Gaza, “Israele valuta zona umanitaria nel sud della Striscia”. Palestina all’Aja: “Usano gli aiuti come arma di guerra”
- Postato il 28 aprile 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Israele ha bloccato da inizio marzo l’accesso degli aiuti a Gaza. Ora, riferisce il Wall Street Journal, Tel Aviv sta valutando un piano pilota per una nuova zona umanitaria nel sud della Striscia, in cui gli sfollati possono ricevere sostegno senza il coinvolgimento di Hamas ma con la collaborazione di aziende private americane. Nei giorni scorsi alcuni funzionari israeliani avevano fatto trapelare ai media locali che il progetto è in corso e l’obiettivo è di far passare i camion con gli aiuti che dovranno raggiungere solo la popolazione e non i miliziani di Hamas.
Il tema tiene banco da tempo nel dibattito pubblico in Israele. Il capo di stato maggiore, Eyal Zamir, si è rifiutato di affidare alle Israel Defense Forces la distribuzione degli aiuti nel corso di una riunione di gabinetto la scorsa settimana, come chiesto dai partito di estrema destra che puntano a usare la distribuzione come strumento per prendere definitivamente possesso dell’enclave. Il ministro della Difesa, Israel Katz, in quell’occasione ha affermato che entro 15 giorni i valichi devono consentire il passaggio degli aiuti. Venerdì il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva dichiarato di aver detto a Benjamin Netanyahu che “dobbiamo essere buoni con Gaza”, spingendo il premier israeliano per far arrivare cibo e medicine nella Striscia. La rivelazione del colloquio tra Netanyahu e Trump è arrivata poco dopo che il World Food Programme dell’Onu aveva dichiarato di aver esaurito le scorte alimentari a Gaza a causa della chiusura prolungata dei valichi.
Sul tema le autorità palestinesi accusano Tel Aviv. Un alto funzionario ha dichiarato alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja che Israele sta bloccando gli aiuti umanitari ai palestinesi di Gaza come “arma di guerra“. La denuncia è arrivata all’inizio di una settimana che, all’Aja, sarà caratterizzata da una serie di udienze sugli obblighi di Israele nei confronti delle agenzie di aiuto delle Nazioni Unite.
Tel Aviv, intanto, torna a puntare il dito contro l’Unrwa. “L’Onu è diventata un organismo corrotto, anti-israeliano e antisemita. Prove evidenti dimostrano che, sotto l’Onu e il suo segretario generale, l’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, ha impiegato terroristi che hanno preso parte attiva al massacro del 7 ottobre, E’ un’agenzia di Hamas”, ha detto il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sàar. “Proprio in questo momento, la Corte internazionale di giustizia sta iniziando le deliberazioni di un altro procedimento vergognoso contro Israele”, ha affermato Sàar, aggiungendo che Israele ha scelto di non presenziare alla discussione per “non prendere parte a questo circo. “Non è Israele che dovrebbe essere processato”, afferma Sàar, ma piuttosto l’Onu e l’Unrwa, che coordina quasi tutti gli aiuti a Gaza.
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