Gaza, la rotta degli aiuti umanitari infiltrata dai terroristi
- Postato il 14 agosto 2025
- Di Panorama
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Dietro la facciata degli aiuti umanitari, lungo le polverose strade che collegano Gaza a Israele, si nasconde una rete pericolosa. Negli ultimi mesi, con l’aumento dei convogli diretti nella Striscia, le forze di sicurezza israeliane hanno intercettato diversi autisti di camion umanitari con legami diretti con gruppi terroristici. Un’inchiesta di Galei Tzahal, firmata da Doron Kadosh, svela che alcuni di questi conducenti non solo sono stati fermati, ma ora sono sotto indagine dello Shin Bet e delle IDF. In certi casi, le accuse sono gravissime: sospetti di coinvolgimento nei rapimenti di ostaggi israeliani. Le operazioni hanno già portato a tre arresti di rilievo. Il primo, vicino al valico di Kerem Shalom, ha fatto emergere un legame familiare inquietante: l’autista aveva un figlio militante coinvolto nei sequestri del 7 ottobre. Il secondo, intercettato nella stessa zona ma in un’area interdetta, ha cercato di giustificarsi dicendo di essersi “smarrito”. Le verifiche hanno però rivelato un passato da affiliato al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, già liberato in uno scambio di ostaggi durante il conflitto. Il terzo, identificato dai servizi segreti, era un operatore di Hamas. Fonti della sicurezza ammettono che i casi sospetti sono più numerosi: tra i nomi circolano anche militanti di Hamas e della Jihad Islamica Palestinese. Alcuni non sono ancora stati arrestati, ma il pericolo rimane costante. Tutti i camionisti diretti in Israele dovrebbero passare per un controllo di sicurezza e ricevere il via libera dello Shin Bet, ma il rischio è che qualcuno utilizzi queste autorizzazioni come passepartout per missioni ben più oscure: osservare le postazioni militari, raccogliere informazioni, colpire. Lo Shin Bet mantiene il riserbo sui dettagli, ma dalle IDF arriva un avvertimento netto: «Quando emerge che un autista di aiuti è legato a un’organizzazione terroristica, l’arresto è immediato. È già successo e continuerà a succedere ogni volta che l’intelligence fornirà prove». Dietro i pacchi di farina e le casse di medicinali, dunque, si muove una minaccia silenziosa. E la linea tra il soccorso umanitario e l’infiltrazione armata si fa sempre più sottile.Dietro i camion carichi di farina e medicinali diretti verso la Striscia di Gaza si nasconde un doppio volto fatto di violenze, infiltrazioni e atrocità documentate. Negli ultimi mesi, le forze di sicurezza israeliane hanno scoperto che alcuni autisti dei convogli umanitari erano tutt’altro che semplici trasportatori: avevano legami diretti con Hamas, la Jihad Islamica Palestinese o altri gruppi armati, e in certi casi risultavano coinvolti in rapimenti di ostaggi. Un’inchiesta dell’emittente Galei Tzahal, firmata dal giornalista Doron Kadosh, ha rivelato che parte di questi conducenti è stata arrestata e sottoposta a indagine da IDF e Shin Bet.
Le operazioni hanno già portato a tre fermi di rilievo: uno vicino al valico di Kerem Shalom, dove l’autista aveva un figlio militante responsabile dei sequestri del 7 ottobre; un altro nella stessa zona ma in un’area interdetta, poi identificato come ex affiliato al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, liberato in passato in uno scambio di prigionieri; il terzo riconosciuto come operatore di Hamas. Le fonti di sicurezza parlano di altri sospetti, non ancora fermati, che potrebbero sfruttare i permessi di accesso per raccogliere informazioni militari o colpire obiettivi sensibili. Le regole prevedono che ogni autista ottenga il via libera dello Shin Bet, ma la possibilità che queste autorizzazioni vengano usate come copertura è un rischio concreto.
Hamas nella «lista nera» dell’ONU per crimini sessuali commessi durante conflitti violenti
Mentre queste indagini portano alla luce la rete di infiltrazione dietro le missioni umanitarie, un’altra verità agghiacciante emerge dal fronte internazionale: Hamas è ora ufficialmente inserito nella «lista nera» delle Nazioni Unite per crimini sessuali commessi durante conflitti armati.Il 14 agosto, il Segretario generale dell’ONU ha trasmesso ai membri dell’Assemblea generale il rapporto che dettaglia le organizzazioni responsabili di stupri, stupri di gruppo, mutilazioni genitali e violenze sessuali in contesti di guerra. Per la prima volta, Hamas compare in questo elenco infamante. Il Rappresentante speciale dell’ONU per la violenza sessuale nei conflitti, Pramila Patten, aveva già segnalato a inizio 2024 la gravità di questi crimini, confermando che non si sono mai interrotti: prove dirette indicano che gli ostaggi ancora nelle mani dei miliziani subiscono abusi sessuali in cattività. L’intreccio di queste due realtà – infiltrazioni nei convogli umanitari e violenze sistematiche sugli ostaggi – delinea un quadro inquietante. Hamas utilizza ogni canale possibile per colpire, infiltrarsi e terrorizzare, rendendo ancora più urgente l’obiettivo di liberare immediatamente tutti gli ostaggi e annientare definitivamente l’organizzazione jihadista. Altro che farsi prendere in giro dal Qatar al tavolo delle trattative come avviene da troppo tempo.