche decidere di mettere fine al conflitto o prevenirlo o governarne gli esiti. Abbiamo massacrato anche quei pochi organismi che avevamo, vedi le Nazioni Unite e le alte Corti di giustizia che non contano più nulla e che sono totalmente impotenti nei confronti delle tragedie in Ucraina e a Gaza. Questo è il punto: se vige la legge del perfetto egoismo a livello personale, come a livello di rapporti internazionali, non è possibile costruire una comunità internazionale, né un diritto internazionale, né degli organismi che lo presiedano”.
Finale riflessione del filosofo sulla divisione tra centristi (Renzi, Calenda e riformisti del Pd) e centrosinistra (Pd, M5s e Avs) nelle manifestazioni di solidarietà per la popolazione di Gaza: “Ma cosa discutono? Discutono de che? Non c’è niente da discutere. La linea delle persone ragionevoli, di fronte alla tragedia israelo-palestinese, è una sola perché è tutto chiaro come il sole. Da un lato c’è la politica di Netanyahu, che talvolta in modo esplicito mira a cacciare i palestinesi da quei territori, senza minimamente preoccuparsi di dove andranno a finire. L’importante è cacciarli: se se ne vanno, bene; se non se ne vanno, li ammazzo. Questo è l’orrore. Dall’altro lato c’è Hamas, l’odio infinito“.
“E allora bisogna avere il coraggio di dirlo con chiarezza- sottolinea Cacciari – se ne devono andare entrambi, Netanyahu e Hamas. E la comunità internazionale deve muoversi, deve farsi sentire, deve agire. Il potere ce l’ha: deve dire agli israeliani che devono liberarsi di Netanyahu e di quelle frange del sionismo estremista che lo sostengono e lo hanno sostenuto. In Israele esiste una forte opposizione a Netanyahu, molto più forte di quella che vediamo in Europa. Quella opposizione va sostenuta in ogni modo, perché può riuscire. Allo stesso modo – continua – bisogna dire con chiarezza alla comunità internazionale e ai palestinesi che devono liberarsi di Hamas. Solo senza Hamas si può riprendere il difficile cammino della trattativa, quella iniziata da Arafat e Begin, quella che fu anche la linea della politica americana, quando ancora esisteva una politica americana, e quella della maggioranza del popolo palestinese. O si riprende quella strada, o sarà solo odio infinito”.
Cacciari conclude: “Israele pensa di potersi liberare dei palestinesi? È follia. Ma non la follia visionaria, struggente, di Van Gogh. No. Questa è follia cupa, oscura. È la follia del demonio. Perché è una politica che non farà altro che moltiplicare i terroristi: per ogni persona che Israele uccide a Gaza, ne nascono dieci pronti a combattere. Questa è la loro idea di sicurezza?”.
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